Contributo di Avv. Cecilia Battistoni
Negli ultimi anni, il fenomeno della violenza tra i ragazzi minorenni, anche infraquattordicenni, si è maggiormente diffuso, destando una crescente preoccupazione. Non è semplice comprenderne cause sottostanti e gli impatti che questo ha sulla società: per far luce sul fenomeno e sulle possibili soluzioni per arginarlo occorre considerare diversi aspetti.
La violenza tra i ragazzi minorenni può derivare da una serie di fattori, tra cui l’ambiente familiare, le influenze del quartiere in cui si cresce, la presenza di violenza nei media e problemi di salute mentale: non è un caso, ad esempio, che gli episodi di violenza tra i minori, così come i casi di depressione e di altri problemi legati alla salute mentale, siano aumentati a seguito della pandemia da covid-19, che ha costretto i ragazzi a trascorrere mesi in casa, senza alcuno sfogo (come lo sport, le uscite con i coetanei). Queste sono solo alcune delle possibili radici del problema.
La violenza giovanile non colpisce solo i diretti protagonisti, ma ha anche impatti significativi sulla società nel suo complesso, dal momento che, in alcuni casi, l’ordine pubblico viene messo a rischio dal compimento di reati anche gravi: dalla paura diffusa nei concittadini di un determinato quartiere alla perdita di fiducia nelle istituzioni, è cruciale considerare come la violenza influenzi la coesione sociale e la qualità della vita quotidiana di una comunità.
Pertanto, prevenire la violenza giovanile richiede che vengano messe in campo diverse personalità, con competenze trasversali che spazino dalla psicologia al diritto: è necessario un approccio “integrato” che coinvolga non solo il Legislatore ma anche le famiglie, le scuole e la comunità nel suo complesso. L’educazione sulla gestione dell’ira, il supporto psicologico e la previsione di programmi sociali mirati possono contribuire a fornire alternative positive per i ragazzi vulnerabili, in particolare se cresciuti in un determinato contesto.
Tuttavia, se, da un lato, è essenziale un intervento tempestivo rispetto al manifestarsi di questo tipo di violenza, dall’altro occorre sviluppare strategie efficaci di prevenzione. Infatti, le leggi sulla giustizia minorile, i programmi di riabilitazione e rieducazione ed il sostegno psicologico possono giocare un ruolo chiave nel reinserire questi giovani nella società in modo costruttivo ma, d’altra parte, è condivisibile la tendenza del Legislatore che, recentemente, sta cercando di contrastare la violenza minorile prevedendo regole sempre più stringenti, aventi soprattutto una finalità preventiva e dissuasiva.
Con tale proposito, è stata recentemente pubblicata in Gazzetta Ufficiale la L. 13 novembre 2023, n. 159 la quale ha convertito con importanti modifiche il cosiddetto “Decreto Caivano”: la legge ha voluto fornire una più incisiva risposta sanzionatoria al fenomeno della delinquenza minorile presentando, in sede di conversione, diverse novità, in particolare in tema di adempimento dell’obbligo di istruzione da parte dei genitori, introducendo sanzioni più gravi per i genitori che trascurano l’obbligo scolastico e puntando anzitutto sullo “sforzo educativo” richiesto alle famiglie.
Vediamo ora, brevemente, alcune delle principali novità del Decreto Caivano.
° Daspo urbano ai maggiori di 14 anni: il Daspo urbano, ovvero la disposizione con cui viene vietato l’accesso ad aree particolari della città, troverà applicazione anche per i minorenni con più di 14 anni. Il divieto verrà notificato ai loro genitori e contestualmente trasmesso al Procuratore presso il Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie presso il luogo di residenza; il daspo, inoltre, verrà esteso anche a coloro i quali detengano stupefacenti ai fini di traffico degli stessi, predisponendo il divieto di avvicinamento ai locali pubblici e ai pubblici esercizi. Inoltre, gli episodi di violazione del provvedimento di allontanamento prevederanno sanzioni più aspre.
° Carcere preventivo: l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dei minorenni, sia indagati che imputati, subisce un ampliamento: il precedente limite minimo della pena prevista per l’applicazione di tale misura, fissato a 9 anni, viene ridotto a 6 (mentre la soglia della pena minima prevista per i maggiorenni è di 5 anni).
° Stupefacenti: le pene per i reati in materia di traffico e di detenzione di stupefacenti vengono inasprite, venendo previsto un minimo di 1 anno ed un massimo di 5 anni di reclusione.
° Le sanzioni ai genitori: il Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, su richiesta del Pubblico Ministero, potrà revocare la patria potestà dei genitori nel caso in cui il minorenne commetta reati di associazione a stampo mafioso e di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Le famiglie, inoltre, saranno direttamente responsabili dell’abbandono scolastico dei figli, rischiando fino a 2 anni di reclusione e la revoca dell’assegno di inclusione di cui la famiglia è eventualmente destinataria.
° Vittime dei reati telematici: tali condotte sono nettamente aumentate negli ultimi anni, con l’avvento degli smartphones, suscitando una maggiore sensibilità a riguardo nella comunità e nel Legislatore. È stato quindi previsto che la persona offesa dai reati telematici (ad esempio, vittima di revenge porn) potrà richiedere al provider del sito internet o del social di oscurare tempestivamente le proprie immagini finite illecitamente in rete e la richiesta potrà sortire l’oscuramento, la rimozione e il blocco dei dati personali della vittima, agendo immediatamente per evitarne la diffusione su internet. Inoltre, il Questore potrà proporre all’Autorità giudiziaria il divieto di utilizzo di dispositivi elettronici e telefoni cellulari da parte dei minorenni a partire dai 14 anni.
Questo e molto altro verrà affrontato in maniera più ampia e trasversale da relatori esperti in ambito giuridico, psicologico e sociologico al convegno organizzato per il 30 novembre dall’Associazione Fatto & Diritto, che si terrà presso la Sala Consiliare del Comune di Ancona.
In particolare, interverranno l’Avv. Andrea Nobili, Presidente della Camera Minorile Dorica, che analizzerà le più recenti novità legislative, quali il suddetto Decreto Caivano; la Dott.ssa Paola Mureddu, Giudice presso il Tribunale per i Minorenni delle Marche di Ancona, che porterà la sua esperienza di Magistrato, con un focus tecnico-giuridico sulla situazione dei minori di oggi; il Dott. Giorgio Berti, Direttore Ufficio Servizio Sociale Minorenni, il quale tratterà degli interventi sociali in ambito penale, con alcune considerazioni sul fenomeno della devianza e del disagio giovanile attuale; il Dott. Andrea Lucantoni, Psicologo, Sociologo e Mediatore familiare, che si concentrerà sugli aspetti psicologici relativi alle condotte violente ed alle caratteristiche del minore autore di reati, con analisi dell’approccio educativo.
L’incontro sarà moderato dal giornalista televisivo Daniele Andreani, sarà gratuito ed aperto alla cittadinanza.
L’Ordine degli Avvocati di Ancona riconoscerà n. 3 crediti formativi ai partecipanti, le cui presenze saranno registrate direttamente in loco.