Talco e cancro alle ovaie, esiste davvero un legame?

UNA SENTENZA DI UN TRIBUNALE AMERICANO RICONOSCE IL NESSO PER L’USO PROLUNGATO DI TALCO

del dottor Giorgio Rossi

imagesE’ di alcuni giorni fa la sentenza del tribunale di St. Louis, nel Missuri, Stati Uniti, che ha ordinato alla multinazionale americana Johnson e Johnson di pagare 72 milioni di dollari alla famiglia di Jackie Fox una donna morta all’età di 62 anni di tumore all’ovaio che secondo l’accusa sarebbe stato causato dall’uso costante per oltre 35 anni di due prodotti a base di di talco dell’azienda ( “Baby Powder” e “Shower to Shower”).

Il processo è durato solo tre settimane e, secondo la giuria, l’azienda non avrebbe comunicato in modo adeguato i potenziali pericoli per gli utilizzatori, per questo ha condannato la multinazionale a pagare alla famiglia della donna 10 milioni di dollari come risarcimento e 62 milioni a titolo punitivo.

Il portavoce della Johnson e Johnson ha rilasciato una dichiarazione in cui specifica che la sentenza va contro decenni di evidenze scientifiche che dimostrano la sicurezza del talco come ingrediente cosmetico in moltissimi prodotti, citando a dimostrazione diverse ricerche pubblicate sia dalla Food and Drug Administration (FDA), sia dal National Cancer Institute (NCI).

Il talco, effettivamente, è un “sorvegliato speciale” da parecchio tempo e nel 2006 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione ha classificato le polveri per il corpo a base di talco come possibili cancerogeni per l’uomo. Possibili ( insieme a centinaia di altre sostanze), non probabili e neppure certe.

I ricercatori avanzano l’ipotesi che la polvere di talco si diffonda dagli organi genitali esterni e quelli interni femminili esercitando un’azione infiammatoria che con l’uso prolungato nel tempo potrebbe provocare alterazioni del DNA delle cellule delle ovaie con conseguente trasformazione tumorale.

Ad oggi,però, nonostante i numerosi studi condotti negli anni, non ci sono prove a sufficienza per stabilire un legame tra borotalco e cancro. 

Un ampio studio americano condotto dalla Harvad Medical School e pubblicato nel 2010 aveva esaminato i dati relativi a più di 66mila partecipanti evidenziando un lieve aumento del rischio per le donne in menopausa che avevano un uso prolungato del talco negli anni, e concludeva indicando la necessità di ulteriori studi per verificare una eventuale correlazione.

Inoltre l’IARC in una monografia pubblicata nel 2010 sottolineava come fino al 1976 i prodotti a base di polvere di talco usati nella cosmesi contenevano un maggior numero di impurità tra cui anche le fibre di amianto, mentre da allora per legge ne devono essere privi.

 

Il talco è un minerale molto diffuso sulla terra e noto sin dall’antichità. Giacimenti di talco si trovano in varie parti del mondo tra cui anche in Italia. E’ largamente usato nelle industrie delle materie plastiche , della carta, della gomma; come additivo nella produzione di mangimi; nella cosmesi e nella farmacopea quando è di elevata purezza. Il comune nome borotalco identifica un prodotto a base di talco e acido borico, il cosiddetto talco borato.

 

D’altro canto, a tutt’oggi, il cancro dell’ovaio resta un tumore le cui cause, come per altri tipi di tumore, sono sconosciute; esistono vari fattori di rischio , ma nessuno è assurto ad un ruolo preminente. E poi un fattore di rischio non è una condizione né necessaria, né sufficiente a causarlo. Un fattore di rischio non costituisce di per sé una causa.

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