Musica & Diritto- Il maestro timido Ennio Morricone

IL 10 NOVEMBRE 1928 NASCEVA IL COMPOSITORE E MAESTRO ENNIO MORRICONE

di Valentina Copparoni

morricone1Uomo timido, grandi occhiali che incorniciano il volto quasi a voler nascondersi, il grande maestro Ennio Morricone compie oggi  85 anni.
Nato nel 1928 a Trastevere dove,  come raccontato dall’amico  d’infanzia Sergio Leone,  “la scalinata era il nostro taboga da scendere con delle assi di legno che erano i nostri rudimentali bob, sui quali pisciavamo prima della gara, sicuri che quell’accorgimento avrebbe favorito la loro scorrevolezza“.
Primo di 5 figli, la musica già scorre nelle vene del padre Mario che è suonatore di tromba mentre la madre Libera Ridolfi si occupa della casa e dei bambini. A 10 anni inizia a frequentare il Conservatorio di S.Cecilia nella classe di Tromba di Umberto Semproni e proprio lì l’insegnante di armonia complementare intuisce le precoci doti del giovane e gli suggerisce di studiare composizione come in effetti inizierà nel 1944.
Due anni dopo ottiene il diploma in tromba ed è in questo periodo che ottiene i primi ingaggi come strumentista e arrangiatore in teatro. Dopo alcuni anni passati  a frequentare il conservatorio ottenendo anche il diploma in strumentazione per banda, è nel 1955 che si apre per Morricone la strada che diventerà per lui prioritaria in grado di regalargli e  regalare a tutti noi immensi capolavori: comporre musiche per il cinema. In realtà inizialmente lavora come assistente musicale e arrangiatore in alcuni varietà televisivi, in radio e per la casa discografica Rca fino a quando il suo percorso artistico si incontra con quello del grande amico di infanzia Sergio Leone.

A volte alcuni incontri sanno di destino e cosi è stato per Morricone e Leone. Amici per la vita che decidono di unire il cammino professionale nonostante entrambi dotati di un carattere molto forte che a volte li porta anche a scontrarsi. I film western di Leone e le colonne sonore di Morricone diventano un connubio unico, da brividi che non diminuiscono nel tempo ma che ogni volta sanno regalare emozioni.
Ha composto più di 500 titoli per artisti del calibro di  Mario Lanza, Charles Aznavour, Dalida, Paul Anka e molti altri.
Ma il suo nome è legato a doppio filo con i tanti film per cui ha composto le colonne sonore.  Circa 400 colonne sonore per film come The Mission di Roland Joffé, The Untouchables di Brian de Palma, Frantic di Roman Polanski, Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore e, naturalmente, quelle per i film di Sergio Leone con cui l’amico Morricone ha formato uno dei sodalizi artistici più significativi di tutta la storia del cinema. “Morricone è il miglior sceneggiatore dei miei film” diceva Leone,riconoscendogli molto del merito che ha reso immortali le sue sceneggiature, i suoi inconfondibili primi piani.
Per un pugno di dollari” , “Il buono, il brutto ed il cattivo”, e nel 1968 “C’era una volta il West”. Morricone, dal carattere timido ed introverso, conosce la fama internazionale. La sua musica possiede una capacità  evocativa che anche senza immagini non si dimenticano più e se per di più sono associate al cinema strepitoso di Leone.
Cosi Morricone parla di Leone: “È stato per me una figura importante. Lui ha realizzato quello che altri registi non sono riusciti completamente a fare. Leone per pura intuizione, e non per scienza, è riuscito a rispettare la temporalità della musica. Cinema e musica hanno questo elemento fondamentale in comune, la temporalità, il tempo. Se un regista forza la temporalità della musica, il matrimonio cinema-musica non avviene. Leone ha adattato alla perfezione la temporalità musicale alla temporalità delle immagini, lasciando che la musica sviluppasse i suoi tempi, che erano poi anche i tempi dei suoi film”  ( dall’intervista rilasciata nel 2004 a Dimitri Gagliano)
Nelle colonne sonore dei film di Leone c’è spazio a strumenti popolari (armonica o il flauto di Pan) ma anche a rumori che sanno rendersi protagonisti.Cosi Morricone “Vorrei ricordare una sequenza nella quale Leone ha osato il massimo come regista, e cioè i primi venti minuti del film C’era una volta il West. Una sequenza priva di dialogo, di musica, in cui ci sono soltanto suoni e rumori di varia natura. In questi venti minuti, così coraggiosi, avviene qualcosa di molto importante: a poco a poco, questi rumori assumono una connotazione che astrae dalla loro funzione realistica, assumono un significato più alto, più importante, che ognuno può certamente interpretare a proprio piacimento. È un significato che da al film un attacco di straordinaria forza drammatica e costituisce un atto di grande coraggio cinematografico”.

Nel cinema ricordiamo anche i lavori musicali per Bernardo Bertolucci (“Prima della rivoluzione”, 1964 – “Partner”, 1968), Marco Bellocchio (“I pugni in tasca”, 1965 – “La Cina è vicina”, 1967), De Seta (“Un uomo a metà”, 1966), Patroni Griffi (“Un tranquillo posto di campagna”, 1968 – “Metti una sera a cena”, 1969), Pier Paolo Pasolini (“Uccellacci e uccellini”, 1966 – “Teorema”, 1968), Gillo Pontecorvo (“La battaglia di Algeri”, 1966), Carlo Lizzani (“Mussolini ultimo atto”, 1974) e Dario Argento. Ma anche registi internazionali come Brian De Palma e Oliver Stone.
Negli anni viene proposto per il dottorato honoris causa all’Università di Goeteborg dal musicologo inglese Philip Tagg, nominato membro della Commissione artistica della Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma e invitato a far parte della giuria della 49a Mostra del Cinema di Venezia; il Ministro francese della cultura Jack Lang gli conferisce  nel 1992 il titolo di Officier de l’Ordre des Arts ed des Lettres e  nel 1994 è stato il primo compositore non americano a ricevere il premio alla carriera dalla SPFM (Society for Preservation of Film Music). Nel suo paese natale riceve l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”. Nel 2007 riceve il premio oscar alla carriera, una carriera fatta di 27 dischi d ‘oro, 7 di platino, 3 targhe d’oro ma soprattutto di melodie che ognuno di noi ha nel cuore che viene scaldato sin dalla prima nota sia che riecheggia mentre scorrono immagini i un film sia in una stanza vuota.

Avevamo già raccontato della straordinarietà dello scorrere del tempo raccontata dall’occhio cinematografico di Sergio Leone (rileggi qui)  e di come le musiche di Morricone non sono soltanto una loro cornice, ma la vera anima.
Un’occasione per ricordare insieme queste due straordinarie vite figlie di un’Italia che troppo spesso si dimentica dei suoi “capolavori”.

 

Concerto di Monaco-2004

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