“Il doppio”, nuovi versi di Patrizia Papili

INTENSA RACCOLTA DI POESIE

copertina 1+1= 2 Il doppio– ANCONA – di Lucia Principi –

Care figlie in contrasto/con una madre eternamente dubbiosa/in bilico tra terra e cielo”: è alle parole che Patrizia Papili dedica la sua ultima fatica poetica, alle “frecce sanguinanti” attraverso le quali racconta la sua vita, urla il suo dolore, mette a nudo il suo Io molteplice. “Il doppio 1+1=2” è il titolo della raccolta partorita dall’autrice anconetana, pubblicata nel 2013 per la Nicola Calabria editore (euro 10). Settantadue pagine, 92 titoli attraverso i quali la Papili cerca di sviscerare la natura delle cose, tra drammatici addii, fughe e abbandoni, amori disperati. E poi la morte, nelle sue mille forme, “l’assedio della morte/carica di pensieri malvagi/che mi ha sempre inseguito”. Attraverso uno stile asciutto e scorrevole, spesso prosastico, il filo conduttore che lega ogni esperienza è il doppio. Il doppio nell’anima, nella vita, nell’interpretazione del reale, nel modo di percepire le piccole cose e l’intera esistenza. Il doppio freudiano, che è l’essenza stessa della natura umana. Ansia e forza, incertezza e speranza, una donna di sabbia che corre nel vento, “in una grande sfida/tra la morte e la vita”. La tonalità tragica riesce a convivere con i colori, e la sofferenza non è mai disgiunta dal bisogno di salvezza: il “non trovo appigli/per fermare la mia caduta libera” trova il suo doppio, la sua risposta ne “i miei pensieri non si arrendono/ritornano implacabili guerrieri”. La fiducia e la bellezza non scivolano via dalla penna della Papili e – come nota Bianca Maria Ventura nella prefazione – “tutto è ancora possibile, purché ci sia ancora un sogno, un’emozione, la voglia di imparare e di ricominciare ad ogni istante”. L’amore, sopra ogni altra cosa, è la spinta che tiene in piedi il tutto: l’amore di coppia e l’amore familiare, per le proprie figlie e i propri genitori. Le presenze di questi ultimi riecheggiano tra i versi, e la speranza di un nuovo atteso abbraccio, -“ci rincontreremo un giorno/tra le stelle in cielo”-, esorta a sopportare in maniera titanica la sorte. In particolare il ricordo della madre non smette di sanguinare: a lei sono dedicati versi drammatici e speranzosi, preghiere di salvezza e invocazioni a non andar via, nella continua ricerca di un sostegno, di una mano sicura. “Hai dimenticato/di chiudere la ferita del cuore/eternamente dubbiosa/lungo il cammino della vita./Madre non dovevi lasciarmi”.

Un’anima “sospesa come un palloncino” quella di Patrizia Papili, che in eterna tensione tra bene e male, tra cielo e terra, non smette di lottare per la vita, cullata dall’intensità dei desideri e delle emozioni, e non si arrende, nonostante fuori imperversino la guerra, il gelo, il mare in burrasca, gli amori malati. “Sognava l’avvenire/con entusiasmo, sicura di poter vincere/tutte le avversità di un viaggio”.

Seppur gran parte delle liriche siano cariche di ansia e tristi presagi, alla fine a vincere è il barlume di speranza, la capacità di restare comunque in piedi: “lo dice anche la canzone, no?” precisa Patrizia, “è tutto un equilibrio sopra la follia”.

L’autrice, presidente del Circolo Culturale Carlo Antognini di Ancona, appassionata di filosofia e letteratura, ha già all’attivo molte raccolte di poesie.

Il suo ultimo lavoro è in vendita: ad Ancona presso le librerie Canonici e Fogola al prezzo di euro 10, su internet cercando nei siti web www.mauronline.it, ewww.unilibro.it, Amazon e IBS.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Back To Top