Rock & Diritto- La poesia e l’anima dannata di Tom Waits

La sua voce è stata descritta dal  Daniel Durchholz  “come se fosse stata immersa in un tino di whiskey, poi appesa in un affumicatoio per qualche mese e infine portata fuori e investita con una macchina
Ed è proprio con questa voce che dipinge  nel corso ella sua lunga carriera la vera America underground ed è considerato uno dei cantautori più importanti della storia del rock.
Il poliedrico ed affascinante Tom Waits (all’anagrafe Thomas Alan Waits) nasce nel 1949 a Pomona, all’ombra dell’inconfondibile Hollywood, da una famiglia in cui si mescolano sangue scozzese, irlandese e norvegese.
Una vita  da lui stesso spesso definita nel “wrong side” ossia nella “parte sbagliata”, fatta di eccessi e sregolatezza, di ribellione e volontà di essere diverso dal resto, tutto e tutti.  In questo percorso ad ostacoli incontra ben presto altri “ribelli” come il grande Charles Bukowski che conosce a Los Angeles. Subito tra i due nasce un’amicizia che lui stesso definisce “stellare” ,un legame che li unisce a doppio filo, proprio quello di essere entrambi la voce del fallimento del grande sogno americano che per anni era stato protagonista in tv, per le strade,  negli occhi e nei cuori della gente. La voce diventa più cupa in mezzo alle difficoltà della vita e diventa la cassa di risonanza della vita disagiata di molte altre persone incontrate per caso per strada.
Emblema della sua vita sregolata e fatta di eccessi è sicuramente la sua famosa frase “Non riesco a capire coloro che si rifugiano nella realtà perché hanno paura di affrontare la droga“. Sarà proprio l’alcol che una sera accentua le sua voglia di esibirsi e mentre si trova a lavorare in un locale per sbancare il lunario, si mette a suonare un pianoforte, una grande passione trasmessa dal padre. Le sue dita accarezzano i tasti bianchi e neri del piano ed il pubblico apprezza cosi tanto che Waits inizia ad esibirsi tutte le sere.
Ben presto lo “squattrinato” Tom dà una svolta alla sua vita, mette insieme una band jazz con cui inizia a girare tutti i locali di Los Angeles senza però amare  la ribalta, le luci, il “divismo” a tutti i costi. E’ lontano anni luce dall’immagine dei grandi rocker di quel tempo, è  volutamente lontano e fiero di esserlo. Piegato sul pianoforte, canta storie di emarginati con una partecipazione che commuove chi lo ascolta.
Da questo periodo intenso nasce il primo album nel 1973 “Closing Time” . Da lì in poi tanti successi: Heart Of A Saturday Night, Nighthawks At The Diner, Small Change, Foreign Affairs, Blue Valentine, un disco di lettere il cui il titolo allude alle “Blue valentines”, alle lettere d’amore del giorno di San Valentino scritte con un animo sofferente lacerato dall’amore.
Dopo Heartattack And Wine nel 1980, l’animo inquieto di Waits lo porta a sondare nuove strade e l’occasione gli è offerta dal regista Francis Ford Coppola che gli propone di scrivere la colonna sonora del film “One from the heart” (Un sogno lungo un giorno). Il cinema lo affascina cosi lavora ed ottiene alcune parti  nel film i “Ragazzi della 56° strada”,  “Rusty il selvaggio”, “Cotton Club”, poi un ruolo tutto suo in “Down by law” con uno spassoso duetto con Roberto Benigni (con cui si troverà di nuovo a collaborare scrivendo “You Can Never Hold Back Spring” per il film “La tigre e la neve”).
Questa nuova passione  continua ad intrecciarsi con la passione travolgente ed innata per la musica, con una voce sempre più roca “modellata” da alcol e sigarette. L’antologia “Beautiful Maladies” del 1998 contiene 23 brani tra cui “Hang on St. Christopher”, “Underground”, “I Don’t Wanna Grow Up”, la strepitosa ” Downtown train”, “Cold, cold ground”, “Singapore”, “16 shells from a thirty-ought six”. Intanto la vita di Waits si fa più pacata; si sposa con Kathleen Brennan che diventa la sua musa,collaboratrice, madre dei suoi figli e  lo aiuta ad uscire dal personaggio che in qualche modo si era cucito addosso e che rischiava di soffocarlo.
La vena malinconica che da sempre contraddistingue il suo stile continua ad animarlo e cosi fino ad oggi (“Alice”, “Blood Money”,”Mule Variations”,  “Real Gone”, “Bad as Me”).

Storie di diseredati, sconfitti dalla vita e travolti dal grigiore della grande metropoli, ma anche storie di struggenti amori, passioni, emozioni, ed ancora storie ironiche, divertenti che si alternano a quelle dal significato più chiuso e nascosto.
Insomma Waits sembra saper dar voce ad ogni emozione, ognuno di noi sembra poter trovare nei suoi brani ciò che cerca. E’ questa la sua unicità.

VALENTINA COPPARONI

 

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