Esistono le vere sigarette light?

PUBBLICATO STUDIO CHE NE DIMOSTRA LA CAPACITA’ DI DISASSUEFAZIONE

del dottor Giorgio Rossi

imagesSulle sigarette light sono anni e anni che si discute; molto si è detto e molto si è scritto, se veramente siano meno dannose delle sigarette normali o viceversa inducono il fumatore, con la convinzione di fumare una sigaretta più sicura, a fumarne di più, ricevendo maggior danno.

Tutto ciò ha creato nel tempo non poca confusione tanto che anche il legislatore, in attesa di idee più chiare, sia negli USA sia in UE ha vietato le dizioni light o leggere o analoghe stampate sui pacchetti.

Ora è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine uno studio in cui si sostiene che chi fuma ha maggiori probabilità di smettere o di ridurre sensibilmente il numero di sigarette quotidiane se prima passa a sigarette a basso contenuto di nicotina.

I ricercatori, dell’University of Mennesota, sono partiti ponendosi la domanda: “se il fumo è una dipendenza indotta dalla nicotina, come è possibile che nessuno studio di rilievo abbia mai dimostrato che il passaggio dalle sigarette normali a quelle cosiddette light non induca una qualche forma di disassuefazione?”

Semplice : il tabacco delle sigarette light conteneva la stessa quantità di nicotina delle sigarette normali, ma le aziende hanno cercato di ridurre la quantità di nicotina che i fumatori aspiravano attraverso dei trucchi progettuali come filtri ventilati o tipi di carta diversi, tali che ai fumatori basta inspirare con più forza per assumere la stessa quantità di nicotina delle sigarette normali.

I ricercatori della University of Minnesota hanno verificato su circa 850 fumatori l’efficacia di sigarette dal contenuto di nicotina veramente più basso del consueto.

Infatti sono state usate, per i partecipanti allo studio, sigarette con contenuti di nicotina differenti espressi in milligrammi per grammo di tabacco: 5,2 – 2,4 – 1,3 – 0,4 contro i circa 15 milligrammi delle sigarette tradizionali.

Dopo sei settimane, i ricercatori hanno evidenziato che le persone che usavano sigarette con dose di nicotina minore ai 2,4 milligrammi per grammo fumavano il 30% in meno di sigarette al giorno, avevano una probabilità doppia di smettere di fumare e, quando lo facevano, incorrevano in un numero minore di episodi di astinenza.

Per la prima volta lo studio fa chiarezza sul reale ruolo delle basse dosi di nicotina che giocano, come era d’aspettarselo, un ruolo fondamentale nella disassuefazione al tabagismo come accade per le altre dipendenze. Ora è auspicabile che i dati di questo rilevante studio vengano utilizzati dalla Food and Drug Administration per imporre alle aziende di ridurre veramente il contenuto di nicotina.

Ciò non vuol certo dire che le sigarette a basso contenuto di nicotina non nocivo alla salute. E’  risaputo infatti, che non è la nicotina la sostanza cancerogena, ma le diverse altre sostanze contenute nel tabacco che durante la combustione esprimono tutto il loro potere oncogeno.

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