Coste Marche, 144 lidi e 78 km a rischio erosione

DOSSIER LEGAMBIENTE “SPIAGGE INDIFESE”

xFeD foto spiagge indifeseANCONA – Dei 172 km di costa marchigiana, 28 sono caratterizzati dalla presenza di porti e coste alte, 144 da spiagge e ben 78 km sono a rischio erosione, cioè il 54,2% del paesaggio costiero. È questa la foto scattata da Legambiente con il dossier “Spiagge indifese”. Una fotografia dello stato di salute delle coste italiane e, in particolare, dei processi di erosione che minacciano il Paese. Un fenomeno naturale che è amplificato dall’antropizzazione delle coste, che nelle Marche vede quasi il 60% del litorale sepolto per sempre dal cemento, dalla riduzione dell’apporto di materiale litoide dei fiumi in mare e da un’inadeguata gestione del problema da parte delle amministrazioni. Mentre le spiagge si assottigliano di mareggiata in mareggiata e le infrastrutture costiere restano esposte all’aggressione marina, le opere di difesa poste a protezione degli arenili in erosione rischiano di accelerare e aggravare i processi erosivi in spiagge adiacenti e di alterare in modo significativo la morfologia, l’ecosistema e il paesaggio delle coste.

 “La nostra costa è un patrimonio da tutelare per la tenuta di tutto il territorio – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. Ed è per questo che torniamo a chiedere a tutti gli enti locali attenzione alla corretta gestione dei corsi d’acqua, anche attraverso l’adozione di strumenti come i contratti di fiume, e un convinto stop al consumo di suolo soprattutto nella fascia costiera ormai troppo antropizzata e che si trova sempre più a pagare gli effetti delle variazioni climatiche. Chiediamo, quindi, al prossimo governatore della Regione Marche di partire e mettere subito al centro della sua azione il buon governo e la corretta gestione di tutto il territorio, che consideri i problemi della spiaggia e dell’eccessivo peso antropico sulla fascia costiera. Il litorale è un bene mobile, in costante evoluzione e in precario equilibrio, che si adatta rapidamente alle variazioni climatiche, alle locali condizioni fisiche dell’ambiente e, soprattutto, alle attività antropiche dirette e indirette che la influenzano. Non si può quindi considerare l’ambiente costiero come un’entità statica ed immutabile sulla quale progettare e pianificare come se si fosse in terra ferma, ma bisogna riconoscere che qualsiasi intervento può scatenare, come in passato, effetti anche molto negativi ed inaspettati”.

  Si ringrazia l’Università di Camerino per il prezioso e importante contributo scientifico alla stesura del dossier “Spiagge Indifese”.

 (articolo ricevuto da Legambiente Marche)

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