Diritto alla salute – Usa, torna l’incubo della poliomielite?

INCUBO POLIO  NEGLI USA

del dottor Giorgio Rossi (oncologo)

polioE’ di questi giorni la notizia alquanto allarmante  che arriva dalla California dove si sono verificati cinque casi di paralisi degli arti in bambini con una misteriosa sindrome simile alla poliomielite per decorso  e gravi danni neurologici. I casi si sono verificati tra Montery e la baia di San Francisco in un raggio di circa 160 km e tutti questi bambini sono stati inviati presso l’Ospedale Pediatrico  Lucille Packar della Stenford University a Palo Alto. I medici che li hanno in cura hanno riferito che due di questi bambini sono risultati positivi  all’enterovirus-68 della stessa famiglia di cui fa parte anche il virus della poliomielite, mentre gli altri tre bambini non hanno presentato una causa specifica. Tutti, comunque, sono accomunati dagli stessi sintomi: paralisi di un arto superiore o inferiore o di entrambi che non recede e diventa permanente. I medici della Stanford rassicurano che al momento non sembra trattarsi di una grave epidemia, anche se potrebbero essere 20 i casi sospetti, e raccomandano che ogni bambino che presenti sintomi sospetti sia subito condotto dal medico e se necessario inviato presso l’Ospedale Lucille Packard  che rappresenta il Centro di riferimento per ulteriori ricerche. I neurologi pediatri di questo Ospedale avevano programmato  di dare l’annuncio ufficiale  di questi casi in occasione della sessantaseiesima Convention dell’American Accademy of Neurology che si terrà a Philadelphia il 26 aprile prossimo, ma la gravità dei casi li ha spinti a dare l’allarme prima in considerazione del fatto che molti neurologi sono giovani e non avendo vissuto il periodo di epidemia di poliomielite non hanno mai visto sintomi del genere. Pensano, infatti, che con la divulgazione della notizia, i neurologi sanno ora cosa devono tener presente ed altri casi verranno segnalati. I Centers for Diseases Control and Prevention, ad Atlanta, che fanno parte del Dipartimento Federale della Salute, riferiscono che per ora non sono stati segnalati casi al di fuori della California.

Questa notizia giunge proprio in coincidenza dei 50 anni dell’avvio della prima grande campagna vaccinale contro la polio nel nostro Paese, avvenuta nella primavera del 1964, quando la poliomielite stava mietendo vittime in tutto il mondo e in Italia  nel solo 1958, anno dell’acme,  c’erano state oltre 8 milioni di bambini colpiti.

La poliomielite è una malattia acuta, determinata da un virus, altamente contagiosa che si diffonde da individuo ad individuo principalmente per via orale con la saliva, ma anche con acqua e cibi contaminati da feci contenenti il virus ( questa modalità prevalente nei paesi igienicamente sottosviluppati). Il Virus infettante appartiene al genere degli enterovirus e viene nominato Poliovirus, il quale risale lungo i rami di alcune fibre nervose raggiungendo e distruggendo le cellule nervose ( neuroni) motorie  del midollo spinale, del tronco encefalico o della corteccia motoria causando la paralisi del distretto muscolare corrispondente ( braccia , gambe, ma anche diaframma fino alla paralisi respiratoria). Negli anni 50 l’epidemia raggiunse le sue punte massime ; nel 1952 e nel 1953, gli Stati Uniti sono stati registrati rispettivamente 58.000 e 35.000 casi, fino ad attestarsi poi sui 20.000 casi all’anno. Le cose non andavano meglio in Europa e nel resto del mondo. Tale scenario spinse molti scienziati a ricercare quella che poteva essere l’unica arma efficacie, il vaccino; non esistevano e non esistono cure  specifiche per la poliomielite e pertanto l’unica strada è la profilassi vaccinale.

Il primo vaccino  fu elaborato da Hilary Koprowski virologo di origine polacca che lavorava nei laboratori Lederle di New York, ma trattandosi di un vaccino costituito da virus vivi ed attenuati, il tempo richiesto per la preparazione era particolarmente lungo, così che nel frattempo Jonas Salk dell’Università di Pittsburgh nel 1954 presentò il suo vaccino, per iniezione che cominciò ad essere utilizzato anche da noi in Italia. Alcuni dei primi  bambini vaccinati  andarono male  manifestando la malattia. Pertanto si diffuse un grande stato di angoscia tra i genitori terrorizzati che la malattia potesse colpire i lori bambini, ma spaventati anche dallo stesso unico rimedio, mentre le autorità sanitarie si limitavano a suggerire la vaccinazione.

E’ il vaccino creato da Albert Sabin che cambierà definitivamente lo scenario. Virologo di origine polacca naturalizzato statunitense, presso l’Università di Cincinnati in Ohaio, elabora il suo vaccino  per via orale, dimostratesi subito efficace e sicuro e a basso costo. Inizia finalmente la vera vaccinazione di massa che, grazie ad una grande operazione di sanità pubblica che ha visto coinvolte l’OMS, l’UNICEF e il Rotary Iternational , continuata   negli anni a seguire, ha permesso di eradicare la malattia nella maggior parte dei Paesi del mondo. L’ultimo caso registrato negli Stati Uniti risale al 1979, mentre in Italia è stato notificato nel 1982; nel 2000 l’Europa è stata dichiarata “polio free”.
La poliomielite resta sotto controllo in tutto il mondo con zone ancora considerate a rischio come Afghanistan, Nigeria, Pakistan, Somalia, Nigeria, Pakistan, Kenia e Israele; nel 2012  soli 223 casi  sono stati segnalati in tutto il mondo.
Certamente che  l’attuale  cluster confinato in California va attentamente indagato; al momento ci sono ancora troppo poche certezze e molte cose da chiarire.

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