Da Chicago le ultime novità in tema di lotta al cancro

SPECIALE ASCO 2014, IL MEETING MONDIALE DELL’ONCOLOGIA

del dottor Giorgio Rossi (oncologo)

imagesCome segnalato la scorsa settimana, si è tenuto a Chicago ( Illinois) il 50° Meeting Mondiale di Oncologia, organizzato dall’American Society of Clinical Oncology (ASCO) presso il Mc Cormick Place, un magnifico Centro Congressi che quest’anno ha ospitato ben 25.000 iscritti provenienti da ogni parte mondo. Rappresenta l’appuntamento più importante del settore ove vengono presentate i risultati delle più importanti ricerche e vengono indicate le linee guida che poi saranno applicate dai singoli specialisti quotidianamente nella pratica clinica per offrire sempre il meglio ai propri pazienti. Il dato più rilevante uscito dal Congresso è consistito dai progressi ottenuti nell’impiego dell’immunoterapia, una ulteriore opportunità di curare il cancro che si viene ad aggiungere a quelle tradizionali della chemioterapia, della radioterapia e della terapia chirurgica. In realtà l’immunoterapia non rappresenta una novità assoluta, in quanto già negli anni 90 dello scorso secolo grande entusiasmo si era acceso intorno alla terapia immunitaria sia mediante immunomodulatori, che mediante vaccini, che però hanno profondamente deluso le aspettative. Attualmente lo scenario è profondamente cambiato; ora l’agente immunoterapico agisce su specifici target molecolari cellulari che permettono di potenziare l’azione contro le cellule tumorali di specifiche cellule deputate a tale scopo come i linfociti-T.

Gli studi riguardano vari tipi i di tumore come il cancro al rene, mammella , colon, polmone ma è soprattutto sul melanoma che si sono avuti i migliori risultati. Il melanoma, tumore che nella stragrande maggioranza dei casi nasce da un semplice neo della cute, se diagnosticato tardivamente presenta un’alta mortalità in quanto, fino a qualche hanno fa, non esistevano cure efficaci eccetto la chirurgia fin che possibile. Da circa 3 anni è presente un farmaco, dal nome difficile ,ipilimumab, farmaco immunologico, che sta dimostrando una interessante efficacia. A Chicago sono stati presentati dati che confermano questo trend che ha permesso al 20% di paziente di essere vivi e senza segni di malattia ad oltre 3 anni dalla cura. Ciò a fatto si che il farmaco venisse anche usato nella così detta fase adiuvante della malattia, cioè subito dopo la chirurgia nei casi a maggior rischio e i dati anche se preliminari sono molto incoraggianti avendo dimostrato una riduzione del rischio di ricaduta del tumore del 25% nei pazienti trattati rispetto al placebo. Inoltre sempre per quanto riguarda il melanoma, altri nuove molecole, sempre con azione immunitaria, si sono dimostrate efficaci, una di queste (nivolumab) in modo particolare se associata all’ipilimumab ne potenzia sensibilmente l’effetto. Altro studio presentato a Chicago rigurda l”uso di un altro immunoterapico, il pembrolizumab, nel tumore del polmone che ha dimostrato la capacità di ridurre la massa tumorale nell’80% dei casi; ciò ha fatto si che l’FDA ( Food and Drug Administration), l’Agenzia americana che regolamenta l’uscita in commercio di nuovi farmaci, definisse tale farmaco come “breaktrough therapy”, cioè farmaco fondamentale anche in presenza di dati preliminari e meritevole di ulteriori ricerche.

Accanto a queste speranze, però, ci sono alcune ombre , prima fra tutte è la sostenibilità dei costi delle cure. Il numero crescente di pazienti che necessitano di cure ed il costo unitario dei nuovi farmaci, oscillante tra 50 e i 150 mila dollari per anno di terapia creano importanti problemi economici. Già oggi diversi Paesi anche europei non sono in grado di assicurare ai loro cittadini le cure migliori, e perfino negli Stati Uniti, diversi pazienti che non sono assicurati, o ai quali l’assicurazione non riconosce tutte le cure, non sono in grado di pagare le medicine di cui hanno bisogno. Altro grave problema è la disparità di accesso alle cure. Questo sta diventando un problema anche italiano. La scelta di introdurre nuovi farmaci ma non di renderli subito rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale, sta generando non poche disparità tra Regioni e tra ospedali della stessa Regione. Questi farmaci vengono collocati nella fascia C(nn), cioè approvati dall’EMA ( European Medicines Agency) per la loro sicura efficacia, ma per i quali l’AIFA ( Agenzia Italiana del Farmaco ) non ha ancora concordato il prezzo commerciale con l’azienda produttrice . Accade quindi che in contesti più ricchi o meno attenti agli sfondamenti di spesa, vengano autorizzati all’uso, mentre in altri contesti non è permesso.

Spetta alle Istituzioni saper garantire ai pazienti di poter fruire delle migliori opportunità di cura che , come visto a Chicago, possono provenire dalla conoscenza sempre più ampia delle cause genetiche, dalla varietà di approcci terapeutici che va dalla chirurgia sempre più innovativa, alla chemioterapia tradizionale e ai più recenti immunomodulatori, associati ai continui miglioramenti della diagnostica, che fanno intravedere la possibilità di sconfiggere davvero questa malattia che già oggi può essere vinta in oltre la metà delle persone.

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