Le Criptovalute e le ultime novità in tema di investimenti

Contributo di A. P.

L’avvento delle nuove tecnologie ha determinato importanti cambiamenti nel settore finanziario e nell’economia globale.

Sono ormai trascorsi 17 anni da quando, nell’ottobre del 2008, Satoshi Nakamoto (questo lo pseudonimo adottato dall’autore o dagli autori) ha pubblicato un documento intitolato “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”. Tale White paper ha fondato le basi tecniche per lo sviluppo di un sistema di valuta digitale decentralizzato che opera senza intermediari o autorità centrali, come un Governo o una banca centrale. In questo documento veniva proposto un sistema che avrebbe eliminato la necessità di intermediari per le transazioni finanziarie, utilizzando una rete distribuita di computer per verificare e registrare ogni transazione su un registro pubblico chiamato blockchain. Tuttavia, la nascita delle criptovalute affonda le proprie radici nelle idee di economisti e teorici informatici che già a partire dagli anni ’80 avevano intuito la possibilità di creare un sistema di pagamento digitale sicuro e decentralizzato. Fu poi la crisi finanziaria globale del 2008 che accelerò il processo di creazione delle criptovalute che hanno trasformato i concetti di denaro e pagamento. Nel gennaio 2009, infatti, Nakamoto minò il primo blocco di Bitcoin, noto come genesis block, dando vita ufficialmente alla criptovaluta. Con l’introduzione di Bitcoin, Nakamoto non solo creò una nuova moneta digitale, ma anche un paradigma completamente nuovo per i pagamenti globali.

Cosa si intende con il termine Criptovaluta, o Valute digitali, o Cripto attività è chiarito dalla Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB), l’organismo di vigilanza del Mercato finanziario in Italia: si tratta di rappresentazioni digitali di valute utilizzate come mezzo di scambio o detenute a scopo di investimento che possono essere trasferite, negoziate ed archiviate elettronicamente e che non hanno controvalore nell’ economia reale, a meno che siano accettate come mezzo di scambio.

Il Bitcoin è rimasto per lungo tempo l’unica criptovaluta esistente, ma la sua crescente popolarità nel corso degli anni ha dato vita a un vero e proprio boom di criptovalute alternative.

La diffusa adozione di Bitcoin e di altre criptovalute ha portato alla creazione di nuovi strumenti finanziari. Tuttavia, le criptovalute sono rimaste molto volatili e soggette a sfide regolatorie. Le criptovalute, infatti, hanno sempre operato in un ambiente normativo incerto. Mentre alcuni Paesi hanno sviluppato leggi e regolamenti per governare l’uso delle criptovalute, altri continuano a considerarle illegali o ad alto rischio. Cambiamenti improvvisi nelle politiche governative potrebbero influire negativamente sul valore e sulla disponibilità delle criptovalute. In tale scenario, un importante cambiamento è avvenuto in Europa grazie all’introduzione da parte del legislatore del cosiddetto Regolamento MICAR .

Pubblichiamo l’intervista al prof. Giuseppe Giulio Luciani, avvocato, docente di diritto dei mercati finanziari e membro del Dimetech Lab dell’Università di Parma che ha chiarito ed approfondito degli aspetti di particolare interesse del complesso mondo delle Criptovalute.

Avvocato Luciani, quali sono le novità apportate dalla regolamentazione MICAR ?

Sono circa 17.000 le cripto-attività in circolazione. Pertanto, se è vero che Bitcoin può vantare circa il 60% delle quote di mercato ed Ethereum circa il 13%, è pur vero che quello delle crypto rimane un fenomeno decisamente frastagliato ed impervio, dove è facile cadere vittima di truffe e comportamenti abusi.

La regolamentazione MICAR  è intervenuta in questo scenario, con l’obiettivo di definire una disciplina armonizzata dei crypto – assets, al fine di tutelare gli investitori e garantire la stabilità del mercato monetario europeo, che potrebbe risultare compromessa dalla diffusione incontrollata delle cripto-valute.

L’obiettivo è stato centrato dal legislatore?

Le buone intenzioni del legislatore si sono dovute scontrare con un fenomeno, quello delle crypto, che nasce proprio dalla volontà dei cittadini di poter disporre e scambiare moneta liberamente, al di fuori dei controlli statali e, più in generale, del sistema economico politico nel complesso.

E così MICAR  è nata con un vizio ontologico e con la consapevolezza che esistono spazi nella vasta e articolata compagine sociale, che si sottraggono al diritto e non possono essere governati.

Il regolamento Mica si applica, infatti, agli emittenti di “asset-referenced token” (ART) e di money token” (EMT), vale a dire di cripto-attività che mantengono stabile il proprio valore (stablecoin) grazie al collegamento con il valore di valute, di panieri di beni o di altre cripto-attività, nonché agli emittenti di cripto attività diverse dagli ART e dagli EMT, le così dette crypto other-than.

Non cadrebbero, pertanto, sotto la regolamentazione MICAR  le criptovalute più impattanti sul mercato, vale a dire Bitcoin, e tutte le altre criptovalute in cui non è possibile identificare un emittente o comunque un soggetto che abbia realizzato o promosso il progetto legato all’emissione della crypto.

Come può un consumatore orientarsi nel mondo delle crypto?

In tutti i casi in cui è possibile individuare un emittente il legislatore europeo ha previsto che l’offerta della cripto-attività al pubblico sia assistita dalla pubblicazione di un documento “esplicativo”, molto simile al tradizionale prospetto informativo, già noto nella prassi finanziaria con il nome di “white paper”.

La logica, come avviene per la compravendita di strumenti e prodotti finanziari, è quella di mettere a disposizione dell’investitore tutte quelle informazioni utili o necessarie affinché possa effettuare un’operazione di investimento consapevole.

Il white paper dovrà riportare, pertanto, tutte le informazioni relative al progetto imprenditoriale che ne accompagna il lancio, alle caratteristiche ed ai rischi connessi alle cripto-attività offerte, e, in particolare, alle ipotesi in cui le crypto potrebbero perdere valore, magari a causa della loro sostanziale illiquidità.

Quando oggetto di offerta sono cripto-attività diverse da ART o EMT (vedi le crypto other-than), il contenuto del white paper non è soggetto ad alcun controllo preventivo da parte delle autorità competenti.

Il white paper è uno strumento efficace di tutela per chi è intenzionato ad acquistare cripto-attività?

Dalla pubblicazione del white paper, l’emittente è libero di offrire le proprie cripto-attività al pubblico in tutto il territorio dell’Unione o di chiederne l’amissione in un sistema di negoziazione.

L’art. 26 del Reg. MICAR  prevede ipotesi di responsabilità dell’emittente nel caso in cui questo non abbia fornito al possessore di token informazioni chiare, corrette e complete.

La prova del danno patito spetterà, in ogni caso, al consumatore il quale sarà tenuto ad indicare quale sia stata la norma violata dall’offerente ed in che modo le informazioni non corrette del white paper abbiamo influito sulle sue decisioni. 

Chi verifica la correttezza delle operazioni di offerta pubblica e di negoziazione di cripto sul mercato?

Il Regolamento MICAR  prevede che debbano essere le Autorità di vigilanza finanziaria degli Stati membri a monitorare l’emissione, l’offerta pubblica e l’ammissione alla negoziazione di cripto-attività.

Il D. Lgs. n. 129/2024, attuativo del Regolamento MICAR , da poco entrato in vigore, attribuisce a Banca d’Italia e Consob i poteri di controllo necessari a garantire la protezione degli investitori e il corretto funzionamento dei mercati.

Più in particolare a Banca d’Italia sono stati attribuiti poteri di vigilanza prudenziale e gestione delle crisi, con riferimento agli emittenti di asset-referenced token (ART), di e-money token (EMT) e ai prestatori di servizi per le cripto-attività (CASP).

Sono, invece, attribuite alla Consob competenze di vigilanza in materia di trasparenza, correttezza dei comportamenti, ordinato svolgimento delle negoziazioni e, più in generale, di tutela dei possessori di cripto-attività.

Alla Consob sono state attribuite anche competenze in materia di vigilanza, prevenzione e sanzione degli abusi di mercato relativi all’emissione e negoziazione di  cripto-attività.

Spesso si è letto di default di piattaforme di exchange e di prestatori di servizi di custodia che hanno provocato danni significativi ai possessori di crypto. Come si può intervenire, in questi casi, per tutelare i consumatori?

A mio avviso le novità più significative apportate dalla disciplina MICAR  riguardano proprio gli obblighi comportamentali-informativi previsti a carico di gestori di piattaforme di exchange e dei prestatori di servizi in cripto-attività. Anzi, sembra proprio che il legislatore abbia voluto caricare principalmente sulle spalle di questi soggetti, che costituiscono i terminali delle operazioni di negoziazione e investimento, buona parte degli oneri di controllo ed ovviare così alle problematiche strutturali che, come abbiamo visto, caratterizzano il sistema.

Con riguardo agli obblighi comportamentali il regolamento MICAR , ripercorrendo sostanzialmente la disciplina prevista in materia di servizi di investimento, prevede che i prestatori di servizi debbano agire con onestà, correttezza e professionalità, perseguendo il miglior interesse del cliente. I prestatori di servizi sono, inoltre, soggetti a obblighi di corretta informazione con riferimento alle comunicazioni promozionali che accompagnano l’offerta di cripto attività.

Ai prestatori di servizi in cripto-attività vengono poi imposti precisi requisiti organizzativi, obblighi di custodia e salvaguardia delle cripto-attività o dei fondi dei propri clienti, anche tramite la sottoscrizione di polizza assicurative, e la gestione trasparente di eventuali conflitti di interesse.

Questi prestatori di servizi devono agevolare il cliente, consentendogli l’esercizio informato dei diritti insiti nelle cripto-attività per suo conto detenute. E’ qui uno dei punti più significativi della nuova disciplina, che impedisce alle piattaforme di exchange di negoziare cripto-attività delle quali non sia stato pubblicato un white paper. Agli operatori, peraltro, viene richiesto di effettuare una autonoma valutazione sulle cripto-attività da ammettere allo scambio, tenendo in considerazione la professionalità dell’offerente e dei membri dei suoi organi di gestione.

La MICAR  prevede, inoltre, a carico dei wallet service provider oneri di trasmissione periodica di informazioni ai clienti sulle cripto-attività detenute, soprattutto quando la detenzione di una particolare cripto-attività richieda una qualsiasi forma di intervento o azione da parte dei clienti.

E’ un sistema di protezione efficace?

La MICAR  prevede espressamente che i prestatori di servizi siano considerati direttamente responsabili nei confronti dei propri clienti per perdite di cripto-attività, anche come conseguenza di malfunzionamenti dei software o di attacchi hacker.

Anche in questo caso, come avviene nell’ambito delle negoziazioni finanziarie, i principali oneri di verifica ricadono sui soggetti che si occupano della negoziazione delle crypto attività. Non si tratta, tuttavia, di colossi dell’intermediazione, che hanno accesso a quantità significative di dati sugli emittenti o che sappiano gestire efficacemente situazioni di crisi, ma di soggetti spesso particolarmente vulnerabili.

Consob e Banca d’Italia hanno già dimostrato in passato di essere molto macchinose e di intervenire a giochi fatti.

La protezione più efficace del proprio interesse, pertanto, dovrà essere realizzata dal cliente stesso che dovrà agire sempre con estrema prudenza senza farsi sedurre dalla possibilità di realizzare facili guadagni.

Da quanto emerge anche dall’approfondimento con l’Avv. Luciani, si può affermare che le criptovalute hanno rivoluzionato la finanza moderna. Nonostante l’entusiasmo che le circonda, gli investitori devono essere consapevoli dei significativi rischi connessi a questo tipo di investimento. La volatilità, le incertezze regolatorie e la possibilità di speculazione rendono le criptovalute un’area di investimento ad alto rischio. Tuttavia, l’Europa, in anticipo rispetto a molte altre giurisdizioni in questo settore, ha introdotto, attraverso il MICAR ,  regole complete e personalizzate. Si tratta di norme uniformi che rappresentano un passo importante per creare un ambiente più sicuro e sostenibile per le cripto-valute e le cripto-attività in generale nell’UE, garantendo una miglior tutela dei consumatori e degli investitori verso possibili reati finanziari e manipolazioni del mercato.

Il futuro delle criptovalute resta incerto, ma è indubbio che la tecnologia alla base, la blockchain, continuerà a influenzare vari settori economici e sociali.

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