The Founder, la recensione

THE FOUNDER

di Alessandro Faralla (Responsabile Cultura e Spettacoli F&D)

THE FOUNDER E’ IL VIAGGIO DI COME NACQUE L’IMEPRO DI McDONALD’S, UN MARCHIO DIVENUTO LEGGENDA, IN UN RACCONTO DI AMBIZIONE, SOGNO AMERICANO E CAPITALISMO SENZA LIMITI. UN’ALTRA GRANDE PERFORMANCE PER MICHAEL KEATON

The Founder

La storia di come nacque la più famosa catena di fast food al mondo non può che essere un racconto su un cacciatore. Un cacciatore che si presenta come un cane affamato e finisce per diventare quasi senza accorgersene un lupo insaziabile.
Se oggi McDonald’s è più di un luogo dove mangiare, una sorta di religione lo si deve a Ray Kroc, l’imprenditore americano che trasformò l’idea, il concetto semplice ed efficace dei fratelli McDonald’s, Dic e Mac, in un’impresa di successo.

È il 1954, Ray Croc dall’Illinois gira tavole calde e drive-in cercando di vendere frullatori per milkshake; la sua attività di venditore fin ad allora è stata altalenante ma gli ha permesso di costruirsi una vita rispettabile, Ray però dicevamo è affamato ed è sempre alla ricerca di quella scintilla che possa anche a 52 anni far svoltare la sua esistenza.
La scintilla è rappresentata da un ordine di 6 frullatori effettuato dal McDonald’s di San Bernardino, in California. Ray è incredulo che un locale abbia bisogno di così tanti frullatori e così decide di vedere personalmente di che cosa si tratta.
Stupefatto dall’organizzazione e dalla produttività del locale convince Dick ad affidargli la responsabilità per le affiliazioni di McDonald’s nel resto del paese. Motivato e pieno di energia riesce a trovare nuovi finanziatori e a garantire che gli standard qualitativi conformi al modello “espresso” siano gli stessi ovunque.
L’uomo interpretato da un viscerale Micheal Keaton è incontenibile, una scheggia sempre in movimento, talmente preso dalla nuova attività da non rendersi conto, inizialmente, nonostante il successo delle filiali, ed in base agli accordi contrattuali pattuiti, che le sue finanze non ricevevano giovamento rispetto alla sua operosità.

Il regista John Lee Hancock (The Blind Side, Saving Mr. Banks) costruisce il ritratto di un personaggio ambiguo, contradditorio ma estremamente tenace, non il più brillante e sagace, ma una creatura capace di cogliere un’opportunità e di elevare a profitto la buona concezione del sogno dignitoso e per nulla avido dei fratelli McDonald’s tanto da piegarli alla propria ostinazione e perseveranza.
The Founder è una partita a scacchi su due modi di intendere la vita e l’ambizione, sulla condivisione di un sentimento di grandezza che risiede in pochi, è una narrazione di tappe, una sfida mentale priva di enfasi capace di non suscitare compassione nei confronti degli sconfitti né ammirazione verso il mite ottimista divenuto cannibale.
Ciò che vuol dire e mostrare The Founder lo fa affidandosi alle pieghe e alla faccia indistruttibile di Michael Keaton, attore che come Ray Croc ha saputo perseverare ricevendo (non che c’è ne fosse bisogno) quel riconoscimento unanime mancato per molto tempo ai veri creatori del McDonald’s.

The Founder

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