Musica & Diritto: Mia Martini, le parole come armi

 Definita una grande donna e una grande professionista, dalla voce colorata da mille sfaccettature forse proprio per essere capace di esprimere le mille sfaccettature della sua anima, Mia Martina ancora oggi rimane una delle cantanti più amate nel nostro panorama musicale e non solo.

Nome d’arte di Domenica Bertè, inizialmente conosciuta semplicemente come “Mimì”, di origini calabresi, trascorre l’infanzia in terra marchigiana dove il padre professore di liceo viene trasferito ad insegnare.  Inizia il suo strepitoso ma non semplice percorso  artistico molto presto, a soli 15 anni, per poi esplodere in tutto il suo successo anche al di fuori dei confini italiani soprattutto negli anni Settanta con brani indimenticabili come “Minuetto”, “Piccolo Uomo”, “Padre davvero” che le regalano il successo del pubblico ed i premi della critica (dopo la sua morte il festival di Sanremo dedicherà proprio a Mia Martini il nome di un premio della critica).  In quello stesso decennio inizia la collaborazione artistica ma anche una relazione sentimentale con Ivano Fossati che diventerà un punto di riferimento importante per quella che ormai dal 1971 è conosciuta con lo pseudonimo di “Mia Martini”.
Purtroppo però, negli anni successivi, sulla vita di Mia Martini imperversa un incomprensibile turbinio di maldicenze e superstizioni che la portano a scomparire  per un po’ dalla scena e dai palcoscenici ma che la segnano duramente per sempre, nel profondo della sua anima, di quell’anima già fragile che non riesce a comprendere i motivi di tanto cieco e stupido odio nei suoi confronti.
Gli anni ottanta si aprono con una delicata operazione alle corde vocali che rendono la sua voce ancora più graffiante e con un cambio di immagine lontana da quella eccentrica degli anni settanta ma che non basta per cancellare quelle dicerie che legano il suo successo e la sua fama ad eventi infausti.
Ancora una volta l’artista soccombe a tanto incomprensibile odio e nel 1983 decide di abbandonare di nuovo la scena musicale  schiacciata dal peso insopportabile di quanto detto e sospettato su di lei. E’ lei stessa a dare sfogo al suo dolore  in un’intervista:

 « La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi”.

Ma come una fenice Mia Martini  si rialza e  risorge più forte di prima e con la splendida canzone “Almeno tu nell’universo” vince il Festival di Sanremo del 1989 cui seguiranno altri indimenticabili successi come “Gli uomini non cambiano “ e “La nevicata del ‘56”.
Negli anni recupera anche il complicato ma intenso rapporto con la sorella Loredana Bertè con la quale condivide l’amore e la passione per la musica e con cui duetta  al Festival di Sanremo del 1993, anche se a volte il difficile rapporto tra le due è protagonista più della loro voce. Due sorelle apparentemente lontane e diverse, l’una (Mimì) più schiva, l’altra (Loredana) più dirompente ma unite da un rapporto più forte di tutto e tutti.

I successi ed i progetti musicali di Mia Martini si rincorrono  uno dietro l’altro, non basterebbero le pagine di questo mio ricordo per  raccontarli e ricordarli tutti.
Anche  il progetto con la grande Mina si sta quasi concretizzando quando Mia  Martini il 12 maggio 1995 viene trovata senza vita nel suo appartamento  a Cardano del Campo (Varese). Da qualche tempo Mia soffre di un  fibroma all’utero e per curarlo assume farmaci anticoagulanti, la Procura apre un fascicolo sulla morte della cantante e dispone l’autopsia sul cadavere che stabilisce che la causa della morte è un arresto cardiaco dovuto ad un’overdose di sostanze stupefacenti. Il caso quindi viene archiviato definitivamente.
La sorella Loredana Bertè non si rassegna e sembra non essersi mai rassegnata a questa fine e rivolge accuse addirittura al loro padre colpevole a suo dire di averle abbandonate a sé stesse senza aiutarle e di aver segnato le loro vite con il suo abbandono. Nel 2009 in un’intervista sembra aprire nuovi scenari sulla morte della sorella coinvolgendo ancora una volta il padre che secondo lei avrebbe potuto avere un ruolo nella tragica fine di Mimì.

Ancora oggi il suo ufficiale fan club creato dalla stessa Mia Martini ed organizzato come associazione culturale, lo “Chez Mimì”, promuove e diffonde l’arte di questa artista frantumando giorno dopo giorno tutte quelle pesanti pietre che, sotto forma di maldicenze,  troppo spesso e vigliaccamente sono state gettate addosso alla cantante.
Le parole possono essere un’arma molto tagliente  ma fortunatamente  possono essere anche un’arma di difesa, un formidabile veicolo dell’anima come lo sono quelle della canzone “Almeno tu nell’universo” con cui voglio ricordare Mimì … un regalo per tutti coloro che amano…

VALENTINA COPPARONI

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Back To Top