I PM sul caso Serena Picchio: “istigata al suicidio dal cyberbullismo”. 8 indagati minorenni.

NOVARA, 25 MAGGIO ’13- Era la notte del 5 Gennaio scorso, quando la studentessa 14enne di Novara, Carolina Picchio, dopo essere rincasata da una festa si lancia nel vuoto dal balcone al 3°piano, lasciando una lettera con poche parole: “Scusate se non sono abbastanza forte. Mi dispiace”.

Una tragedia per cui oggi,a 5 mesi di distanza dal suicidio di Carolina, la procura dei minori di Torino ha iscritto nel registro degli indagati 8 ragazzi minorenni accusati di istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico.

Secondo l’ipotesi dell’accusa, Carolina Picchio sarebbe stata vittima del dilagante e recente fenomeno del cyberbullismo, cioè “la realizzazione di atti di bullismo e molestie via rete“.

Gli inquirenti ritengono che la ragazza fosse stata vittima di alcuni coetanei, tra i quali anche dei compagni di scuola, che l’avrebbero pesantemente e ripetutamente insultata soprattutto sui social network, creando in lei uno stato di forte ansia tale da portarla al suicidio.

<<Formalmente – spiega il pm Valentina Sellaroli –  la decisone di indagare gli 8 ragazzi è stata presa per effettuare una serie di attività d’investigazioni non ripetibili>>.Lei stessa ha poi affidato al Politecnico di Torino il compito di controllare il cellulare della ragazza per analizzarne il contenuto. Oggetto di questa vicenda sarebbero delle fotografie in cui la ragazza è ritratta in momenti intimi e dei video in cui scherza con alcuni ragazzi, forse in stato euforico, che però la insultano e le rivolgono frasi oscene.

Tanti i messaggi inviati, oggi come subito dopo la tragedia, dai suoi amici su Facebook, per tenere vivo il ricordo di questa ragazza sempre sorridente e per esprimere tutta la loro rabbia verso chi ha condotto Carolina a questo gesto drammatico. Come ha fatto sua sorella, Talita, postando un messaggio molto duro e chiaro: “Spero che la vostra coscienza, se ne avete una, non vi lasci mai in pace. Mi auguro che siate processati e dichiarati colpevoli. Vedrai che la pagheranno per il dolore e le umiliazioni che ti hanno causato.” A ciò si aggiungono le parole del Moige, movimento italiano genitori, che denuncia proprio Facebook per la vicenda, ritenendo il social network corresponsabile per omesso controllo e vigilanza.  

ALESSIA RONDELLI

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