Quelle telefonate che accorciano la vita

ALTRI INDIZI SUL LEGAME LETALE TUMORI-TELEFONI CELLULARI

del dottor Giorgio Rossi (Oncologo)

imagesTorniamo ad occupaci dei danni alla salute derivanti dai campi elettromagnetici; ce ne dà lo spunto un nuovo studio, francese, pubblicato il 9 Maggio scorso nella rivista britannica “Occupational and Evironmental Medicine” da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bordeaux. Obiettivo dello studio, denominato CERENAT, è stato quello di analizzare l’associazione tra l’esposizione ai telefoni cellulari e i tumori del sistema nervoso centrale negli adulti. Trattasi di uno studio caso-controllo condotto in quattro differenti dipartimenti della Francia nell’arco di cinque anni dal 2004 al 2006; i dati relativi alle modalità d’uso del cellulare sono stati raccolti mediante un dettagliato questionario somministrato con il metodo del face-to-face. Come analisi statistica è stato utilizzato l’odds ratio(OR), che “in epidemiologia rappresenta uno degli indici utilizzato per definire il rapporto di causa ed effetto tra due fattori, per esempio un fattore di rischio ed una malattia. Il calcolo dell’odds ratio prevede il confronto tra la frequenza di comparsa dell’evento (malattia) rispettivamente nei soggetti esposti e in quelli non esposti al fattore di rischio in studio. Esso è utilizzato negli studi retrospettivi (caso-controllo). Se il valore dell’OR è uguale a 1 vuol dire che il fattore di rischio è ininfluente sulla comparsa della malattia. Se il valore dell’OD è maggiore di uno vuol dire che il fattore di rischio è o può essere implicato nella malattia; se il valore dell’OD è minore di 1, il fattore di rischio è in realtà una difesa contro la malattia” (Wikipedia). Nello studio francese il fattore di rischio in esame è rappresentato dai campi elettromagnetici generati dai telefoni cellulari e la malattia è il tumore al cervello. Sono stati osservati 253 casi di gliomi ( tumore maligno del cervello) e 194 casi di meningiomi ( tumore benigni del cervello che si originano dalle meningi), confrontati con 892 persone di controllo che usavano poco o per nulla i cellulari. Un aumentato del rischio di insorgenza di gliomi è stato evidenziato nei forti utilizzatori dei telefonini; un uso cumulativo nell’arco dei 5 anni presi in esame maggiore di 896 ore, pari a circa 15 ore al mese, produce un OR= 2.89 per i gliomi, un numero di chiamate maggiore a 18.360 produce un OR= 2.10 sempre per i gliomi, mentre per i meningiomi, a parità di ore di utilizzo, l’OR=2.57. La sede di insorgenza preferenziale dei gliomi è risultata la regione temporale del cervello, quella vicino all’orecchio; lo stesso è stato per i meningiomi che pur essendo dei tumori benigni possono diventare non curabili se insorgono in particolari zone critiche del cervello chirurgicamente non raggiungibili. Infatti la malignità di un tumore del cervello non dipende solo dalle sue caratteristiche biologiche, ma anche dal sito di insorgenza.

Lo studio, come sopra detto, ha preso in esame solo una popolazione adulta, cosa sarebbe stato se fossero stati considerati anche i bambini e gli adolescenti, il cui corpo è ancora in sviluppo e pertanto sono più vulnerabili alle radiazioni da telefoni cellulari? E tutti noi sappiamo quanto sia diffuso l’uso di smartphone e tablet in questa fascia di età e quanto siano lunghi i tempi di utilizzo.

Da una indagine europea,“The Net Children Go Mobile”, risulta che il 46% dei ragazzi tra i 9 e 16 anni possiede uno smartphone, il 41% lo usa quotidianamente per navigare su internet; il 20% possiede un tablet e il 23% lo usa per stare online quotidianamente.

I ricercatori francesi concludono affermando che nonostante la significatività statistica del loro studio, è sempre difficile definire l’entità del rischio, in particolare perché la tecnologia della telefonia mobile è in continua evoluzione e se da una parte assistiamo ad un notevole aumento dell’uso dei telefonini, parallelamente abbiamo una diminuzione delle onde radio emesse dagli stessi. Comunque la maggior parte degli studi condotti negli ultimi 15 anni non sono ancora arrivati ad una conclusione definitiva circa il rischio o meno, anche se, hanno suggerito un collegamento tra tumori cerebrali e l’uso intensivo a lungo termine dei telefoni cellulari, ma tutti concordano che sono necessarie ulteriori ricerche.

Va ricordato anche che nel 2011 l’IARC ( Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha dichiarato che i campi a radiofrequenza utilizzati dai telefoni cellulari sono potenzialmente cancerogeni. Pertanto in attesa di dati definitivi è consigliabile tenere comportamenti prudenziali riguardo all’uso di tali apparecchi.

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