ASSISTENZA IN FAVORE DEI DISABILI PRIVI DEL SOSTEGNO FAMILIARE: L’ANALISI
di dott.ssa Amii Caporaletti
Il 14 giugno 2016, con 312 voti favorevoli, 64 contrari e 26 astenuti, il Parlamento italiano ha approvato il disegno di legge “dopo di noi”, denominato precisamente “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare”.
L’argomento è stato già ampiamente affrontato in precedenza: https://www.fattodiritto.it/la-legge-dopo-di-noi-la-tutela-della-persona-affetta-da-grave-disabilita-a-fronte-della-perdita-del-familiare/, ma vediamo quali sono gli aspetti principali introdotti dalla norma e quali i nodi ancora da districare.
Il provvedimento è costituito da 10 articoli, e la ratio legis si fonda nel porre un’adeguata tutela a coloro che sono affetti da grave disabilità e ai loro familiari, attenuando in parte la preoccupazione, soprattutto di questi ultimi, di non poter un domani occuparsi dei loro cari.
In che modo? Incentivando percorsi di de – istituzionalizzazione supportando invece la domiciliarità dei disabili, in abitazione o in gruppi di abitazioni in grado di riprodurre le stesse condizioni abitative e relazionali della casa familiare.
Non più quindi istituti o strutture ospedaliere, ma case confortanti in grado di assicurare il calore tipico della famiglia d’origine.
La permanenza dei disabili in strutture ospedaliere e in istituti (come quelli attuali), sarà solo residuale e temporanea, volta a sopperire eventuali casi di emergenza.
Rispetto al disegno di legge proposto dalla senatrice Pd Argentin, il testo legislativo non è stato modificato e le novità principali risultano essere:
-l’istituzione di un fondo statale pari a 90 milioni di euro per il 2016, 38,3 milioni per il 2017, e di 56,1 milioni per il 2018, le cui modalità di accesso verranno via via individuate da leggi regionali;
-agevolazioni fiscali per coloro che vorranno stipulare polizze assicurative sulla vita a favore dei propri familiari, per l’istituzione di trust, di vincoli di destinazione e istituzione di fondi speciali.
Secondo Renzi, l’approvazione della legge “dopo di noi” è un segno di civiltà, che rende il Paese attento alle esigenze dei più indifesi. Di diverso avviso sono invece i grillini, che si sono sempre dichiarati contrari alla legge, in quanto non risolutiva ed in grado di creare e incentivare disuguaglianze.
Tornando al testo normativo, nell’art. 2 dello stesso, viene stabilito come nell’attesa della definizione dei Lep, ossia dei “livelli essenziali delle prestazioni assistenziali”, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in concerto con il Ministero dell’economia e previa intesa in sede di Conferenza unificata Stato – Regioni, dovrà definire gli obiettivi di servizio per le prestazioni da erogare entro 6 mesi dall’emissione della legge.
Ma quali sono le principali perplessità destate dalla norma?
In primo luogo la scarsità dei fondi stanziati dal Governo per il progetto, che renderà quest’ultimo non attuabile, o se non altro non nei risultati auspicati.
In secondo luogo, l’eccessiva incentivazione dei privati a discapito di coloro che per scelta o per necessità sono “costretti” ad affidarsi invece alle risorse pubbliche, potrebbe generare un forte divario tra i disabili che ricorrono ad impianti pubblici, e quelli che invece potranno contare su strumenti privatistici come trust, fondi pensione, vincoli di destinazione e fondi previdenziali.
Il più grande timore che il nuovo dettato normativo genera, è dato senz’altro dal rischio che chi proviene da famiglie economicamente benestanti potrà effettivamente vivere in strutture abitative familiari, diversamente da coloro che non hanno tali capacità economiche, destinati invece ad istituti privi del carattere familiare tanto auspicato dalla norma.