DIRITTO ALLA CULTURA- Il colore e l’arte di Le Cirque du Soleil in Italia: che i sogni abbiano inizio

(..) da noi, a Cirque, tutti i sogni sono  permessi, e voi spettatori siete i re di questo regno,  i poeti ed i clown. Il palco è una corte reale in cui l’immaginazione domina incontrastata e le emozioni dell’anima trovano la massima espressione, ma dove, comunque, alla fine è sempre la gioia, l’allegria a prevalere. Venite! Prendete posto in mezzo a questa corte e possano le vostre serate essere coronate da enorme successo!”   (Guy Laliberté, Presidente e Fondatore di Le Cirque du Soleil).

Le spettacolari esibizioni di Cirque du Soleil sono sbarcate in questi giorni nelle Marche.  All’Adriatic Arena di Pesaro, dal 1 a 4 novembre, va in scena lo spettacolo “Alegrìa” in cui scenografie maestose ed elaborate, costumi pittoreschi e sfarzosi e musiche dal vivo dipingono un’atmosfera che sa essere davvero magica grazie soprattutto ai tanti artisti circensi che sono la vera anima dello spettacolo.
Non ho mai particolarmente amato il circo, neppure da bambina, ma Le Cirque du Soleil è un circo tutt’altro che tradizionale perché sostituisce gli animali con le straordinarie capacità dei suoi artisti. Un connubio perfetto di emozioni, bellezza e spettacolo in grado di sottolineare la propria unicità e diversità rispetto a tutte le altre esibizioni circensi.
Dimentichiamoci l’idea del circo  tradizionale fatto di acrobati e clown ma anche di domatori, musiche spesso scontate e chiassose ed animali sottomessi. Nel Cirque du Soleil invece c’è qualcosa di diverso: un’armonia d’insieme  dove  ogni personaggio ha il suo preciso posto.
Un palcoscenico gigantesco accoglie lo spettatore all’interno dell’Adriatic Arena di Pesaro; già a colpo d’occhio si colgono le dimensioni della macchina organizzativa che muove lo spettacolo “Alegria”: una produzione che  coinvolge numerosi artisti, in parte musicisti, provenienti da 15 nazionalità diverse e che prende in mano lo spettatore accompagnandolo attraverso  numeri acrobatici, salti mortali dai trampolini, contorsioni del corpo. L’anima del teatro sembra  entrare in armonia completa  con l’impressionante preparazione atletica degli artisti, creando il tutto un evento davvero unico in grado di incantare piccoli e grandi.
Il pubblico viene accolto sin dall’inizio, e così tra una esibizione e l’altra, da alcuni clown che per tutta la durata dello spettacolo, con una capacità comunicativa semplice, fatta di gesti e suoni, senza parole, creano quadretti divertenti che in modo giocoso e spiritoso coinvolgono il pubblico facendo anche il verso alle performance degli artisti.
Questi personaggi prendono per mano la fantasia per condurla in un viaggio onirico in cui quasi  ci si dimentica  di essere seduti su una poltroncina pieni di pensieri e stress. In un’atmosfera dai toni quasi autunnali entrano in scena anche le “voci”, due figure femminili in vestiti in stile  settecentesco.

Il sipario è ormai alzato sugli artisti e si susseguono con un ritmo elevato ma leggero  numerose esibizioni, il tutto in una cornice quasi barocca dove i costumi sono molto ricercati ed elaborati con piume e paillettes, sembra che nessun dettaglio sia lasciato al caso.
Il romanticismo del Synchro Trapeze e  la perfomance di Aerial High Bars (giovane artista ucraino che incanta con la sua incredibile forza di braccia rimanendo in equilibrio su  appoggi di varie altezze)  sono solo due dei tantissimi numeri acrobatici che in due ore circa animano il palcoscenico alternandosi salti dalle altalene di 12 metri ed artisti che eseguono numeri con coltelli infiammati (Fire Knight Dance).
Lascia senza fiato anche  la  stupenda coreografia Russian Bars, una prova in cui gli artisti “volano” con capriole e salti mortali ritornando su sbarre larghe tenute sulle spalle dei compagni.
Il filo conduttore di tutto è la musica, rigorosamente dal vivo, che attraversa vari generi ma che non è mai troppo gioiosa come immaginavo, ma con un tocco malinconico di fondo che forse vuole evitare di trasformare il tutto in uno dei tanti musical che affollano i teatri, rimarcando la differenza di genere e stile.

Lo spettacolo in scena a Pesaro, “Alegrìa” (in spagnolo “gioia”, “giubilo”, “esultanza”), nasce nel 1994 per festeggiare  il decimo anniversario del Cirque du Soleil. Il regista, Franco Dragone, ha elaborato una scaletta scenica molto complessa che però varia di spettacolo in spettacolo, adattandosi nel tempo con cambiamento di artisti e numeri messi in scena.
Franco Dragone: “Alegría è un omaggio alle famiglie circensi che, fino a non molto tempo fa, attraversavano ancora, in un viaggio itinerante, tutta l’Europa. I suoi personaggi, i suoi costumi ed in numeri degli artisti evocano i tempi in cui la fantasia era qualcosa di “reale” e la magia faceva parte integrante della vita quotidiana delle persone; un tempo in cui ogni Buffone aveva il suo Re; un tempo in cui l’universo delle persone era costituito dalla famiglia, dal villaggio, oltre i quali vi era l’ignoto, immenso ed oscuro. Oggi l’universo si è dilatato, ma contemporaneamente è aumentato anche l’isolamento dell’uomo. Noi non pretendiamo di spostare indietro le lancette dell’orologio, non possiamo cambiare il mondo, ma possiamo riscoprire la magica fiducia nella tenerezza umana.”

Ma Alegrìa è soltanto uno dei tanto spettacoli messi in scena da Le Cirque du Soleil il cui fantastico viaggio inizia nel 1984 quando l’allegria e la gioia di vivere di un gruppo di artisti di strada inizia a diventare qualcosa di più. Il cuore e la mente è quella di Guy Lalibertè, giovane artista di strada che vuole far diventare la sua arte qualcosa di più organizzato e cosi nasce a Montreal Le Cirque du Soleil che ha sede in un tendone nel porto della città.
Grazie al sostegno del Governo del Quebec, Le Cirque du Soleil fa parte del programma delle celebrazioni per il 450° anniversario dello sbarco di Jacques Cartier in Canada  e da quell’anno in poi un successo dopo l’altro. Il pubblico aumenta, si entusiasma spettacolo dopo spettacolo ed è  cosi Le Cirque inizia il sognante viaggio per mondo che ormai dura da quasi 30 anni. Le selezioni di artisti vengono fatte in tutto il mondo, oggi  conta 3800 dipendenti che animano 8 spettacoli in tournée con tendoni in tutto il mondo, e altri 9 spettacoli stabili, ognuno con differenti tematiche a Montreal, a Las Vegas (6 spettacoli), a New York, a Orlando e a Macao. Altri 2 spettacoli fissi a Singapore e a Dubai.
Avevamo parlato di questa straordinaria realtà nel focus dedicato da Fatto & Diritto alla vita della sportiva Sylvie Frechette (rileggi qui) la sirenetta del nuoto sincronizzato che ha incontrato nel corso della sua vita, fatta di alti e profondi bassi, proprio Le Cirque du Soleil dove nello spettacolo “O” realizza le scene  di nuoto che fanno parte di questo  straordinario spettacolo che ancora oggi sa scaldare i cuori di migliaia di persone in tutto il mondo.

Insomma uscendo da “Alegrìa” quello che rimane è tanto, un appuntamento al quale i sognatori che ancora non si sono abbandonati alla disillusione possono partecipare trovando una vera e propria  “costruzione” di un sogno che non dura soltanto il tempo dello messa in scena, ma lascia una serenità che ti sa accompagnare anche dopo la chiusura del sipario.

VALENTINA COPPARONI

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