Migranti, Ancona tra i ‘Porti insicuri’

DOSSIER MEDICI DIRITTI UMANI: REGOLE D’INGRESSO VIOLATE

  • 1 F&DfotoRapportoMediciPortoAncona – 

Il team dei Medici per i diritti umani (Medu) ha intervistato nell’agosto scorso gli operatori del Gruppo umano solidarietà (Gus), ong che presta accoglienza, informazioni e orientamento legale ai richiedenti protezione internazionale, in arrivo via nave dalla Grecia, presso il valico di frontiera del porto di Ancona. Il Gus opera tramite una convenzione stipulata con la Prefettura di Ancona vigente dal primo gennaio al 31 dicembre 2013 (…).

Il personale Gus è composto da un operatore legale a tempo pieno, due operatori legali part time e un operatore sociale. La convenzione prevede la presenza di un operatore sociale per 36 ore a settimana e di operatori legali per 72 ore settimanali. Non sono presenti interpreti fissi.

Nel 2012 il Gus ha assistito 478 migranti provenienti principalmente da Afghanistan, Iraq, Siria,Turchia, Kosovo, Iran e Pakistan. I migranti riammessi (respinti, ndr.) sono stati 414, pari all’87%. I minori incontrati all’interno dei nuclei familiari sono stati 59 (di cui 9 ammessi al territorio) mentre i minori non accompagnati sono stati 15. I richiedenti protezione internazionale assistiti dal Gus sono stati 51.

Nota di redazione: va sottolineato che il Gus ha assistito 478 migranti irregolari, molti meno di quelli rintracciati, sempre nel porto di Ancona, secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, pari a 691, di cui 622 riammessi (il 90%). Da qui la violazione, di fatto, del diritti fondamentali dei migranti.

Negli 8 mesi che vanno da gennaio ad agosto 2013 il Gus ha assistito 227 migranti alla frontiera marittima provenienti soprattutto da Afghanistan, Iraq, Siria e Turchia. Quelli riammessi sono stati 189 pari all’83%. I minori incontrati all’interno dei nuclei familiari sono stati 27 (di cui 8 ammessi al territorio) mentre i minori non accompagnati sono stati12. I richiedenti protezione internazionale assistiti dal Gus sono stati 23.

Gli operatori del Gus hanno descritto le procedure di riammissione in atto al porto di Ancona. I migranti irregolari sono intercettati nella nave da parte degli operatori delle compagnie navali o in banchina dalla polizia. Alcuni migranti vengono fatti risalire in nave senza essere foto segnalati e trattenuti in una stanza del traghetto. In questo caso, un operatore del Gus

sale sulla nave per sostenere il colloquio con lo straniero. Coloro che arrivano con documenti falsi o in gruppo all’interno di camion (nel caso sia palese la complicità del camionista) vengono invece foto segnalati. I riammessi vengono registrati in un foglio identificativo in cui vengono raccolte le generalità e viene compilato un verbale di affido al comandante. I riammessi devono ripartire con la stessa nave con cui sono arrivati e questo obbliga spesso gli operatori del Gus a una certa celerità nel realizzare le interviste a bordo (…). Di norma le navi ripartono per la Grecia dopo poche ore dall’arrivo (…). Un operatore legale del Gus racconta che, una volta salito a bordo, cerca di raccogliere una serie di informazioni per ogni migrante rintracciato: il nome, la nazionalità, il motivo del viaggio in Italia e una breve storia personale. Per mancanza di tempo, deve essere effettuata un’immediata selezione per cercare di approfondire solo i casi che sembrano più significativi dal punto di vista delle vulnerabilità e di un’eventuale protezione internazionale. Alla fine dei colloqui vengono fatti sbarcare i minori e coloro che intendono fare richiesta d’asilo. Gli operatori del Gus riferiscono comunque che un buon numero di richiedenti asilo che vengono accolti fanno poi perdere le proprie tracce senza aver completato le procedure per la richiesta di protezione internazionale (…). Sempre secondo il GUS, si è assistito negli ultimi anni ad una riduzione del flusso di migranti irregolari in arrivo nel porto di Ancona dovuta essenzialmente ai maggiori controlli posti in atto in Grecia che hanno fatto si che più persone cerchino di raggiungere gli altri paesi dellʼUnione europea attraverso la rotta balcanica.

Gli operatori della ong hanno inoltre illustrato quelle che a loro avviso sono le principali criticità dell’attuale servizio di assistenza nel porto. Tra queste, il fatto che presso lo scalo marittimo manchi un’area di transito dove poter condurre i colloqui

con i migranti nei tempi e nei modi adeguati, l’assenza di un servizio di assistenza sanitaria in loco, il difficile equilibrio tra tutti gli enti operanti nel porto – Polizia di Frontiera, Prefettura, Guardia di Finanza – che attuano spesso in modo non coordinato.

Per quanto riguarda la determinazione della minore età, in caso di dubbio essa viene appurata esclusivamente attraverso lʼesame radiologico del polso. Al migrante non viene comunque consegnato alcun referto o certificato recante l’esito dell’indagine diagnostica.

Per scaricare dal web e consultare l’intero documento

Porti insicuri – Le riammissioni dai porti italiani alla Grecia e le violazioni dei diritti fondamentali dei migranti” (rapporto novembre 2013 – Medici per i diritti umani – Ricerca svolta in Grecia e in Italia): http://www.mediciperidirittiumani.org/pdf/low_rapporto_Medu_2013.pdf

(tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

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