“Tu, Siria”, poesie e pensieri per pace e libertà

 UN LIBRO PER LA CAMPAGNA ONSUR

F&D copertina tu-siria- Ancona – di Giampaolo Milzi –

Urla da un silenzio assordante. Quello che dal 15 marzo 2011 incombe mortalmente sulla Siria. Un paese dalla cultura millenaria, che ha dato i natali a tanti intellettuali e artisti. Un paese che nonostante la sua antica storia di vitalità civile si ritrova, spettro di se stesso, vittima di una guerra genocida che ha già spezzato centinaia di migliaia di vite, prodotto 2 milioni di profughi, 8 di sfollati entro le frontiere nazionali, ed elevato montagne di rovine. Ecco, risuonano come urla da questo silenzio di sangue, morte e barbarie, i versi di Asmae Dachan e Yara Al Zair. Versi di testimonianza e denuncia, capaci di colpire dritti al cuore dei lettori oltre ogni confine, risvegliandone le coscienze. Capaci di tenere accesa la fiammella di una speranza tale da illuminare, il più presto possibile, le vie di città come Homs e Aleppo. Dove ogni senso di ragione, giustizia e umanità è ingoiato dal buco nero della violenza più brutale. “Tu, Siria”, titolo di questa silloge, è una coraggiosissima, appassionata, lirica invocazione. A nome di chi ha l’onere di sopravvivere, di non arrendersi a un massacro che pare ineluttabile e senza fine.

Siria come “una regina orfana di popolo”, che “regni sulle macerie”. Mentre “fluisce la penna, scorre il sangue, scivolano le lacrime”. La penna è quella di Asmae Dachan, figlia di siriani ma nata e cresciuta nelle Marche, giornalista di professione, ambasciatrice di pace, e poetessa, in questo caso, anche per irrefrenabile necessità. E la penna di Asmae rafforza i “due sogni più grandi” di Yara Al Zair, studentessa 20enne, “quello di vedere libera dall’oppressione la mia terra, e di poter scrivere in onore della sua libertà”. Due donne, la stessa terra martoriata e perduta, “ma di diverso registro stilistico” le 29 poesie di Asmae e le 5 di Yara, sottolinea nella prefazione Patrizia Garofalo. “Farò del mio dolore inchiostro e verserò righe di sentimento”: le lievi parole di Asmae hanno la forza di chi riesce a temperare nostalgia e realistico pessimismo, “ogni luna lascia il posto al sole, ogni fiore si lascia cadere per il frutto (…)”. Più sferzante l’espressività di Yara, come quando evoca il tiranno Bashar al Assad “sul podio della disumanità” mentre “vanta il suo vessillo di traditore, ostentando il trofeo della malvagità”.

Versi, e non solo. Anche potenti pillole di reportage. Quattro testimonianze raccolte da Asmae in modo diretto e indiretto sul campo dell’indicibile sofferenza. Asmae ha fatto suo l’appello via e-mail lanciato da Mohammed: “Se vuoi raccontare cosa sta accadendo in Siria vieni subito a Homs. Tra poco non ci sarà più nessuno, non lasceranno più nulla. Ogni giorno ci sono decine di morti, persone mutilate, ferite, che resteranno paralizzate per sempre”. Da Homs anche lo straziante raccolto di un padre, che ha cercato il figlio tra morti e feriti, l’ha trovato ancora vivo, l’ha portato in ospedale, dove poi i gendarmi l’hanno torturato e ucciso. E da Idlib lo struggente lamento di una madre, che sogna la figlioletta martire “mentre suona per gli angeli”. Una chiamata telefonica da un amico da Aleppo: “E’ come se le nostre vite fossero diventate pagine bianche e non avessimo più idea di cosa potrebbero essere riempite (…) Ci chiediamo se tutto questo abbia un senso”.

Di questo libricino “Tu, Siria”, stupisce la capacità delle due coautrici di tratteggiare con emozionanti, toccanti parole di velluto grigio lo scenario spinoso e terrificante di un conflitto indiscriminato. Dove tra esplosioni di bombe, spari di cecchini, atti di violenza generalizzata ed efferata, città e villaggi disintegrati, pianti e lamenti, esodi e fughe, un intero popolo resta comunque aggrappato al sottile filo bianco che dal buio di una dittatura quarantennale potrebbe condurlo a luminescenti spiragli di libertà e dignità. Un popolo di uomini e donne, anziani e bambini, di cui “non bisogna mai sottovalutare il gesto di libertà”, scrive Yara in uno dei suoi dieci “Pensieri di libertà”, appunto, in conclusione dell’opera. Perché, si legge in un altro, “dalla distruzione riemerge sempre un’anima libera che lotta intrepida per trasmettere al mondo un canto di vita”.

Il ricavato della vendita di “Tu, Siria” sarà devoluto interamente a favore di Onsur, campagna mondiale di sostegno al popolo siriano.Per informazioni e donazioni: dachanasmae@yahoo.it – tel. 348/399516 – www.onsur.it

(articolo tratto da Urlo-mensile di resistenza giovanile)

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