La COP 22 di Marrakech ratifica l’accordo sul Clima di Parigi

4 NOVEMBRE 2016 DATA STORICA PER L’AMBIENTE

del dottor Giorgio Rossi

UnknownProprio prima della COP 22 di Marrakech (7-18 novembre), in data 4 novembre 2016, è entrato in vigore l’Accordo globale sul Clima registrato alla COP 21 di Parigi nel dicembre 2015, segnando un momento storico della lotta per regolare le emissioni di gas ad effetto serra, individuate ormai con certezza dalla scienza, come maggiori responsabili dell’aumento della temperatura del Pianeta e dei conseguenti danni all’ambiente e alla salute dell’uomo.

L’accordo nell’ambito della 21° Conferenza delle Parti (da qui l’acronimo COP) di Parigi rappresenta la nuova piattaforma internazionale per affrontare i cambiamenti climatici, alla cui negoziazione hanno partecipato circa 200 Paesi, di cui 192 firmatari e ratificato da 94 in modo da consentirne la veloce operatività.

L’accordo di Parigi ha fissato un obiettivo indispensabile, quello di limitare il riscaldamento globale a 1,5° C e comunque ben al di sotto dei 2° C. Intere aree del mondo, con mezzo grado di più subirebbero danni devastanti, tra questi il Mediterraneo.

Ora a Marrakech con la COP 22 si tratta di fissare l’agenda per raggiungere tale obiettivo e cercando anche di decidere target di riduzione delle emissioni di gas serra ancora più ambiziosi. E’ ora che i singoli Stati, inclusa l’ Unione Europea, lavorino insieme e facciano tutto il possibile per accelerare la transizione verso un’economia a carbonio zero.

 

L’Italia ha ratificato l’Accordo di Parigi con il disegno di legge “ ratifica ed esecuzione dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici” approvato sia dalla Camera che dal Senato e si è impegnata a partecipare alla prima capitalizzazione del “ Green Climate Fund” con 50 milioni di euro ogni anno dal 2016 al 2018. Ciò ha consentito al nostro Paese di sedersi tra i protagonisti all’attuale Conferenza delle Parti di Marrakech.

 

I dati presentati alla COP 22 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono a dir poco allarmanti .

Il cambiamento climatico provocherà ogni anno 250.000 morti in più a causa di malaria e diarrea, stress da caldo e malnutrizione, soprattutto tra i bambini, le donne e tra la popolazione povera più vulnerabile.

 

Quasi 7 milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento dell’aria, provocato soprattutto dall’insostenibilità del sistema dei trasporti e dalle fonti di energia domestica che contribuiscono, direttamente o indirettamente al cambiamento climatico.

 

Una stretta correlazione esiste tra il cambiamento dei vettori che trasmettono malattie infettive ed il cambiamento climatico nei paesi. Esempio è stata la recente epidemia Zika; e ancora, le zanzare vettori di malaria oggi sopravvivono ad altezze sul livello del mare molto più elevate rispetto a dieci anni fa, come gli altopiani dell’Etiopia e del Kenya, dove la malaria non era presente da molti anni.

 

Inoltre per tutelare la salute pubblica vanno implementati quei piani che mirano a proteggere le popolazioni da fenomeni comunque legati al cambiamento climatico come inondazioni, siccità, la degradazione delle acque , la sicurezza alimentare.

 

A tal proposito a Marrakech l’associazione Slow Food ha lanciato l’appello “ Non mangiamoci il clima” affinché i componenti del summit internazionale, nel prendere in considerazione gli effetti del cambiamento climatico sull’agricoltura, affrontino il problema della produzione industriale e il consumo di carne, responsabili del 14,5% delle emissioni di gas serra.

 

Secondo l’associazione è necessario un intervento radicale e congiunto che miri a educare i consumatori affinché modifichino la propria dieta, diminuendone la componente carnea, a premiare gli allevamenti virtuosi di piccola e media scala e a ridurre gli allevamenti intensivi ( Slow Food lavora in questo senso attraverso la campagna Slow Meat).

 

Un altro ambito riguarda la fertilità del suolo. Un suolo sano, vivo, ricco di sostanze organiche garantisce la sicurezza alimentare e la conservazione della biodiversità e serve a proteggerci dai disastri ambientali, dai cambiamenti climatici, dalle emergenze alimentari.

 

Anche il WWF Italia , presente a Marrakech, ha celebrato lo storico momento, issando però, sulla propria sede a Roma, striscioni in cui invece di indulgere nell’autocelebrazione si chiede di “passare ai fatti e agire subito”.

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