Fermi tutti! Giù le mani dalle pubbliche assistenze

L’ANPAS E LE MISERICORDIE UNITE CONTRO CHI CERCA DI FERMARE IL VOLONTARIATO IN SANITÀ 

di Avv. Marusca Rossetti

imageQuello che la maggior parte degli italiani non sa è che nel nostro Paese il 70% del soccorso sanitario è garantito dai volontari dell’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze(ANPAS) e delle Misericordie d’Italia che mettono a disposizione di tutti ben 5.000 ambulanze e oltre 200.000 volontari.

L’ANPAS rappresenta 876 Associazioni di volontariato diffuse sul territorio nazionale. Grazie ai 100.000 volontari e 400.000 soci sostenitori garantiscono l’apertura di oltre 1.200 punti di Pubblica Assistenza. La confederazione delle Misericordie d’Italia riunisce oltre 700 confraternite, alle quali aderiscono circa 670.000 iscritti, dei quali oltre centomila sono impegnati permanentemente in opere di carità.

E scusate se è poco!

 Il coinvolgimento diretto di cittadini attivi e il radicamento dell’Associazionismo su tutto il territorio, infatti, oltre a permettere di contenere fortemente i costi complessivi a carico dello Stato, contribuisce a rendere il sistema più flessibile ed in grado di modulare gli interventi sulla base delle esigenze dei territori. Allo stato attuale, in vista una importante fase di riorganizzazione dei presidi ospedalieri e di pronto soccorso, il ruolo dei volontari all’interno del sistema appare ancora più importante.

Tuttavia, vincoli sempre nuovi imposti dalle istituzioni nazionali, da enti locali, da concessionarie pubbliche e private nonché da norme inadeguate stanno rendendo sempre più difficile l’operato delle associazioni di volontariato.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la disdetta comunicata da società Autostrade per l’Italia dell’accordo, ininterrotto dal 1999, che prevedeva la fornitura di telepass esenti in comodato d’uso gratuito per le ambulanze, i mezzi di soccorso e quelli della protezione civile.

Da qui la decisione di organizzare la manifestazione che ha avuto luogo innanzi a Montecitorio a Roma, giovedì 3 aprile, per sollecitare un intervento del Parlamento e dello stesso Governo. Manifestazione tenutasi ugualmente nonostante nella serata di mercoledì 2 aprile la società Autostrade abbia fatto circolare un comunicato con il quale informava di una proroga dell’accordo sino al prossimo luglio.

Il venir meno di un simile comodato d’uso avrebbe ripercussioni devastanti sulle attività svolte dalle Associazioni. Riporto l’esempio significativo che ho letto a mia volta e che riguarda la Liguria. Solo per garantire le dialisi, tre pubbliche assistenze compiono ogni anno quasi 4mila viaggi sulla tratta Recco-Genova Nervi. Se il pedaggio dovesse diventare effettivo, queste tre associazioni dovranno sborsare oltre 20mila euro l’anno!

Ed è a motivo di ciò che ANPAS e Misericordie insieme hanno congiuntamente chiesto che vengano apportate delle modifiche al Codice della Strada affinché venga innovata tutta quella normativa che concerne l’esenzione del pedaggio autostradale dei mezzi impegnati nel servizio sanitario, la portata delle ambulanze, la definizione dei veicoli speciali, l’introduzione della patente di servizio per gli autisti soccorritori e il trasporto dei familiari sui mezzi di soccorso.

image2Ma la protesta non è nata solo da questo. Altre richieste che sono state presentate e riguardano l’omogeneizzazione nel sistema di affidamento dei servizi sociosanitari e il rinnovo di accordi con gli enti locali; la garanzia del diritto dei giovani al Servizio Civile Nazionale, innovando la legislazione nazionale con la stabilizzazione dell’impegno finanziario statale e regionale e con il rifinanziamento del Fondo per le Politiche Sociali e per la non Autosufficienza; piena attuazione della Legge 328/00 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) e definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e Livelli Essenziali di Assistenza Socio Assistenziale (LIVEAS); la riforma della Legge Quadro sul Volontariato (L. 266/91); la stabilizzazione del 5 per mille.

Nel corso della manifestazione deputati e istituzioni nazionali hanno assicurato di impegnarsi su quanto richiesto perché i volontari nella sanità sono “la parte buona del Paese”, così come li ha definiti il Presidente della Repubblica Napoletano.

«Se è vero che è mio dovere stare in Aula, è anche vero che è mio dovere stare fra la gente, in modo da poter riportare poi le vostre istanze all’interno del Parlamento», questo quanto ha dichiarato dal palco di Montecitorio la presidentessa della Camera Laura Boldrini: «Voi siete l’antidoto all’indifferenza. Vi ringrazio per essere in piazza, perché così dimostrate fiducia nelle istituzioni. Cercherò di dare seguito alle vostre richieste che in fondo mi sembrano richieste di buon senso».

Nel pomeriggio è stata la volta di Franco Gabrielli, prefetto e Capo Dipartimento di Protezione civile il quale ha dichiarato: «Per me era non solo un dovere essere qui, ma anche un obbligo morale perché io vi dico grazie di esistere, non solo nell’ambito riferito a quello che fate per la protezione civile, ma per quello che il volontariato svolge nel territorio nazionale. Dubito che si possa fare a meno della tanta gente, dei tanti uomini, delle tante donne che danno le proprie risorse, le loro intelligenze, il loro tempo al servizio degli altri».

Nella mattinata si è verificato anche un fatto increscioso occorso alla delegazione congiunta Anpas e Misericordie che non è stata ricevuta dal Ministero dei Trasporti: «Ci hanno accolto sulle scale – racconta il vicepresidente dell’Anpas, Mauro Giannelli– impedendoci perfino di entrare, un comportamento riprovevole, nessuno a casa propria accoglie degli ospiti in questo modo».

Date le promesse di impegno fatte, si tratta ora di attendere se cadranno nel vuoto o se troveranno una effettiva collocazione in progetti di legge concreti, ma intanto richiamerei l’attenzione di chi legge su un’altra questione, facendo un focus su quanto sta succedendo nella nostra Regione dove, dalle ore 7 dell’11 dicembre 2013 è in corso un presidio permanente dei mezzi delle Pubbliche Assistenze marchigiane sotto il palazzo della Regione per protestare contro il mancato rispetto degli accordi sottoscritti dalla stessa Regione Marche, per il continuo rimandare l’attuazione dei Regolamenti regionali ed i ritardi nella tempistica dei rimborsi delle spese sostenute dalle Associazioni.

Occorre sapere che l’attività delle ANPAS viene svolta sulla base di accordi e convenzioni con le Regioni e/o con le Aziende Sanitarie, che prevedono il rimborso delle spese effettivamente sostenute e rendicontate dalle Associazioni che riguardano principalmente il costo di carburante e la retribuzione del personale dipendente necessario a garantire la continuità del servizio.

Senonchè, con la determina n. 905 del Direttore Generale Asur Marche del 16/12/2013, proprio al fine di affidare in convenzione il servizio di trasporto sanitario, è stato in realtà prevista una “procedura selettiva di convenzionamento” sostanzialmente assimilabile a cottimi fiduciari in cui le AdV(Associazioni di Volontariato) partecipanti sono necessariamente costrette a scontare ulteriormente l’entità dei rimborsi delle spese effettivamente sostenute e documentate per l’erogazione dei servizi, che già in ragione di un accordo siglato il 22 febbraio del 2013 sono state sottoposte a vincoli, tetti e limitazioni piuttosto stringenti. Tutto ciò porterebbe le Associazioni a dei tracolli finanziari nonché a uno svilimento dei servizi perché, non potendo abbassare i prezzi al di sotto di soglie minime a garantire la sopravvivenza delle stesse, ciò aprirebbe la strada a uno sconsiderato sciacallaggio sulla base del criterio della proposta a ribasso. Però è impensabile che certi servizi che comportano la gestione di malati vengano realizzati senza rispettare standard di qualità elevati. E avere mezzi e persone che stiano al passo con questi standard hanno dei costi che non possono e non si devono abbattere a discapito della salute e della dignità di chi ha necessità di avvalersene.

Alla base della protesta c’è dunque la richiesta, innanzitutto, dell’annullamento formale della determina di cui sopra, ma non solo.

Congiuntamente a ciò, le AdV chiedono che venga emanata da parte della Giunta Regionale una direttiva che sia vincolante per gli Enti del Servizio Sanitario Regionale (ASUR Marche-A.O.U Ospedali Riuniti di Ancona-A.O.Ospedali Riuniti Marche Nord-INRCA) ai fini dell’applicazione univoca di criteri prestabiliti per l’affidamento del servizio di trasporto sanitario mediante convenzionamento con le AdV e la CRI.

E’poi indispensabile che gli Enti del Servizio Sanitario Regionale, cioè tutti i soggetti elencati poche righe fa, acquisiscano criteri univoci e chiaramente predefiniti per il rimborso delle spese effettivamente sostenute, corrispondenti al manuale di rendicontazione condiviso di cui all’allegato 1 dell’accordo sottoscritto sempre a febbraio 2013.

A giungo 2013 si era verificato un altro momento di forte tensione per l’intenzione, palesata dalla Regione, di mettere mano al sistema regionale di trasporto sanitario d’emergenza e programmato che funziona e molto bene, con costi decisamente contenuti per la collettività, prevendo, tra l’altro, la riorganizzazione delle postazioni di emergenza sanitaria(POTES).

ANPAS Marche aveva espresso nelle competenti sedi ed agli interlocutori istituzionali la propria ferma contrarietà all’ipotesi di revisione della Rete Territoriale del Soccorso, chiedendo l’immediata sospensione della DGR 735/2013 ritenendo che fosse improponibile modificare l’attuale sistema che, grazie all’integrazione fra Associazioni di Volontariato e Servizio Sanitario Regionale, consente di garantire il soccorso più appropriato a seconda del livello di gravità, in maniera tempestiva e capillare su tutto il territorio e a costi irrisori per la collettività grazie al fondamentale apporto del volontario e nell’accordo del febbraio 2013 era confluita anche questa criticità in riferimento alla quale aveva preso il via un lungo lavoro di concertazione fra tutti i soggetti coinvolti.

Alla fine si è raggiunto questo accordo nel quale è stato previsto che fossero determinati dei tetti di spesa in quota ASUR/AAVV, riferita alla situazione esistente alla data della firma dell’accordo stesso con conseguente incremento dei tetti già dal 2014 in relazione proprio alle modifiche introdotte con la successiva revisione della rete territoriale delle POTES e delle strutture ospedaliere, come definito all’atto della stipula dell’accordo stesso.

Ma da allora non è stata data attuazione da parte della Regione né a questo accordo né ad altri pregressi, con un chiaro ed evidente tentativo di eluderli e farli passare per non sottoscritti.

In ciò la ragione del rifiuto di Anpas Marche di firmare a febbraio 2014 l’intesa raggiunta con Croce Rossa Italiana, Marche Pubbliche Assistenze e Misericordie che ha portato, secondo quanto affermato da Almerino Mazzolani, assessore alla salute, al recepimento dell’accordo di febbraio 2013 con l’aggiunta di un addendum nella DGR 131/2014, sbandierata come atto risolutivo della vertenza in corso con le Pubbliche Assistenze.

In realtà con questa delibera la Regione Marche ha affrontato e risolto uno solo dei tanti nodi da sciogliere limitandosi a liquidare i conguagli per gli anni 2010-2011-2012, con cifre ampiamente al di sotto delle “spese effettivamente sostenute e rendicontate” dalle Associazioni per svolgere i servizi di trasporto sanitario per conto dell’ASUR.

Ha invece ben pensato di lasciare in sospeso questioni sostanziali come la definizione dei criteri per il calcolo dei rimborsi spettanti alle associazioni, già stabiliti in un tavolo di lavoro congiunto ad inizio 2013 e mai ufficializzati dalla Regione che anzi, nell’assurdo accordo che ANPAS si è rifiutata di siglare, vengono stralciati (e quindi, di fatto, non esistono più!).

In conseguenza di tale condotta della Regione le associazioni si trovano nuovamente nella impossibilità di rendicontare le spese già sostenute nel 2013 sulla base dei criteri all’epoca concordati, mentre nessuna disposizione è stata impartita agli uffici amministrativi circa il rimborso delle spese effettivamente sostenute per altre tipologie di trasporto richieste dall’ASUR nell’anno 2013.

Ovviamente continua a non esistere nessuna certezza circa l’affidamento dei servizi di trasporto a carico dell’ASUR, sia d’emergenza che programmati, che a tutt’oggi le associazioni continuano responsabilmente a garantire, pur essendo scadute le vecchie convenzioni ormai da 2 anni.

In un simile contesto, e riporto letteralmente attingendo a piene mani a quanto pubblicato sul sito ufficiale www.anpasmarche.org, in un tale contesto non sembra pretestuoso chiedere che le modalità siano univoche in tutta la Regione e soprattutto rispettose della qualifica di SERVIZIO DI INTERESSE ECONOMICO GENERALE che l’Assemblea Legislativa delle Marche ha attribuito al trasporto sanitario modificando in tal senso nel 2008 la Legge 36/98.

In ultimo si continua a chiedere a gran voce la concertazione assicurata dal Presidente Spacca già dalla scorsa estate circa la revisione della Rete Territoriale di Soccorso, con particolare riguardo all’ubicazione dei mezzi ed equipaggi, anche in questo caso garantendo la corretta omogeneità in tutta la Regione, compresa la Provincia di Pesaro, da sempre soggetta a criteri diversi dalle altre quattro province.

Le Associazioni di Volontariato ANPAS hanno bisogno di certezze ed atti concreti e chiedono definitivamente alle istituzioni un confronto più serio e realmente capace di individuare le soluzioni per garantire ai cittadini servizi essenziali, tra quelli per cui i nostri amministratori regionali continuano a sbandierare la pretesa eccellenza.

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