Jobs act delle Partite IVA e piano anti-povertà

COSA CAMBIA CON LA LEGGE STABILITA’ 2016

di Dott.ssa Alice Caporaletti

UnknownSono due gli interventi principali, contenuti nella Legge di Stabilità 2016, attraverso i quali il Governo sta provando a dirimere il caos venutosi a creare con la Manovra 2015 e con il decreto Milleproroghe e che, di fatto, avevano sancito l’esistenza di due diversi regimi ognuno dei quali caratterizzato da tassazione, limiti e regole generali differenti.

La prima novità riguarda senz’altro i cambiamenti relativi alle partite IVA; non a caso infatti tale disegno di legge è stato proprio ribattezzato “Jobs Act delle partite IVA”.

Le modifiche più importanti interesseranno un nuovo e unico regime agevolato con tetti, requisiti e coefficienti differenti rispetto al passato, il blocco dell’innalzamento delle aliquote contributive, nonché le agevolazioni ad hoc per le start up.

Più nel dettaglio, dal 1°gennaio 2016, coloro che decideranno di aprire una Partita IVA potranno usufruire, in aggiunta al regime ordinario, del nuovo regime forfettario a condizione che rispettino determinati requisiti stabiliti dall’articolo 8 della manovra.

Per accedere al nuovo regime sarà necessario: non aver conseguito ricavi o compensi superiori ai limiti indicati nell’allegato della Legge di Stabilità 2016 (ì suddetti limiti variano in base al Codice Ateco di riferimento), non aver sostenuto spese relative ai collaboratori di importo superiore a 5.000 euro lordi e rispettare il tetto di 20.000 euro stabilito per i costi lordi relativi all’ammortamento dei beni strumentali.

Non potranno invece aderire al nuovo regime forfettario i contribuenti che usufruiscono di regimi speciali IVA o di regimi forfettari validi a determinare il reddito. Esclusi anche i non residenti, eccezion fatta per i contribuenti che producono il 75% del loro reddito entro i confini nazionali. In ultimo, non potranno accedere al nuovo regime coloro che effettuano abitualmente cessioni di fabbricati, terreni edificabili e mezzi di trasporto nuovi.

Con riguardo alle nuove aliquote, le regole introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 prevedono un’aliquota dell’imposta sostitutiva al 5% per i primi 5 anni dall’apertura. Dal sesto anno in poi, la suddetta aliquota sale invece al 15%.

Oltre a ciò, l’imposta sostitutiva va a sostituire l’IRPEF e l’IRAP in termini di imposizione fiscale, mentre l’IVA non è dovuta.

Sono state create delle interessanti agevolazioni anche in favore delle start up. I titolari di impresa che decideranno di usufruire del nuovo regime forfettario introdotto nel 2015 potranno avere accesso ad una riduzione dell’aliquota fiscale al 5% per i primi cinque anni di attività. Decade invece la precedente agevolazione che prevedeva la riduzione dell’imponibile a 1/3 nei primi tre anni di attività.

Questa misura non si applicherà alla totalità dei titolari di Partita IVA ma ai soli titolari di start-up in possesso dei seguenti requisiti e condizioni: nessuna attività di impresa, artistica o professionale nei tre anni precedenti; l’attività esercitata nella nuova imprese non deve essere la prosecuzione di un’altra attività svolta in precedenza; nel caso in cui si prosegua un’attività svolta in precedenza da un altro soggetto, l’ammontare dei ricavi e dei compensi realizzati nel periodo d’imposta precedente, non deve essere superiori ai limiti reddituali previsti per quella stessa attività, sulla base della classificazione Ateco.

Dal punto di vista previdenziale, l’attuale normativa stabilisce l’aumento annuale di un punto percentuale delle aliquote di contribuzione che, di anno in anno, salgono alle seguenti percentuali: 28,72% nel 2016, 29,72% nel 2017 fino al 33,72% nel 2018.

Dopo lo stop stabilito nel 2015 con il Decreto Milleproroghe, per il 2016  la legge di Stabilità stabilisce che i professionisti senza cassa siano soggetti a un’aliquota pari al 27,72%.

In base alla nuova disciplina inoltre, coloro che aderiscono al regime forfettario dovranno calcolare i contributi sul reddito determinato a forfait in base ai criteri fiscali.

Per quanto riguarda le ditte individuali i contributi minimi dovuti dagli iscritti alla gestione INPS artigiani e commercianti scenderanno del 35%. La regola vale anche per i contribuenti che apriranno una partita IVA relativa ad attività di impresa.

Decade dunque il minimale in vigore fino al 2015 per artigiani e professionisti soggetti al regime ordinario.

Il secondo importante intervento attuato dal Governo riguarda il contrasto alla povertà, già iniziato lo scorso autunno con la manovra finanziaria che aveva predisposto per questo obiettivo una dote complessiva di 700 milioni nel 2016.

Tale stanziamento è destinato a crescere negli anni e potrà essere ulteriormente finanziato con i risparmi provenienti dal riordino delle prestazioni assistenziali. L’obiettivo di fondo è garantire all’Italia l’esistenza di uno strumento generale di contrasto alla povertà che finora è rimasto esclusivamente allo stato di progetto.

Si dovrebbe trattare di un sostegno economico condizionato all’adesione ad un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa: dunque, da una parte servizi alla persona per coloro che si trovano in una situazione di particolare fragilità, dall’altra il tentativo di superare la situazione di bisogno attraverso l’ingresso nel mondo del lavoro: gli interessati dovranno quindi accettare di fare questo percorso.
La platea dei beneficiari è stata delineata dal ministro del lavoro Poletti: 280 mila famiglie, 550 mila bambini (verso i quali è orientato in particolare il piano), complessivamente 1,15 milioni di persone.

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