Diritto alla Salute:Italia, Paese delle mamme-nonne

GRAVIDANZE TARDIVE IN ITALIA : E’ RECORD

del dottor Giorgio Rossi

Insieme all’Irlanda , il nostro è il Paese europeo con la percentuale più elevata di donne che aspettano il primo figlio dopo i 40 anni . L’età media materna alla prima gravidanza in Italia oggi è di 31 anni ; è aumentata di 16 anni nell’arco dell’ultimo secolo. La gravidanza non è più vissuta come un evento naturale , ma come una scelta consapevole su cui gravano una serie di fattori : condizioni economiche e lavorative che non lo consentono prima , mancanza di un legame stabile e di un progetto di famiglia , ma anche perché negli ultimi anni i media hanno decantato la gravidanza tardiva come un’esperienza fortemente positiva enfatizzando con grande clamore cantanti , attrici e celebrità diventate mamme per la prima volta sopra i 40 anni.

E’ vero , invece, che la gravidanza tardiva comporta dei rischi che non vanno sottovalutati .

Innanzi tutto la fertilità della donna tende a diminuire con l’età dato l’invecchiamento degli ovociti che tendono a diminuire di numero ma anche di qualità nelle ovaie. Inoltre con l’età tendono ad aumentare le patologie della sfera ginecologica , come fibroma uterino , l’endometriosi che riducono le possibilità di portare a termine una gravidanza . Infatti è segnalato l’aumento degli aborti spontanei ma anche delle malformazioni fetali dovuto ad un “deteriorarsi” del patrimonio genetico contenuto nell’ovocita. Ad esempio il rischio di sindrome di Down nel nascituro è di 1 su 1500 gravidanze a 30 anni , sale ad 1 su 70 tra 40 e 44 anni , fino a 1 su 38 sopra i 45 anni .

Per quanto riguarda gli aborti spontanei , questi sono aumentati del 30 per negli ultimi 25 anni con una incidenza pari a più del doppio nella classe di età tra 40-44 anni rispetto a quella tra i 35-39 anni .

In aumento sono anche i parti cesarei con una frequenza , che confrontata con altri Paesi europei , varia da meno del 20% di tutti i parti in Olanda , Slovenia , Finlandia , Svezia , Islanda e Norvegia , al 36,3 % in Portogallo , 36,9 % della Romania , al 38% dell’Italia fino al 47,2 % della Turchia .

Non solo nella gravidanza naturale , ma anche nella Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) i risultati vengono influenzati dall’età della donna .La gravidanza si verifica in oltre il 50% dei casi in donne al di sotto dei 30 anni ; una percentuale che scende al 40% intorno ai 35 anni per arrivare al 25% quando la donna a 40 anni e scendere drasticamente al 6% oltre i 43 anni .

Certamente uno dei motivi di tale innalzamento dell’età della prima gravidanza riguarda le difficoltà ancora incontrate in Italia dalle donne per conciliare lavoro e maternità.

Da un’analisi preliminare di una interessante ricerca dell’Università La Sapienza di Roma condotta mediante intervista su circa 4000 dipendenti di aziende private, emerge che queste sono sempre più “a trazione femminile “, ma , ad un avanzamento del ruolo femminile , non corrisponde ancora un adeguato riconoscimento della diversità biologica in ambito professionale che culmina nel momento della gravidanza .Dalle interviste finora analizzate , risulta che, per il 76% degli intervistati , le aziende , al di là degli obblighi legislativi ,dovrebbero essere maggiormente orientate nel prevedere speciali benefici a favore delle dipendenti in gravidanza .

Dal campione intervistato emerge che la gravidanza in età avanzata non è dovuta solo a ragioni meramente economiche ( il 99,2 delle intervistate è assunta a tempo indeterminato )ma , piuttosto , è causata dalla paura di essere tagliata fuori da ogni possibile progressione di carriera , avanzamento economico o di essere segregata ad anello debole della catena produttiva al suo rientro. Infatti ad una iniziale serenità nell’affrontare e comunicare la notizia della gravidanza ai propri superiori e ai colleghi di lavoro , subentrino poi timori e frustrazioni provocate dall’incertezza del proprio ruolo professionale al rientro in azienda . Il 49% delle donne intervistate ha riferito di non essere stata coinvolta nelle decisioni riguardanti la sua posizione in azienda e l’organizzazione del suo lavoro per il periodo della sua assenza .In Italia , infatti , la percentuale di donne ancora occupate dopo il primo figlio è del 59% ( dati Istat 2012 ) , rispetto a quella delle colleghe tedesche del 74% ,delle svedesi del 81% , delle spagnole del 63%.

Emerge pertanto la necessità di mettere in atto strategie che fungano da propulsivo per tutte quelle donne che desiderano diventare madri e al contempo esprimere in pieno le proprie competenze professionali , prima durante e dopo la maternità senza mai dimenticare che anche una donna quarantenne , può mettere al mondo bimbi sanissimi e vivere una gravidanza priva di complicazioni , specie se è in buona salute ,adotta uno stile di vita equilibrato , tiene sotto controllo fattori come la glicemia e la pressione arteriosa ; condizioni base affinché tutto possa andare nel migliore dei modi .

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