La lotta al cancro non ha colore

DIFFERENZE DI MORTALITA’ PER CANCRO TRA PAESI RICCHI E POVERI

del dottor Giorgio Rossi (Oncologo)

contrpoilcaGià in precedenza, sempre su questa rubrica, avevamo evidenziato la grande differenza di mortalità per cancro che esiste tra i paesi “ricchi” e i paesi “poveri” del mondo, sottolineando come in questi ultimi la mancata fruizione dei sistemi di diagnosi precoce rappresenta la più importante causa dell’aumento dei decessi. Ciò si verifica per una serie di motivazioni, prime tra tutti la scarsa organizzazione sanitaria dovuta a mancanza di risorse economiche, difficoltà burocratiche e amministrative, scarse campagne di informazione da parte delle autorità preposte, ma anche da una situazione socio-culturale dei singoli cittadini che li porta a sottostimare i problemi sanitari e tenersi lontani dalle strutture dedicate.

Questo ultimo aspetto persiste nel tempo anche tra gli immigrati che, pur arrivando in paesi evoluti, tendono ad evadere i suggerimenti e le disposizioni in merito ai problemi della salute.

Anche il nostro Paese non è esente da tale fenomeno, tanto che dei cittadini stranieri chiamati a sottoporsi agli esami di screening contro il cancro, meno della metà aderisce a questi, con la conseguenza che arrivano tardi alla diagnosi quando la malattia e’ ormai troppo avanzata e non più curabile, causa di un numero di decessi superiore del 20 % rispetto a quello della popolazione italiana.

Proprio per raggiungere queste persone nasce “LA LOTTA AL CANCRO NON HA COLORE”, la prima campagna nazionale per la prevenzione delle neoplasie indirizzata ai cittadini più disagiati in particolare agli immigrati che vivono nel nostro Paese. L’iniziativa promossa dalla Fondazione Insieme contro il Cancro e dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) è stata presentata il 29 Aprile scorso a Roma presso la sede del CONI ed è durata fino al 04 Maggio con il pieno sostegno della Presidenza della Repubblica ed il patrocinio della Camera dei Deputati e del Senato e con testimonial d’eccezione tra il mondo dello sport e dello spettacolo. L’iniziativa ha avuto il suo momento topico sabato 3 maggio durante la finale di TIM Cup tra Fiorentina e Napoli ove i tifosi sono stati sensibilizzati ad una raccolta fondi che verranno utilizzati per la produzione di opuscoli e DVD in varie lingue ove si fa informazione sanitaria principalmente rivolta alla sensibilizzazione della prevenzione dei tumori, sia come partecipazione alle campagne di screening, sia anche indicando corretti stili di vita( fumo,alcol,alimentazione).

Dati statistici diffusi dall’Istat giustificano ampiamente una simile campagna in quanto nel nostro Paese risiedono circa 4,5 milioni di stranieri, il 7,4% del totale della popolazione ; meno del 50% delle donne immigrate nella fascia di età raccomandata si sottopone al Pap-Test per la diagnosi precoce del tumore della cervice uterina, contro il 72% delle italiane; così ancora il 43%, contro il 73%, effettua regolarmente la mammografia e solo il 20,7% , contro il 47%, esegue l’esame del sangue occulto nelle feci utile per la diagnosi precoce del cancro del colon.

E poi i comportamenti a rischio : i tabagisti sono soprattutto i romeni (35,1%), tunisini (29,1%) e ucraini (24,9%). Il sovrappeso registra valori più alti tra i moldavi (37,1), marocchini (36,3%) e albanesi (35,9%); sono obesi il 13,6% degli uomini ucraini l’11,1% dei romeni, tra le donne l’11% delle romene e il 10,7% delle marocchine.

Ovviamente quando la malattia è diagnosticata in fase precoce aumentano le probabilità di guarigione e parallelamente aumentano le possibilità di risparmio di risorse del Sistema Sanitario Nazionale che, anche se migliorabile, ha sempre avuto una visione universalistica sforzandosi di garantire una tutela uniforme del diritto alla salute.

Quasi contemporaneamente,sempre durante la settimana appena trascorsa, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin da Atene durante il meeting informale dell’Ue dei ministri della Salute sul tema dei flussi migratori, ha fatto presente che l’Italia da sola sta svolgendo un grande lavoro di tutela della salute pubblica dando cure a tutti gli immigrati, regolari e non, e ha attivato un programma straordinario di assistenza ai minori con particolare riguardo alla prevenzione di tubercolosi e poliomielite, malattie ancora particolarmente presenti nel nord Africa; questo tipo di migrazione,infatti, ha una alto livello di rischio, di contaminazione ed epidemie. E lancia un appello affinché Italia, Grecia e Malta non siano lasciate sole, poiché la “Frontiera del Mediterraneo” non è solo un problema di solidarietà, è un problema dell’Europa intera che ha il dovere di difendere le proprie frontiere. Al tal fine, il ministro ha proposto una Task Force europea proprio sulla salute dei migranti e si impegna, nel prossimo semestre italiano di presidenza dell’Ue, di fare un focus proprio sulla salute nel Mediterraneo.

 

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