“Il muro dei cretini”: bufera contro la magistratura faziosa in Francia

28 APRILE ’13, PARIGI – Quando chi dovrebbe essere “super partes” stila una lista, anzi crea una bacheca dove sono appese le foto di personaggi loro avverse, ribattezzata “muro dei cretini”, viene da pensare che qualcosa non quadri. Quando poi questo “chi” è la magistratura francese, allora la situazione diventa preoccupante.

Il fatto è questo: nella sede parigina del “Syndicat de la magistrature”, la seconda più grande associazione di categoria dopo l’Union syndicale des magistrates, che rappresenta circa il 30 % dei magistrati francesi e che dal 1968, anno della fondazione, è apertamente schierata a sinistra, c’è una bacheca vera e propria, un muro su cui sono appiccicate fotografie con annessi insulti di personaggi, per la maggior parte esponenti politici di destra, che hanno avuto attriti con la magistratura o hanno espresso critiche al suo operato.

Ma non ci sono solo esponenti politici. Un esempio su tutti è quello di Philippe Schmitt, il più amareggiato, generale in pensione e padre di Anne-Lorraine, studentessa di 23 anni che nel 2007 venne uccisa nel metrò con 34 coltellate da un violentatore uscito di galera grazie ad uno sconto di pena. Schmitt da allora si batte perché vengano limitati i benefici a chi ha commesso gravi reati e questo è bastato a valergli la presenza sul “muro dei cretini”.

Il caso è scoppiato quando un emittente televisiva di France 3, pochi giorni fa, è entrata nei locali del sindacato per un’intervista alla presidente, Francòise Martres. L’intervistatrice ha notato la parete tappezzata di immagini di nemici politici, etichettata “muro dei cretini”: oltre a Schmitt, ci sono l’ex presidente Sarkozy, il capogruppo dell’ Ump Christian Jacob, vari giornalisti e molti altri. Alcuni addirittura sarebbero timbrati sulla fronte con un adesivo del Front National e si legge un’avvertenza, una regola d’uso del muro: “Prima di aggiungere altri cretini controllate che non ci siano già”.

Una schedatura degna di quelle presenti nelle scene di molti film all’interno dei locali di polizia, dove su un cartone appeso al muro si vedono le fotografie segnaletiche di molti esponenti criminali, indicati come nemici pubblici o come appartenenti ad una rete delinquenziale organizzata tutta da smantellare. Ma finchè si tratta di poliziotti e furfanti, nessun problema, ma quando sono i magistrati a fare questo giochino la posta in gioco diventa altissima: si dovrebbe temere di essere giudicati non per quello che si è fatto, ma per quello che si pensa, per il proprio credo politico o proprie idee? Il video del “muro” è finito sul sito di informazione, di destra, Atlantico, che si pone con toni inediti in Francia, non ovviamente in Italia, una domanda, a questo punto lecita: “Quando Sarkozy accusa il procuratore Jean-Michel Gentil di perseguitarlo per pregiudizio ideologico a proposito dell’affare Bettencourt, e Henri Guaino difende l’ex presidente scagliandosi contro la magistratura politicizzata, è possibile quindi che non abbiano tutti i torti?”.

La magistratura deve applicare le leggi, non esprimere giudizi influenzata da simpatie ed antipatie. Sulla base di questo che sembra essere un assioma della vita istituzionale di un paese civile, troviamo diverse reazioni: il ministro della Giustizia Christiane Taubira è ricorsa al Consiglio Superiore della Magistratura, giudicando questo “un atto insopportabile, stupido e malsano, una mancanza grave di deontologia professionale”; il presidente del partito Ump, Jean-Francois Copè è infuriato: “Provano a darci lezioni sulla separazione dei poteri, dovrebbero giudicare tutti con equidistanza, e poi stilano una lista nera. È uno scandalo indegno, devono chiedere scusa”. La diretta interessata, la presidente Francòise Martres, invece, tira dritto per la sua strada ed ha scritto una lettera durissima alla ministra Taubira, dove si legge che nella propria sede sindacale, i magistrati fanno e dicono quello che vogliono, poiché non sono in pubblico, quindi ciò che accade all’interno è solo affar loro.

A questa polemica se ne aggiunge un’altra. Infatti, il video che accusa la magistratura francese è stato giratao da Clement Weill-Raynal, giornalista di France3, inpassato mostratosi fazioso a danno della sinistra. Magistratura ed informazione si sporcano reciprocamente in questa vicenda, perdendo quello spessore e quel rigore che entrambe dovrebbero avere nel fornire servizi diversi, ma ugualmente importanti ed indispensabili in una società civile.

MOSE’ TINTI

 

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