Maternity Blues, la depressione post-partum

IL CERVELLO MATERNO E UN EQUILIBRIO DIFFICILE DA RITROVARE

di Dott.ssa Gloria Trapanese (Psicologia Clinica)

imagesaaaaEntro il primo anno dopo il parto, una donna su dieci soffre di depressione.

Per motivi ancora ignoti infatti, il cervello di queste donne non ritrova del tutto l’equilibrio ormonale perso in seguito proprio ai massicci cambiamenti ormonali che si verificano nel corso di tutta la gravidanza e in particolare alla nascita del bambino.

La conseguenza psichica più conosciuta nel postpartum è quella da tutti definita con il termine Depressione Postpartum.

Tuttavia la Depressione Postpartum non è l’unico turbamento che può manifestarsi nel periodo successivo alla gravidanza; è possibile infatti che si verifichino altri tipi di turbamenti, che si differenziano per gravità, durata e anche per terapia come ad esempio la“Maternity Blues”.

Troppo poco infatti si sente parlare di “Maternity Blues” che letteralmente significa “Mamma triste”

Di che cosa si tratta nello specifico?

La Maternity Blues rappresenta la più comune delle sindromi del Postpartum; la sua frequenza è particolarmente elevata, le ricerche indicano che a soffrirne sono solitamente il 70% delle neomamme tuttavia, le casistiche evidenziano che più dell’ 85% delle donne che hanno partorito, sperimentano una certa instabilità emotiva nelle prime due settimane dopo il parto.

Si tratta di un disturbo transitorio, di lieve entità che si presenta generalmente intorno al terzo-quarto giorno dopo il parto ed ha una durata di circa due settimane.

Tale sindrome è provocata da una serie di fattori:

In primo luogo è sicuramente legata alle brusche variazioni ormonali ed in particolare alla brusca caduta dei livelli di estrogeni e progesterone che avviene qualche giorno dopo il parto.

Un secondo fattore che può favorire lo sviluppo della Maternity Blues è sicuramente lo stress psico-fisico legato al momento del travaglio e del parto. Da non sottovalutare poi le complicanze fisiche del postpartum e l’ansia legata all’aumento delle responsabilità.

La sintomatologia della sindrome è generalmente caratterizzata da: pianto improvviso e immotivato, tristezza senza alcun apparente motivo, stanchezza, irritabilità, nervosismo, paura e preoccupazione di non essere all’altezza delle esigenze del nuovo arrivato, disturbi del sonno e dell’appetito.

Considerata la forte incidenza del fenomeno, si può affermare che quanto appena esposto rientra nella normalità e considerata la sua, nella maggior parte dei casi, transitorietà non risultano necessari interventi medici o psichiatrici.

Tuttavia sono moltissime le neomamme che non chiedono aiuto in questi momenti di difficoltà, temendo di essere considerate delle cattive madri non in grado di assumersi il loro nuovo ruolo genitoriale.

È importante quindi sottolineare, che si tratta di un periodo del tutto normale e che, un adeguato supporto, associato ad informazioni e rassicurazioni, appaiono fondamentali affinchè la situazione non si aggravi sfociando in uno stato depressivo vero e proprio.

Risulta necessario infatti fornire informazioni adeguate già dalle dimissioni dal parto circa l’assetto di vita possibilmente da promuovere nelle prime settimane.

In ogni caso è sempre importante che chi si trova vicino alla donna fornisca un aiuto pratico e comprenda che in questa fase, più che in qualsiasi altra, la stessa va supportata a livello sia psicologico che fisico.

Il supporto emotivo ed anche affettivo da parte in particolare, del partner è fondamentale per aiutare la donna ad affrontare più serenamente questa nuova esperienza di vita.

Con l’affetto del partner e dei familiari infatti, la neomamma sarà in grado di superare questa fase e in poche settimane potrà ritornare la serenità.

 

 

 

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