Giovani e Ancona, porte aperte ai migranti

SONDAGGIO DI URLO, MA C’E’ INTOLERRANZA

Richiedenti asilo impegnati in servizio volontario di pulizia a Piazza Cavour su iniziativa del Comune di Ancona (foto Comune di Ancona)
Richiedenti asilo impegnati in servizio volontario di pulizia a Piazza Cavour su iniziativa del Comune di Ancona (foto Comune di Ancona)

ANCONA – di Giampaolo Milzi – I giovani di Ancona guardano storto gli stranieri? Sono xenofobi o addirittura razzisti? Ci siamo voluti porre questi quesiti di fondo, alla luce del ruolo di primo piano che la questione dell’immigrazione ha avuto nel corso dell’ultima campagna elettorale per l’elezione del Parlamento – oggetto peraltro di evidenti e a volte becere strumentalizzazioni – e che sta avendo anche nelle difficili trattative politiche per la formazione del nuovo Governo. Ebbene la risposta ai due interrogativi è decisamente no. Stando all’analisi del sondaggio con dieci domande (a risposta secca: sì o no) cui la redazione di Urlo ha sottoposto un eterogeneo campione di 100 appartenenti (tra maschi e femmine) alla “new generation”  del terzo millennio residenti o abitanti in città di età compresa fra i 18 e i 35 anni. Sondaggio condotto in luoghi di eterogenea frequentazione: lo shopping center Auchan, alcune facoltà universitarie, una scuola media superiore, il Donegal Irish pub (per citare alcuni esempi)

Del resto il risultato dello “screening” è chiaro fin dall’esito della prima domanda: solo 9 dei “sondati” prova di solito fastidio, diffidenza o paura, quando gli capita di interagire o di avere contatti con un cittadino straniero. Lo stesso vale per il quesito 7, vero tormentone “luogo comune”, riguardante l’occupazione: falso, per 93 intervistati, che chi si sia stabilito ad Ancona provenendo da altri Paesi abbia in qualche modo rubato il posto di lavoro agli anconetani di cittadinanza italiana.

In ogni caso, sotto “Ancona Porta d’Oriente” passa un po’ d’ariaccia di intolleranza: in 43 hanno barrato la casella sì in quanto hanno assistito ad atti di intolleranza verso gli stranieri, appunto, (insulti, violenza verbale e/o fisica) all’interno degli autobus circolanti nel territorio urbano e dintorni (domanda 8), e lo stesso hanno fatto in 22 essendo stati testimoni di quegli atti in luoghi pubblici o privati (domanda 9), in entrambi i casi anche se le vittime non avevano tenuto atteggiamenti o comportamenti scorretti.

 

Cittadine straniere al Mercato di Piazza D’Armi (foto di Silvia Breschi)
Cittadine straniere al Mercato di Piazza D’Armi (foto di Silvia Breschi)

Va sottolineato che solo un intervistato, precisamente una disoccupata 27enne, precisa di avere, al contrario, assistito

ad atti di intolleranza commessi da stranieri ai danni di non stranieri.

Intolleranza, senso di rigetto per chi è arrivato da oltre confine, anche per i 35 che ritengono che sia da sanzionare e/o in qualche modo da reprimere la frequente presenza – in questo caso soprattutto di nordafricani o africani in genere – che chiedono l’elemosina piazzandosi all’uscita dei supermercati. Un fenomeno da contrastare, attenzione, anche se gli stessi ricevono qualche spicciolo in cambio di un aiuto a signore anziane o a clienti con problemi fisici per spingere il loro carrello della spesa e/o per caricare in auto i prodotti acquistati (come recita il quesito 4). Tra i 65 che la pensano in modo diverso, una studentessa universitaria, che annota a margine del questionario che “per evitare che si riducano ad elemosinare, bisognerebbe aiutarli a trovare un lavoro dignitoso”.

Passando al tema della sicurezza – come quello dell’occupazione assurto a livello di tormentone nel dibattito politico/mediatico e in generale nelle conversazioni di ogni giorno fra gente più o meno comune – non poteva non lasciare traccia nelle risposte: per 28 giovani interpellati (domanda 2) la città è più turbata da atti in genere di microcriminalità addebitabili ad immigrati, in particolare nel quartiere Piano San Lazzaro (9 risposte), dove la loro percentuale di presenza è maggiore. Il che, osservando i dati ufficiali forniti dal Ministero della Giustizia (vedi inaugurazione dell’anno giudiziario ad Ancona) denota una percezione del fenomeno un po’ più sovradimensionata rispetto alla realtà.

A dividere particolarmente l’interrogativo 6, visto che è così sentito il problema della ricerca di un alloggio a prezzi contenuti: per 42 soggetti sottopostisi al test, il regolamento della lista di assegnazione di abitazioni popolari del Comune va cambiato; ai residenti di cittadinanza italiana vanno riconosciuti un punteggio maggiore e la precedenza rispetto ai residenti stranieri. E qui, consentiteci una nostra opinione, siamo di fronte ad una immotivata pulsione discriminatoria, poiché gli stranieri inseriti in graduatoria hanno il permesso di soggiorno e sono in regola per presentare domanda.

Per il resto, accettazione dell’esigenza di integrazione, multietnicità e in qualche modo multiculturalità, fin dal mondo dell’istruzione, come denotano le risposte alla domanda 5: solo in 13 ritengono che sia ingiusto che nelle scuole di Ancona esistono classi miste, con alunni/studenti italiani e stranieri e in molti casi con numero elevato dei secondi. Tra questi un 19enne universitario, il quale scrive che le regole in vigore sulle classi miste vanno assolutamente cambiate perché vecchie in relazione ad un tessuto sociale profondamente mutato”, e un lavoratore, secondo il quale “il numero di alunni italiani e stranieri deve essere sempre equilibrato in modo da favorire una corretta integrazione per non rallentare il corretto svolgimento dei programmi e delle lezioni (in tal caso forse andrebbero aumentati gli insegnanti di sostegno per gli stranieri, ndr.)”.

Il virus di certe fake news ha per fortuna appena avallato il più oltraggioso e scientificamente infondato dei “si dice” (domanda 3): solo 12 hanno scritto che sì, i cittadini stranieri presenti ad ancona possono trasmettere più degli italiani malattie contagiose.

Infine, le dimensioni di un certo rigurgito di razzismo presente e crescente in Italia (domanda 10): tale rigurgito, che spesso si traduce in alti di violenza e/o intimidazione nei confronti dei migranti, per ben 87 giovani esiste ed è in qualche modo alimentato dalla ideologia razzista di partiti politici come Casa Pound, Forza Nuova e Lega (in particolare i primi due, dichiaratamente neofascisti).

(articoli tratti da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

 

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