ANIMALI VITTIME DELL’UOMO – “LA CRUDELTÀ SU ANIMALI È TIROCINIO DI CRUDELTÀ VERSO GLI UOMINI” OVIDIO PUBLIO NASONE

deflocandinacontributo a cura di Avv. Francesca Capodagli

ANCONA – SALA BOXE MOLE VANVITELLIANA – 21 FEBBRAIO 2024 A PARTIRE DALLE ORE 15
ANIMALI VITTIME DELL’UOMO – “LA CRUDELTÀ SU ANIMALI È TIROCINIO DI CRUDELTÀ VERSO GLI UOMINI” OVIDIO PUBLIO NASONE

L’Associazione Culturale Fatto & Diritto è lieta di invitarvi al secondo incontro gratuito di una trilogia pensata per gli operatori del settore, ma soprattutto rivolti alla cittadinanza, su temi di grande attualità ed impatto sociale.

Saevitia in bruta est tirocinium crudelitatis in homine”. Così si esprimeva Ovidio Publio Nasone più di 2000 anni fa. Questa illuminante citazione è stata scelta come sottotitolo della locandina realizzata per questo evento: “La crudeltà su animali è tirocinio di crudeltà verso gli uomini”. Già all’epoca si era intuita la gravità, a livello sociale, di un certo tipo di atteggiamento e di come questo potesse essere predizione di sviluppo di una violenza futura agita nei confronti di vite umane in misura potenzialmente maggiore.

Ancora più feroce la famosa frase di Robert K. Ressler sull’argomento: “I Serial Killer sono bambini a cui non è mai stato insegnato che è sbagliato cavare gli occhi ad un animale.

La crudeltà verso gli animali messa in atto durante l’infanzia, l’adolescenza o l’età adulta, costituisce un comportamento moralmente inaccettabile e certamente socialmente riprovevole, poiché infligge inutili dolori e sofferenze a esseri viventi incapaci di difendersi e che, molto spesso, ripongono fiducia proprio nel loro carnefice.

Oltre a rappresentare senz’altro un disagio o un disturbo patologico sottostante, questo genere di condotta, specialmente quando perpetrata da giovani, potrebbe indicare un potenziale pericolo sociale futuro, un campanello d’allarme che dovrebbe essere ascoltato e raccolto con particolare interesse ed attenzione. Pertanto, riconoscerlo precocemente, è essenziale per prevenirne la ricorrenza e scongiurare conseguenze ancora più gravi.

Nella contemporaneità, questo fenomeno interessa, in chiave processuale ed in termini di conseguenze giuridiche, più complesse dinamiche che coinvolgono direttamente sia gli animali, sia i loro compagni umani, ma purtroppo, troppo spesso, tali casi sono relegati in secondo piano e ridimensionati.

I recenti fatti di cronaca hanno messo in evidenza tutta l’inadeguatezza delle attuali politiche criminali e delle previsioni normative, così come la scarsa importanza che, nel nostro Paese è stata data, sinora, alla disciplina della vittimologia; argomenti che sono stati troppo spesso trascurati, con manifesta carenza di adeguate ricerche scientifiche che collegassero il maltrattamento degli animali a comportamenti antisociali, devianti, criminali o violenti interpersonali.

Questa mancanza di approfondimenti scientifici che evidenziassero i collegamenti tra fenomeni solo apparentemente distinti, ha portato ad una grave ed intollerabile sottovalutazione di alcuni indizi ed elementi, che invece, andrebbero sempre considerati come fattori di rischio significativi dalla comunità scientifica nazionale e internazionale.

È stato riscontrato che, il più delle volte, le donne che denunciano violenze familiari, trovano poco sostegno da parte delle stesse Forze dell’Ordine, che tendono a sminuire quanto accaduto e quanto raccontato loro, quando la violenza segnalata è stata rivolta “solo” verso gli animali di casa, anziché verso di loro o i minori. Proprio il ritardo negli interventi di chi raccoglie le denunce, si è rivelato spesso fatale.

Un altro aspetto pregiudizievole, che ci si auspica possa essere migliorato, è la tendenza a comminare pene di lieve entità nei confronti di chi commette questo tipo di reati, con la concessione di numerose attenuanti, sospensioni condizionali della pena e percorsi di recupero che includono il servizio volontario presso strutture che si occupano di animali, in un tentativo paradossale di riabilitare il colpevole.

Come spesso capita, l’Italia è molto indietro, in questo particolare ambito, rispetto ad altri Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, dove la letteratura scientifica è ampia ed è ormai pacificamente a supporto dell’Autorità giudiziaria che ha chiare indicazioni sul come agire senza sottovalutare la pericolosità sociale degli agenti (offender).

In Italia, si stanno compiendo i primi passi in questo senso. Il nostro Paese si conforma alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per quanto riguarda le procedure operative dei professionisti del settore giudiziario, psicosociale, socioeducativo e sanitario. L’obiettivo è quello di non trascurare nessuna situazione o comportamento, cercando di superare il deleterio concetto che il maltrattamento degli animali sia un reato di minore importanza. Nonostante sia considerato un delitto nel nostro sistema giuridico penale, non è ancora inserito in specifici database ministeriali, il che porta spesso ad una sottovalutazione della sua gravità a livello sociale.

Tuttavia, siamo fiduciosi che tali interventi potranno costituire il nucleo su cui basare non solo le politiche criminali, ma anche le indagini per identificare, punire e prevenire le cause principali di tali azioni criminose. È evidente che il primo passo necessario sarà quello di riconoscere i vari fattori che contribuiscono a queste condotte criminali, e per farlo è fondamentale un lavoro collaborativo tra professionisti di diversi settori attraverso un dialogo interforze.

Approfondiremo questo particolare “LINK” con la Dott.ssa Francesca Sorcinelli, presidente dell’APS “LINK ITALIA” ed autrice di molte opere su tema “Zooantropologia della devianza.”

Con la Dott.ssa Barbara Ricci Psicologa-Psicoterapeuta Membro Comitato Scientifico CSEA (Centro Studi Etologia Applicata) affronteremo invece l’aspetto psicopatologico del rispetto di un confine sano tra la specie umana e quella animale; un difficile equilibrio che, quando cessa di esistere, per interruzione di questa sana connessione e conseguente perdita di sintonia con l’ecosistema, apre le porte a comportamenti che, sovente, sfociano in patologia.

Con il Sostituto Procuratore di Ancona Dott. Paolo Gubinelli e l’Avvocato nazionale ENPA OdV Claudia Ricci, tratteremo invece di casi concreti, del vulnus normativo e dei protocolli di intesa tra le Forze dell’Ordine ed ENPA OdV per la lotta contro questi crimini violenti, passando attraverso l’analisi delle criticità della fondamentale fase delle indagini preliminari e difensive nei procedimenti che hanno ad oggetto reati contro animali ed ambiente, fino al processo e alla commisurazione delle pene da infliggere.

L’incontro sarà moderato dal giornalista televisivo Daniele Andreani.

Il convegno si terrà presso la bellissima Sala Boxe che si trova al livello -1 della Mole Vanvitelliana, all’ingresso della Mole. Potrete ammirare, prima di accedere alla sala, la bellezza della Corte, guardandola dal basso, quasi a spiarla lasciandosi catturare dalla sua bellezza.

Per la partecipazione di presenza, agli Avvocati saranno riconosciuti nr. 3 crediti formativi.

Per maggiori informazioni:
associazione.fattodiritto@gmail.com

Link all’evento su Facebook:
https://fb.me/e/9eE8emdYo

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