Onde elettromagnetiche, cellulari e rischi per la salute

ANCORA SU CELLULARI E RISCHI PER LA SALUTE

del dottor Giorgio Rossi (Oncologo)

imagesUlteriori indicazioni sul rapporto tra l’esposizione alle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari e i rischi per la salute provengono dai risultati di un’ indagine condotta dall’Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente ) commissionata dal Consiglio Regionale del Piemonte.

Per questa indagine l’ Arpa Piemonte ha messo a punto uno specifico sistema di misura della potenza trasmessa dai telefoni mobili che ha consentito di quantificare le emissioni elettromagnetiche dei telefonini in relazione al tipo di rete utilizzata (2G o3G) e delle condizioni di recezione del segnale.

Tale sistema di misura della potenza in trasmissione risulta unico nel panorama scientifico internazionale, in quanto nelle altre indagini pubblicate la potenza trasmessa veniva determinata per mezzo di specifici software. I risultati indicano che una chiamata effettuata in modalità 3G dà luogo ad esposizioni dalle dieci alle cento volte più basse di una chiamata in modalità 2G. E’ stato inoltre verificato che la potenza emessa dal telefonino si riduce fortemente all’aumentare del livello di segnale ricevuto. Telefonare in aree dove è presente un buon livello di ricezione (pieno campo) può condurre ad esposizioni dalle decine di volte alle diverse centinaia di volte più basse rispetto alle aree dove la ricezione del segnale è scarsa.

E’ stato anche evidenziato che l’allontanarsi dal telefonino anche di pochi centimetri comporta una rapida diminuzione del campo elettromagnetico strettamente collegato alla distanza dall’antenna; a 30 cm di distanza si ha una riduzione pari a circa l’80-90% dell’intensità dell’esposizione. Da qui l’utilità di dispositivi, quali auricolari e viva voce, nel ridurre l’esposizione personale; ciò non vale per il blue-tooth in quanto, come tutti i dispositivi wire-less, esso stesso crea un ulteriore campo elettromagnetico.

Sempre dall’indagine condotta dall’Arpa Piemonte, è stato possibile, mediante un ulteriore approfondimento, realizzare una app per smart-phone con sistemi operativi Android che permette di monitorare l’utilizzo del proprio telefono ed è disponibile anche in versione che permette di trasmettere i dati ad un server ftp per analisi su campione di utilizzatori finalizzabili anche a studi di tipo epidemiologico.

Certo è che l’ evoluzione tecnologica nel campo della telefonia mobile porta ad una riduzione dell’esposizione personale a campi elettromagnetici a radiofrequenza e la rapidità di innovazione rende piuttosto complesso definire una stima esatta dell’esposizione e quindi stabilire un nesso causale certo per l’impatto sulla salute, da qui il motivo di dibattito continuo ed molto acceso nella comunità scientifica.

Senza dimenticare che nel 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza tra gli agenti “ possibilmente cancerogeni(gruppo 2B)” sulla base di una limitata evidenza di incremento di rischio di gliomi (tumori maligni cerebrali) e di neurinoma (tumore benigno) del nervo acustico e, alla luce dei margini di incertezza ancora presenti su questi argomenti,al momento è raccomandabile l’attuazione di tutte le strategie atte a ridurre le esposizioni alle radiofrequenze emesse da telefoni cellulari.

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