L’ex assessore Daniela Cesarini sceglie il suicidio assistito

JESI, 3 MAGGIO ’13 – “Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare,ma non raccontare a me che cos’è la libertà”. E’ questo il testo dell’sms inviato dall’ex assessore jesino Daniela Cesarini, 66 anni, ad un’amica il 25 aprile, giorno in cui si è sottoposta al suicidio assistito in una struttura in Svizzera. Daniela Cesarini, disabile, era stata assessore ai servizi sociali del comune di Jesi e candidata sindaco con Rifondazione Comunista alle elezioni amministrative dello scorso anno. Il 22 aprile si è recata in Svizzera, da sola e in piena lucidità, agli amici aveva detto che sarebbe andata in vacanza. Il 25 aprile è stata sottoposta al suicidio assistito, una data emblematica. Il 30 aprile ad un’amica è stata recapitata una lettera in cui Daniela, per mano del medico che l’ha assistita fino alla fine, spiega il suo ultimo viaggio. Un cugino di Daniela, l’ultimo parente della donna, spiega che nella lettera indirizzata “agli amici” e spedita ad una di loro non vengono raccontate le ragioni del gesto. Chi conosceva Daniela sapeva che la vita le aveva riservato prove durissime. Anni fa aveva perso l’adorato marito Amedeo, stroncato da un male incurabile, e all’inizio dell’anno aveva dovuto sopportare la morte del figlio Diego. Daniela, donna coraggiosa e forte come un leone, è stata messa di fronte alla prova più dura. L’associazione partigiani la ricorda così: “Ciao Daniela, donna dall’infinito coraggio. Ci mancherai tanto ma saremo sempre con te e cercheremo di portare avanti le tue tante lotte”. Il saluto dei compagni del circolo Prc: “Ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare ma non raccontare a me che cos’è la libertà” F. Guccini. Con queste parole, Giovedì 25 aprile, la nostra compagna Daniela ci ha comunicato la sua scelta di libertà. Vogliamo ricordarla per la forza, l’impegno e la coerenza che sempre l’hanno distinta fino all’ultimo giorno. La politica e le battaglie sociali, ma Daniela non era solo questo. Era una donna che concepiva la sua diversità come un punto di partenza e il suo carattere forte le ha permesso di trasformare il suo limite in una risorsa. Ci mancheranno la tua voce ruvida, le tue imprecazioni all’interno di una nuvola di fumo. La tua scelta è parte di te, il nostro dispiacere è per non aver capito i piccoli segnali che solo adesso riusciamo a comprendere. Non ti avremmo mai fermata, perché lo consideriamo il tuo ultimo atto politico”.

ELEONORA DOTTORI

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