L’etichetta sensoriale dei prodotti alimentari

IL PRODOTTO “PARLANTE” : UNA BUSSOLA PER IL CONSUMATORE

di Dott.ssa Sara Grande

Iunknownl consumatore medio ha bisogno di essere guidato e supportato nella fase di valutazione e scelta del prodotto da acquistare; ed è per questo che entra in gioco l’etichetta degli alimenti che, oltre a fornire informazioni relative al cibo commercializzato, viene utilizzata dal produttore per valorizzare i propri prodotti e dal consumatore per effettuare scelte attente e in linea con le proprie necessità. 

Secondo il Regolamento UE 1169/2011– entrato in vigore il 13 dicembre 2011 – in etichetta è necessario indicare: 

  • la denominazione dell’alimento;

  • l’elenco degli ingredienti, ovvero tutte le sostanze impiegate nella produzione, in ordine decrescente di peso;

  • la durabilità del prodotto;

  • le condizioni di conservazione e di uso;

  • il paese di origine e luogo di provenienza ;

  • le dichiarazioni nutrizionali: valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine, sale. 

Oltre le predette indicazioni obbligatorie per legge, è frequente riscontrare in etichetta la presenza di nuovi aggettivi, che descrivono le caratteristiche sensoriali del prodotto e ne anticipano il sapore. 

Tale fenomeno è nato negli Stati Uniti e prende il nome di food texture; cercando di semplificare, la texturepuò essere definita come la descrizione delle caratteristiche meccaniche del cibo. 

A rilevare lo sviluppo di questa nuova tendenza anche in Italia, è l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy che, dal monitoraggio delle etichette di oltre 60 mila prodotti alimentari di largo consumo (esclusi acqua e alcolici), ha individuato undici claimche evidenziano in etichetta la texture degli alimenti. 

Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio, le indicazioni più utilizzate sulle etichette dei prodotti alimentari di largo consumo sono quattro: morbidotenero,cremosoecroccante.

Croccante”è il claimpiù diffuso, nonché la caratteristica più apprezzata di un alimento; viene indicato su 1.252 prodotti(come il pesce preparato panato, i cereali per la prima colazione, le pizze, le patatine e i gelati) che rappresentano il 3,1% del giro d’affari totale del food confezionato. Ma non solo, “croccante” è anche il claimcon la miglior performance, che ha registrato un aumento del 15,5% delle venditenell’anno finito a giugno 2018.

A seguire vi è “cremoso”, con 1.053 prodotti (soprattutto yogurt intero, formaggi freschi e caffè) e con un sell-out cresciuto del +7,6% tra giugno 2017 e giugno 2018, arrivando al 2,6% del totale food. 

Sempre secondo quanto monitorato dall’Osservatorio, 637 prodotti presentano il claim“morbido”, grazie al qualehanno vendite in crescita annua del +1,3%: si tratta soprattutto di caffè, caramelle e affettati, e il loro giro d’affari contribuisce per l’1,2% al sell-out totale del largo consumo confezionato. 

Ilclaim“tenero”,invece,compare su 609 prodotti che generano l’1,3% delle vendite alimentari complessive e che, nei 12 mesi analizzati, hanno registrato un +3,5%. Si tratta perlopiù di prodotti vegetali naturali (come zuppe e minestroni), piatti pronti e insalate.

Sul fronte dell’enologia, invece, si sperimentano nuovi mezzi di comunicazione; il successo di un vino, passa anche dal packagingche, coniugato con l’arte, attrae il consumato e lo cattura.

Ilpackaging viene utilizzato dal produttore come strumento utile a comunicare con un consumatore distratto da colori, luci, offerte, prezzi, suoni, presenti all’interno del punto vendita.

Recentifocus grouphanno rivelato che l’occhio di un consumatore medio si sofferma più a lungo sulla grafica del packaging,che sui dati nutrizionali, sul tipo di vitigno e sulle caratteristiche organolettiche del vino.

A confermare questa tendenza vi è la ricerca tenutadall’Ehrenberg-Bass Institute for Marketing Science, secondo la quale ai primi posti nelrankingdi elementi influenti nella spesa del vino vi sono packaging ed etichetta

Ma non è tutto: anche la percezione del colore, prima ancora del packaging, può suscitare una particolare sensazione; alcuni colori, suggeriscono ottimismo, gioia e fiducia, altri possono ricordare elementi della natura, oggetti o eventi. 

La vista è sicuramente il senso che viene coinvolto per primo nella fase di scelta del prodotto da acquistare; quante volte vi è capitato di acquistare un prodotto a ‘‘colpo d’occhio’’? 

Ogni prodotto vinicolo ha una identità, resa visibile e comunicata al consumatore dal packaging. 

Negli ultimi anni si sta assistendo ad un vero ribaltamento del modo di concepire il consumo, l’etichetta è sempre più uno strumento di marketing efficace nel coinvolgere il consumatore e nel creare un vero e proprio contatto sensoriale con lo stesso; << Non siamo macchine pensanti che si emozionanobensì macchine emotive che pensano >>.

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