Il cane che attraversò l’Italia per ritrovare il padrone è stato avvelenato

FIRENZE, 23 APRILE ’13 – Aveva percorso 600 chilometri, da Salerno a Carrara, per tornare dal suo padrone. La storia di Rocky, un pastore tedesco, aveva commosso il Paese intero. Due anni fa Rocky era stato preso da alcuni nomadi che si erano approfittati del fatto che il suo padrone Ibrahim Fwal, siriano ma da anni residente a Carrara, stava facendo il bagno. Rocky era finito in Campania ma era riuscito a tornare a casa. Da giovedì la sua vita è appesa a un filo: qualcuno lo ha avvelenato ed ora è in coma. Ibrahim Fwal non riesce a pagare tutte le cure necessarie e giorno dopo giorno vede il suo migliore amico spegnersi come una candela. Il suo è un appello disperatissimo: “Aiutatemi a salvarlo”. Rocky e Ibrahim qualche anno fa erano finiti al centro di una simpatica vicenda a Forte dei Marmi: stavano andando al mare in motorino, con casco e occhiali da sole quando la polizia li fermò. Cane a padrone sono conosciutissimi in zona, Rocky aveva divertito tanti bambini vestito da Babbo Natale e così alcune famiglia hanno pagato la multa per loro facendo una colletta. Quando nel 2007 il pastore tedesco era stato “rapito”, Ibrahim non aveva mai smesso di cercarlo con volantini e annunci sui giornali. Forse abbandonato dai nomadi il cane era riuscito a scappare ed era stato preso da una famiglia di Salerno che lo aveva visto vagabondare. La propensione a fuggire del cane li aveva spinti a mettergli una targhetta con numero di telefono ma Rocky era fuggito di nuovo in cerca del suo padrone. Lo hanno ritrovato a Pisa, giorni dopo, alcuni volontari che si sono accorti del tatuaggio riportandolo al legittimo proprietario.

ELEONORA DOTTORI

D: In Italia è reato uccidere animali?

R: Il nostro codice penale ha inserito nel 2004 un’apposita disciplina per i reati contro gli animali e la  normativa è stata recentemente modificata con legge 201/2010 di Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, stipulata a Strasburgo il 13 novembre 1987, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 283 del 03/12/2010. La Convenzione europea, uno dei testi base in materia di tutela degli animali, riconosce l’obbligo morale dell’uomo e di rispettare tutte le creature viventi e “l’importanza degli animali da compagnia a causa del contributo che essi forniscono alla qualità della vita e dunque il loro valore per la società”. La medesima Convenzione recita che “per animale da compagnia si intende ogni animale tenuto dall’uomo, in particolare presso il suo alloggio domestico per diletto e compagnia”.
In particolare nel nostro codice penale l’art. 544 bis ( uccisione di animali ) punisce con la reclusione da  4 mesi a 2 anni chiunque uccide un animale senza
necessità o per crudeltà, mentre l’art. 544 ter c.p. (maltrattamenti di animali) punisce chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi e la pena è aumentata della metà se dai fatti sopra descritti deriva la morte dell’animale.

Gli altri reati posti dal codice penale a tutela degli animali sono quello di “spettacoli o manifestazioni vietate” (che comportino sevizie o strazio per gli animali), “divieto di combattimenti tra animali”. La nuova normativa del 2010 introduce anche i reati di “traffico illecito di animali da compagnia” e di “introduzione illecita di animali da compagnia”.
La Convenzione europea pone l’attenzione anche su un altro fenomeno spesso diffuso ossia quello degli interventi chirurgici per modificare l’aspetto degli animali da compagnia.

AVV.TOMMASO ROSSI

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