Ilva: l’azienda non rispetterebbe il piano di risanamento

download4 GIUGNO ’13, ROMA – Illustrando i dati dell’ispezione Ispra, il Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando,  ha detto che gli obblighi per il risanamento dell’Ilva di Taranto imposti dall’Aia non sono stati rispettati. “Non e’ accettabile che si trasgredisca a un processo che deve essere applicato rigidamente” stigmatizza il ministro. A chi gli chiede se ci sia ora la possibilità di intervenire sull’assetto proprietario e sulla conduzione dell’azienda, il ministro risponde che “ci sono le condizioni per intervenire, in quali forme lo vedremo.  L’ attuale assetto non garantisce il raggiungimento degli obblighi”.
Orlando ha illustrato poi le “considerazioni preliminari” fatte dall’ Ispra al termine dell’ispezione compiuta con l’Arpa Puglia nell’acciaieria tarantina gli scorsi 28,29 e 30 maggio: a queste faranno seguito il 7 giugno  i risultati definitivi con le eventuali proposte sulle misure da adottare.
Le criticita’ evidenziate dall’ultima indagine riguardano in generale i sistemi per la movimentazione dei materiali trasportati via nave che non corrispondono alla regola europea, i tempi previsti per la copertura completa dei nastri trasportatori che ”restano significativamente superiori ai vincoli inizialmente imposti dall’Aia”: l’avanzamento dei lavori e’ stimato solo a circa il 20% previsto. Anche i tempi previsti sulla chiusura completa degli impianti aperti nelle aree dove si sviluppano polveri sono superiori a quelli inizialmente imposti dall’Aia e peraltro manca il parere sulla modifica dei tempi di attuazione richiesta dal gestore. Secondo l’Ispra, inoltre, ”continuano superamenti del limite di emissione consentita per le quantita’ di polvere nel flusso di vapore acqueo in uscita dalle torri di spegnimento” e, infine, ”non e’ del tutto soddisfatta la prescrizione che impone l’eliminazione del fenomeno di slopping (cioe’ l’espulsione di gas e nubi rossastri dai camini del siderurgico) facendo ricorso una diversa gestione del processo produttivo”.
Tutto questo è stato reso noto poco dopo che il Gip del Tribunale di Taranto aveva dato il via libero per l’uso dell’area a caldo.
MOSE’ TINTI

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