Buco del Diavolo, ricerca infernale ma possibile

CONERO, COPERTO DA RIFIUTI L’ANTRO D’ACCESSO

 

Un tratto del cunicolo del Buco del Diavolo, straordinaria attrazione del sentiero “Anello della gradina”, ma non segnalato da cartelli orientativi  (da https://www.youtube.com/watch?v=dQzAvOU1cs0)
Un tratto del cunicolo del Buco del Diavolo, straordinaria attrazione del sentiero “Anello della gradina”, ma non segnalato da cartelli orientativi
(da https://www.youtube.com/watch?v=dQzAvOU1cs0)

– ANCONA – di Marco Benedettelli –

Cercasi disperatamente il sentiero 318 del Monte Conero, citato in tutte le guide del Parco come l’Anello della Gradina. Non lo si trova più. E chi pensa di fare una passeggiata lungo quello che dovrebbe essere uno dei “sentieri ufficiali” del Conero, celebrato per la sua ricchezza botanica e faunistica, si troverà orfano di segnaletica e spaesato fra campi, strade trafficate e auto sfreccianti. Con buona pace dell’offerta turistica. E non è tutto, perché non si trova più nemmeno una delle più suggestive e preziose attrazioni storico-archeologiche comprese nell’itinerario dell’Anello della Gradina, il leggendario Buco del Diavolo, ovvero l’imbocco di un antichissimo sistema di canali idrici di difficile datazione (d’epoca Romana, c’è chi dice perfino Ellenico-Picena) che si dirama sotto le viscere del Monte in un dedalo con varie biforcazioni e pozzi verticali, una galleria che va verso monte e una verso valle. Insomma, un sito speleoarcheologico di notevole complessità ingegneristica e davvero straordinario.

Secondo alcuni specialisti, i canali del Buco in origine potevano spingersi ad approvvigionare d’acqua fino ad Ancona Numana, quando queste erano sotto il potere dell’antica Roma.

Anche il punto d’apertura e la presenza di questa interminabile rete di cunicoli sotterranei è indicata in tutte le guide ufficiali del Parco, oltre che in vari siti web. Ma tant’è, verificando sul campo, si scopre che Il Buco del Diavolo è citato solo in un cartello molto distante da esso. E, come spiegheremo fra qualche riga, con molta probabilità è rimasto occultato sotto una coltre di immondizia e detriti di origine umana.

 

Ecco come si presenta oggi, coperto da rifiuti e detriti, l’antro d’ingresso del Buco del Diavolo, da cui si dipartono chilometri di cunicoli sotto il Monte Conero (foto di Lapo Fioretti)
Ecco come si presenta oggi, coperto da rifiuti e detriti, l’antro d’ingresso del Buco del Diavolo, da cui si dipartono chilometri di cunicoli sotto il Monte Conero (foto di Lapo Fioretti)

Iniziamo dall’Anello Della Gradina, visto che per ben due volte abbiamo tentato di percorrerlo, anche e soprattutto alla ricerca del del “diabolico antro”. Si parte da sotto il Poggio, all’incrocio fra la strada Provinciale del Conero e la deviazione per Camerano. L’inizio è promettente: in prossimità della Gradina (una collina dalla cima spianata) c’è un pannello informativo che mappa a grandi linee il percorso del sentiero 318, con annessa segnalazione del Buco del Diavolo. Benissimo, avanti si vada. Ma ecco che già dopo alcune decine di metri l’orientamento va a farsi benedire. Non c’è più un’indicazione, una freccia che spieghi al povero turista che fare, quale strada prendere per inoltrarsi nella campagna del Conero. Il rischio è quello di ritrovarsi a San Germano di Camerano, quando invece la deviazione dovrebbe essere molto prima, lungo una strada sterrata chiusa da una sbarra con cartello di “proprietà privata”. I segnali mancano anche per chi va in direzione opposta, verso il Poggio. Qua, passato il cimitero della frazione, le colonnine segnaletiche scompaiono, e quello che doveva essere il percorso dell’anello si infrange tristemente sulla cancellata di una villa. Mentre sconsolati torniamo sui nostri passi, spunta una signora del posto che ci spiega: “Una volta i cartelli c’erano, poi sono stati divelti, e nessuno li ha più ripiantati. Inoltre tratti di passeggiata sono stati inglobati dai giardini e non si cammina più”.

Le stesse informazioni sono state confermate dal personale dell’Ente Parco del Conero: “I tracciati di molti sentieri passano in proprietà private e dunque non è facile gestirli”. In teoria il Parco avrebbe dovuto predisporre, già entro la fine dello scorso ottobre, una nuova segnaletica di tutti gli stradelli, sentiero 318 compreso, ma pare proprio che l’impegno non sia stato rispettato, causa mancanza di fondi erogati dalla Regione.

In ogni caso, chi la dura la vince…. e alla fine pare proprio che ci siamo trovati a tu per tu col famoso-famigerato Buco infernale.

Come? A forza di consultazioni e verifiche incrociate di

tante informazioni presenti in mappe cartacee e on line, spulciando fra blog escursionistici e chiedendo ragguagli a camminatori esperti, percorrendo nel corso di due spedizioni vari chilometri, battendo il terreno con attenzione certosina nella zona tra il Fosso Boranico e il Fosso della Tomba,tentando di qua e di la. E infine, appunto, arrivando alla meta in una bella domenica.

Ma, sorpresa, ci siamo trovati davanti a un anfratto letteralmente tappato da ferraglia arrugginita, bidoni, vecchi materassi, immondizia varia, difficile capire se portati lì dall’uomo o dai rivoli d’acqua che da quel versante collinare fluiscono verso la Valle del Rio Boranico. Ma tutti gli indizi ci fanno supporre che quello, seppur tappato, à il buco giusto. Lo confermerebbe anche il confronto tra l’immagine che abbiamo scattato e le foto trovate su Internet. Il Diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Strapazzando un po’ questo detto, ci vien da pensare che furono dei “buoni diavoli” quegli antichi uomini che con capacità tecniche allora così limitate, e per finalità d’suo civile (condotte idriche), riuscirono a creare una così strabiliante e chilometrica opera di ingegneria “undeground”. A far la pentola, e trasformare l’apertura del Buco e forse anche il primo tratto d’accesso in discarica… ci hanno pensato gli eco-cattivi omo-diavoli di oggi.

(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

2 thoughts on “Buco del Diavolo, ricerca infernale ma possibile

  1. Salve riguardo al buco del diavolo, quella foto con tutti i detriti non è del buco del diavolo, il buco del diavolo è molto più avanti aperto

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