Cina: il 21 giugno la tradizione della morte dei cani

di Avv. Fabiana Latte

cinafestivalcarnecaniYulin, Cina, si festeggia il tradizionale “Festival della carne di cane al solstizio di estate”. Ogni 22 giugno sulle tavole imbandite vengono servite pietanze fatte di carne diversa da quella che nella nostra cultura siamo abituati a degustare. Si tratta di carne di cane.
Di quegli esseri che amiamo, accudiamo e addirittura per alcuni, veneriamo così tanto.

Che cosa si festeggi in questa manifestazione non mi è ancora chiaro. Forse si festeggia la bestialità umana in cui per salutare il solstizio migliaia di cani vengono macellati, cotti e mangiati. Si parla di circa 10 mila cani solo per il 2013.

Si tratta, troppo spesso, di cani randagi o sottratti ai proprietari di bande criminali che vengono trucidati ed uccisi con metodi crudeli, al limite della follia: dalle percosse (che arrivano anche a rompere le ossa all’animale) all’utilizzo di veleni o cianuro, fino ad arrivare a scuoiarli vivi.
Non è irreale. Accade e accadrà anche nel 2015. Il tutto è documentato in un video-denuncia che riprende le immagini delle torture alle quali questi esseri indifesi sono sottoposti.

Siete sensibili e particolarmente suggestionabili? Non guardatelo. Io non sono riuscita a terminare la visione del video perché troppo cruento. Perché solo immaginare come questi animali, che nella nostra cultura rappresentano l’amore incondizionato e la totale fedeltà al proprio umano,  possano essere usati come vera e propria “carne da macello” da parte di aguzzini, fa stringere lo stomaco.
Sul piano internazionale si sono mobilitate le diverse associazioni animaliste. Tra le tante vi è anche una petizione on line per fermare questa barbaria.

Cani e gatti oltre ad essere stati riconosciuti (non ci stancheremo di ricordarlo) animali senzienti, sono e saranno sempre compagni dell’uomo, non il proprio cibo. Non rispecchia il progresso sociale della nostra cultura, non ci appartiene più.

Oggi l’allevamento di cani a scopo alimentare non appare molto diffuso in Cina, anche in vista dell’intervento delle autorità che hanno aumentato i controlli e inasprito le norme al punto tale da rendere non conveniente il business della carne di cane. Ma in ogni caso ne aumenta il traffico illecito ad opera delle organizzazioni criminali.

Petizione a parte, la domanda viene spontanea: durante l’esposizione mondiale dell’alimentazione, non una parola. Non un cenno. Come mai? Perché l’Unione europea non interviene al riguardo? Tutto questo silenzio, non fermerà il massacro di Yulin.

Lo stesso direttore della Animals Asia è intervenuto sia per sollecitare la diffusione della petizione, sia per denunciare pubblicamente quanto di più abnorme accade a Yulin. Affermando, inoltre, che la “Cina sta compiendo importanti passi avanti in materia di tutela del benessere animale” affermando che il Festival (se così si può chiamare) di Yulin rappresenta una vera e propria macchia nera per il paese e la sua immagine.

Una firma per fermare un indiscriminato massacro, volto ad arricchire esclusivamente la criminalità cinese. Un festival che non può dirsi tale, perché da festeggiare non c’è assolutamente nulla.

Vi lascio con il link dove poter firmare la petizione, a voi la libertà e il piacere di contribuire a far qualcosa. Un piccolo gesto ma molto potente.

Il link della petizione: http://itsnofestival.animalsasia.org/itl

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