Diritto alla Salute – Il legame tra alimentazione e crisi economica

COME CAMBIA IL REGIME ALIMENTARE A CAUSA DELLA CRISI ECONOMICA

di Dott. Giorgio Rossi

alimentazioneTra le conseguenze della crisi economica c’è anche la riduzione della spesa degli italiani per prodotti alimentari ed in particolare per prodotti a basso contento calorico : sono diminuite le vendite di pesce e carne a favore, invece, dell’aumento di dolciumi e cibo precotto, preconfezionato  o take-away. Ad essere a rischio è soprattutto la salute dei bambini e degli anziani che necessitano di una dieta equilibrata , ma anche degli adulti che rischiano l’obesità a causa della continua assunzione di alimenti ipercalorici low-cost. A fare la differenza è il reddito per famiglia.

Dopo aver tagliato i costi per le vacanze, per i regali di Natale, per l’abbigliamento e per le cene al ristorante , le famiglie italiane risparmiano anche sulla spesa di tutti i giorni. I piatti del Belpaese sono sempre più ricchi di pasta e meno di carne , pesce, frutta e verdure, anche il consumo di vino e olio di oliva è calato drasticamente. Le famiglie con un reddito di 25000 euro hanno quasi eliminato dalla dieta l’olio di oliva e le verdure, consumano poca carne e non comprano più cereali e vino. Nel carrello finiscono carni precotte,grassi animali , margarina e alcolici. Il discorso cambia per una famiglia di medio alto reddito che, con un guadagno di almeno 40000 euro l’anno, può permettersi l’acquisto di pesce, carni bianche, frutta, legumi. A pagare il prezzo più caro del confronto è la salute: le famiglie italiane a basso reddito hanno un tasso di obesità del 36%, quelle ad alto reddito del 20%. Il nesso tra crisi economica e alimentazione è molto forte , lo si capisce anche dalla scelta della maggior parte degli italiani di fare acquisti in punti vendita più economici, a volte a discapito della qualità. In particolare i discount hanno accresciuto la loro clientela in maniera rilevante , con un +25% di italiani che afferma di aver frequentato maggiormente i discount in questi ultimi 2-3 anni rispetto agli anni precedenti  e un +59% che afferma di guardare con crescente attenzione alle offerte del tipo 3×2. Tengono anche i classici supermercati, mentre si assiste ad una riduzione degli acquisti nei negozi di alimentari tradizionali. Basso costo nei discount può corrispondere ad una bassa qualità con il rischio che il risparmio sia solo apparente con possibili effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone. Non è un caso che la prima mozzarella blu sia stata trovata proprio all’interno di un discount, ma si registrano casi anche di aglio blu , prodotti scaduti o contraffatti. Circa il 72,6% degli italiani preferisce fare la spesa nei discount con picco massimo dell’80% al Sud e nelle isole, contro il 71,4 del Centro,il 69,6% del Nord-Est e il 65,6% del Nord-Ovest.

La mancanza di risorse economiche si rispecchia soprattutto nel carrello degli anziani, due su tre ammettono di non mangiare abbastanza a causa della crisi e sono circa un milione gli over 65 a rischio malnutrizione per colpa di una dieta povera e sbilanciata , che aumenta del 25% la probabilità di un ricovero ospedaliero oltre che aumentare il tasso di mortalità.Uno studio della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG) dimostra che è possibile mangiare sano spendendo tra i 50 e i 150 euro al mese; nel carrello anticrisi ci sono verdura e frutta di stagione, carne bianca, uova, pesce azzurro e legumi, cibi che costano poco ma che forniscono un buon contributo nutrizionale specie per gli over 70.

In generale gli italiani per effetto della crisi economica acquistano oggi più uova e pollo, ma meno carne rossa( a parte quella di maiale), mentre reggono i consumi di frutta e verdura. Si consuma meno pesce fresco , meno olio di oliva, più pane e pasta  che, seppur mediterranei, non vanno consumati in eccesso e non devono sostituire le principali fonti proteiche.

C’è anche un risvolto positivo della crisi e riguarda la riduzione degli sprechi. Il 57% degli italiani dichiara di aver ridotto gli sprechi a tavola .Il 47% afferma di aver ridotto gli sprechi facendo la spesa in modo più oculato, il 31% riducendo le dosi acquistate , il 24% riutilizzando gli avanzi, il 18%  prestando maggiore attenzione alla data di scadenza dei cibi.

Nonostante la crisi, gli alimenti contenenti Ogm ( Organismi Geneticamente Modificati), tendenzialmente meno costosi, restano sgraditi agli occhi degli italiani; il 60% degli italiani considera gli Ogm meno salutari e tende ad evitarli .

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