15 APRILE 2012 – Dopo il viaggio nello straordinario evento di Woodstock,(http://www.fattodiritto.it/focus-rock-diritto-woodstock-tre-giorni-al-centro-del-mondo/), Rock & Diritto prosegue nel mondo dei concerti che hanno fatto la storia della musica non solo per gli artisti che ne sono stati protagonisti ma anche e soprattutto per ciò che hanno rappresentato e per il messaggio di cui sono stati portatori.
Estate 1985. Il 13 luglio si apre il “Live Aid”, uno dei più grandi concerti a scopo umanitario della storia della musica, indicato da un sondaggio come il più grande evento dei primi 50 anni di rock’r’oll. Fu organizzato da Bob Geldof e Midge Ure (con i consigli di George Harrison e del promoter Harvey Goldsmith) per raccogliere i fondi da destinare all’Etiopia, fu trasmesso in diretta in 60 paesi e seguito in televisione da quasi due miliardi di persone. Location principali del concerto due arene: il Wembley di Londra e lo stadio JFK di Philadelfia, negli Stati Uniti.
In tutto una maratona musicale di quasi 17 ore di trasmissione durante le quali sul palco dello stadio di Wembley suonarono, tra gli altri Paul McCartney, David Bowie, Elton John, Sting, George Michael, Pretenders, Dire Straits, Queen, The Who, Elvis Costello, Spandau Ballet, Style Council, mentre allo stadio JFK Mick Jagger, Tina Turner, Neil Young, David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash, Santana, Simple Minds, Beach Boys, Bryan Adams, Duran Duran, Led Zeppelin, Black Sabbath. Grazie alla differenza di fuso orario tra Londra e Philadelfia Phil Collins riuscì ad esibirsi prima a Wembley, poi a Philadelphia.
A Londra per l’occasione si riformarono gli Who; a Philadelphia Ozzy Osbourne suonò di nuovo con i Black Sabbath e sul palco tornarono i Led Zeppelin: Jimmy Page, Robert Plant e John Paul Jones insieme per l’ ultima volta con Jason Bonham, figlio dello scomparso John, alla batteria. Bob Dylan, grande assente a Woodstock, suonò con Keith Richard e Ron Wood degli Stones.
Ognuna delle due parti del “Live Aid” si concluse con il proprio inno di tutti gli artisti contro la fame in Africa, con la “Band Aid” a chiusura del concerto in Gran Bretagna con Do They Know It’s Christmas, e “USA for Africa” a chiusura del concerto in USA con la magnifica We Are the World.
Con il “Live Aid” gli spettatori furono invitati a donare soldi per la causa e trecento linee telefoniche furono predisposte dalla BBC per permettere le donazioni. Alla fine dell’ evento furono raccolti più di 200 milioni di dollari utilizzati per l’acquisto di cibo, medicinali, vestiti, attrezzi da lavoro, mezzi per la costruzione di scuole e ospedali e per finanziare corsi di formazione in terra etiope. La Repubblica d’Irlanda diede il maggior contributo in rapporto alla popolazione, mentre la singola donazione più importante venne dalla famiglia dei reali del Dubai (1 milione di sterline).
Non sono mancate però critiche e voci dissonanti sull’evento, soprattutto sulle modalità di gestione dei soldi raccolti e sul rischio che la corruzione dei governi potesse avere la meglio sugli scopi della raccolta dei fondi. Il concerto non venne registrato nella sua interezza perché questo l’impegno preso dall’organizzatore Bob Geldof con gli artisti che decisero di parteciparvi. Seguendo proprio le richieste dell’organizzatore, la ABC cancellò i nastri della sua trasmissione dopo che alcune copie furono donate. In realtà le registrazioni del concerto furono tante soprattutto quelle “amatoriali” e soltanto 20 anni dopo lo straordinario evento, nel 2004, Bob Geldolf decise di pubblicare un box ufficiale di 4 dvd dei concerti del Live Aid.
In occasione poi del 25 anniversario da quel concerto, fu realizzato anche un film per la BBC e RTE in Irlanda. “Siamo stati ispirati da questa storia perché ha, come tema centrale, un rapporto fantastico che è divertente, commovente e nasce dal dramma di cercare di ottenere qualcosa di enorme e senza precedenti”. “E’ un film su due uomini che sono disposti a pensare l’impensabile e realizzare l’apparentemente impossibile” Queste le parole di Kate Triggs, uno dei produttori della Great Meadow Productions.
Con il “Live Aid” gli artisti, forse per la prima volta, scoprirono il potere della musica come strumento di solidarietà, una sorta di presa di coscienza che anche negli anni successivi ispirò altre grandi manifestazioni musicali a scopi benefici. Tante gocce nel mare della solidarietà che magari non sono state e non sono in grado di creare maremoti ma sono comunque capaci di rendere diverso e sicuramente migliore quell’oceano.
VALENTINA COPPARONI
Live Aid – 1985 Usa For Africa – We are The World