Una canzone per quello che le donne non dicono

25 NOVEMBRE 2012- Nella Giornata Mondiale contro la violenze sulle donne una voce ed una canzone per tutte quelle donne che non dicono. Ripubblichiamo l’articolo della fine dell’anno scorso in cui la cronaca sembrava ricordarci ogni giorno qualche storia, purtroppo spesso finita in tragedia, di donne maltrattate e spesso chiuse nel loro pesante silenzio. A mesi di distanza nulla sembra essere cambiato ma al silenzio di queste donne dobbiamo rispondere dando loro voce in tutti i modi possibili.

“29 DICEMBRE 2011- Anche in questi ultimi giorni dell’anno non mancano notizie di violenza contro le donne, di amori, passioni e gelosie  che invece di sciogliersi in lacrime si trasformano in tragedie. Solo ieri abbiamo scritto di un’altra storia di sentimenti finita nel sangue (https://www.fattodiritto.it/la-fidanzata-voleva-lasciarlo-giovane-studente-uccide-lei-e-il-nonno/) e  i dati su questo fenomeno purtroppo non ci lasciano essere ottimisti per il futuro.

Non lascia noi donne essere ottimiste ma neppure gli Uomini, quelli non a caso con la U maiuscola, che sono in prima linea contro ogni forma di violenza contro le donne e che sono costretti a leggere quasi quotidianamente di altri uomini che mascherano dietro l’amore ogni forma di oppressione  nei confronti delle donne, mogli, madri, fidanzate, amiche.
Sono convinta che la ribellione debba  partire da noi  donne, ma anche da questi uomini che con la fermezza e forza di cui a volte possono essere capaci potrebbero emarginare coloro che diversamente da loro non sanno o non vogliono parlare il linguaggio del rispetto e dei sentimenti per le donne.
Spesso ci domandiamo cosa si può fare , altrettanto spesso lo si fa soltanto dopo l’ennesima tragedia che finisce nei titoli della cronaca , ma ci sono anche storie di violenza sulle donne che non finiscono sotto i riflettori. Sono le storie di tutte quelle donne che vivono nel loro quotidiano violenze di ogni tipo, non sempre o comunque non solo fisiche, che all’amor proprio mettono davanti quello per la famiglia ed i figli.
A volte il loro silenzio dovrebbe fare più rumore e notizia delle storie urlate e gridate al mondo. Questo però non accade e la musica può diventare  un loro megafono.

Questa di oggi è soltanto una personale riflessione, un breve pensiero ad alta voce ispirato da una canzone, Behind the Wall (Dietro il muro) di Tracy Chapman.
Un brano che con un’intensità che forse solo la voce di una donna sa regalare ad una canzone che parla di  altre donne, denuncia l’indifferenza che spesso avvolge la violenza che squarcia l’apparente tranquillità dei focolari domestici per poi essere rinchiusa  in un silenzio cosi forte da essere quasi assordante.

VALENTINA COPPARONI

 

 

 

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