“E’ la matematica la mia insonnia”

NUOVE POESIE DA PATRIZIA PAPILI

x Fed copertina libro libro matematicajpgANCONA – di Luisa Ferretti – “Essere dispari in cerca di un pari per fare dispari e non essere mai uguali”. Già dal sottotitolo del libro “E’ la matematica la mia insonnia”, edito da Affinità Elettive, si intuisce l’originale visione della poetessa anconitana Patrizia Papili che, con questo verso, riassume la trama irrisolta di ogni esistenza “in cerca di un pari”. Un “pari” che tenta di concretizzarsi nel rapporto con un’altra persona e nel confronto quotidiano con noi stessi, ma che, paradossalmente, ci rende… dispari e mai uguali! I versi della Papili testimoniano questo percorso di parificazione – e pacificazione – esistenziale, registrando con tenacia i sogni, i desideri, le difficoltà vissuti negli anni. Un racconto dell’anima che diviene dialogo con l’esistenza, davanti alla quale la poetessa, soprattutto nell’età giovanile, si pone in maniera molto critica, talvolta violenta, rivendicando le ingiustizie e le sofferenze subite. “Rivendichiamo i nostri errori / i nostri difetti/ la paura di secessioni/ dei nostri io imperfetti”. Con il passare degli anni, però, vediamo emergere nella Papili una ritrovata gratitudine verso la vita, maturata nella consapevolezza che le ha donato tanto. “Sono felice/ di cosa non so/ Ma posso morire/ e dire grazie per tutto quello che ho”. Da giovani si è sognatori, ribelli, e non ci si accontenta facilmente, ma l’esperienza, come una paziente maestra, smussa nel tempo le asperità e ci fa riscoprire l’essenzialità delle cose, la loro preziosa unicità. La poesia della Papili evoca questo lavoro di cesello che la vita vissuta fa in ognuno di noi con il passare degli anni. Il suo stile è asciutto, coinciso, a vantaggio di una essenzialità che è la cifra stessa della poesia. Un’essenzialità che, in pochi versi, imprime un “tutto”, denso di significato e di emozione. “Come un sismografo / registro le prepotenze/ di una società che affascina e addolora”. I versi dell’autrice rivelano un pensiero lucido, disincantato, e non indugiano mai in artificiosi sentimentalismi, ma scandagliano le problematiche quotidiane in modo viscerale e diretto. E, dal tormento di questa analisi, affiora ogni volta, prepotente, l’amore per la vita… un amore non sempre ricambiato. “Amare la vita anche se a volte / è come un’amante che ti ha tradita”.

Sono versi che comunicano una profonda sofferenza emotiva e fisica, ma lo fanno in maniera autentica, e con una forza vitale e un’ironia sottile che sembrano anestetizzare il dolore attraverso la parola scritta. La poesia rivela il drammatico conflitto fra ideale e reale e, nello stesso tempo, ricuce ogni strappo interiore. “Quando cala la sera/ mi appoggio alla finestra/ e sogno”. Ritorna spesso il “sogno” fra i versi di Patrizia Papili, specie nelle ultime poesie, come un balsamo che lenisce ogni ferita e fa “quadrare i conti” di un’esistenza da “matematica insonne”.

Il libro è disponibile in tutte le librerie. Infoweb: http://www.edizioniae.it/

(articolo tratto da Urlo-mensile di resistenza giovanile)

 

 

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