I costi dell’inquinamento atmosferico per la salute

E ANCHE PER I PORTAFOGLI DEGLI STATI

del dottor Giorgio Rossi (Oncologo)

imagesIl giorno 25 novembre scorso si è tenuto a Milano organizzato dalla Fondazione Cà Grande Policlinico di Milano, Università Bocconi e Associazione Peripato un convegno internazionale dal titolo “I Costi dell’inquinamento Atmosferico: un problema dimenticato”ove gli esperti convenuti hanno ribadito i gravi danni alla salute derivante dall’aria inquinata, evidenziando anche i gravosi costi economici che ne derivano.

In un anno muoiono nel mondo 3,7 milioni di persone a causa dell’aria che respiriamo; gli studi scientifici non lasciano dubbi: gli inquinanti, le polveri sottili e in generale i contaminanti presenti nell’atmosfera provocano ictus, infarti, tumori, asma, polmoniti, allergie e molte altre patologie. Il danno, oltre che alla salute, è anche economico: le morti per inquinamento sono aumentate del 7% in cinque anni nei 34 paesi aderenti all’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e il costo legato a questi decessi ha raggiunto 780 miliardi di euro all’anno.

L’ultimo rapporto sulla “Qualità dell’Aria in Europa” pubblicato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) afferma che il 90% delle persone che vive nelle città dell’Unione Europea è esposto a livelli di inquinamenti atmosferici ritenuti nocivi per la salute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Il trasporto su strada , l’industria, l’agricoltura e il settore residenziale contribuiscono all’inquinamento atmosferico in Europa. Nonostante la riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di alcuni inquinanti in atmosfera osservata negli ultimi dieci anni, il rapporto dimostra che il problema dell’inquinamento atmosferico in Europa è lungi dall’essere risolto. Nuovi dati scientifici indicano che la salute umana può essere compromessa da concentrazioni di sostanze inquinanti inferiori a quanto si pensava in passato. Le sostanze maggiormente responsabile sono :

  • il particolato (Particulate Matter) (PM) rappresentato da quel materiale presente in atmosfera in forma di particelle microscopiche di varie dimensioni dell’ordine del milionesimo di millimetro che va dalla più grande di 10 alla più piccola di 1,1 . Le più frequenti sono rappresentate dalle PM10 e PM 2,5 ; le dimensioni condizionano il tipo di danno in quanto le più grandi si fermano alle vie respiratorie superiori, mentre le più piccole raggiungono gli alveoli polmonari. Secondo i livelli di riferimento dell’OMS, che sono ancora più severi di quelli fissati dall’UE , ben l’ 81% per il PM 10 e il 95% per il PM 2,5 degli abitanti delle città europee si trovano esposti a concentrazioni superiori ai valori di riferimento stabiliti per la protezione della salute umana;
  • l’Ozono (03) può provocare problemi all’apparato respiratorio, il 97% della popolazione europea di centri urbani è esposta a valori superiori a quelli soglia stabiliti dall’OMS;
  • il Biossido di Azoto (N02) è una delle principali cause di eutrofizzazione ( crescita eccessiva di alche nell’acqua) e di acidificazione e contribuisce inoltre alla formazione di PM e di 03. Favorisce in modo particolare l’insorgenza dell’asma. Il 7% degli abitanti delle città europee è esposto a livelli superiori al valore limite;
  • il Benzo(a)pirene (BaP) sostanza ormai sicuramente cancerogena soprattutto a livello polmonare; una percentuale intorno al 20% della popolazione urbana nell’UE è esposta a valori superiori al limite consentito;
  • Il Biossido di zolfo(S02) costituisce un grande successo a livello Europeo in quanto le emissioni sono state ridotte in misura significativa negli ultimi anni grazie alle normative UE che hanno imposto l’utilizzo di carburanti con un minor contenuto di zolfo;
  • Il Monossido di carbonio (CO), il benzene, i metalli pesanti sono invece reperibili nell’aria esterna in percentuali modeste, con pochi casi di superamento del valore limite.

    Le principali sorgenti di tali sostanze sono i processi di combustione (motori a scoppio, impianti di riscaldamento, attività industriali, inceneritori, centrali termoelettriche ). Pertanto il traffico veicolare specie nei centri urbani svolge il ruolo fondamentale ; per le zone extraurbane invece sono le industrie a prendere il sopravvento produzione di energia, processi produttivi e manufatturieri, raffinerie, attività agricole.

    Il gasolio utilizzato nella quasi totalità dei veicoli pesanti, ma attualmente anche da una buona percentuale di automobili ( anche appartenenti alla classe Euro 3 – 4 ), provoca più inquinamento atmosferico per chilometro rispetto ad altri combustibili come la benzina . Le emissione di scarico provenienti dai motori a gasolio, ricche di particolato sottile, sono state recentemente etichettate come cancerogene nel gruppo 1, il più pericoloso, dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (AIRC).

    In Italia la zona più inquinata è la Pianura Padana , sia per le elevate concentrazioni urbane , ma anche per il grande traffico commerciale di automezzi nella rete autostradale. Diversi studi stimano che qui ogni abitante perde in media da 2 a 3 anni di vita a causa dell’inquinamento. Anche a livello europeo la Pianura Padana resta l’area geografica con la peggiore qualità dell’aria insieme alla zona più industrializzata della Polonia. Un recente studio italiano ha dimostrato come a Roma una riduzione di soli 5 micron grammi/m3 di PM 2,5 salverebbe circa 600 vite umane e comporterebbe un risparmio di circa un milione di euro.

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