Focus Musica & Diritto: l’arma non violenta della musica contro la mafia

20 MAGGIO 2012: In una giornata come questa, dopo l’orrore e lo sgomento che ancora ci avvolge suscitato dall’attentato di ieri a Brindisi davanti alla  scuola “Falcone-Morvillo” in cui ha perso la vita la giovane Melissa Bassi di soli 16 anni ed altri 8 ragazzi sono rimasti feriti, il Focus settimanale  di F & D dedicato alla musica assume un significo diverso e non può che essere così.

In queste ore le indagini stanno cercando di capire se si tratti o meno, come sin da subito si è ipotizzato, di un attentato di stampo mafioso ed oggi voglio parlare ancora una volta della musica ma come strumento di lotta e resistenza alla mafia.
Tante le canzoni e gli artisti che affrontano il tema della lotta alla criminalità organizzata attraverso musica e parole ed è qui ed oggi che voglio ricordarne alcune semplicemente attraverso i loro testi, iniziando da quella che più di tutte ho nel cuore, I cento passi dei Modena City Remblers dedicata a Peppino Impastato, l’attivista antimafioso e militante di Democrazia Proletaria ucciso nel 1978, appena trentenne.

Sei andato a scuola?Sai contare?””Come contare?””Come contare?1,2,3,4,sai contare?””Si,so contare””Sai camminare?””So camminare””E contare e camminare insieme lo sai fare?””Si!Penso di si!””Allora forza!Conta e cammina!dai… 1,2,3,4,5,6,7,8…””Dove stiamo andando?””Forza!Conta e cammina!9… 90,91,92,93,94,95,96,97,98,99 e 100!Lo sai chi ci abita qua?A?U zù Tanu ci abita qua!!””Cento passi ci sono da casa nostra,cento passi!”

(tratto dal film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana)

E’ nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio..

Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare..

Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell’ambiente da lui poco onorato..

Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un’ideale ti porterà dolore..

“Ma la tua vita adesso puoi cambiare solo se sei disposto a camminare, gridando forte senza aver paura contando cento passi lungo la tua strada”..

Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!

“Noi ci dobbiamo ribellare” (dal film)

Poteva come tanti scegliere e partire, invece lui decise di restare..

Gli amici, la politica, la lotta del partito.. alle elezioni si era candidato..

Diceva da vicino li avrebbe controllati, ma poi non ebbe tempo perchè venne ammazzato..

Il nome di suo padre nella notte non è servito, gli amici disperati non l’hanno più trovato..

“Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare la storia di Peppino e degli amici siciliani”

Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!

Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto..

La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l’alba dei funerali di uno stato..

“Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare la storia di Peppino e degli amici siciliani”..

Allora.. 1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!..1,2,3,4,5,10,100 passi!

“E’ solo un mafioso, uno dei tanti”

“E’ nostro padre” “Mio padre! La mia famiglia! Il mio paese!Io voglio fottermene!Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare!” (dal film)

“Cuore” di Jovanotti

“Migliaia di ragazzi in piazza a Palermo

un saluto alla bara del giudice Falcone,

hanno bisogno di una risposta.

Hanno bisogno di protezione.

I ragazzi son stanchi dei boss al potere;

i ragazzi non possono stare a vedere,

la terra sulla quale crescerà il loro frutto bruciato

ed ad ogni loro ideale distrutto.

I ragazzi denunciano chiunque acconsenta

col proprio silenzio un’azione violenta.

I ragazzi son stanchi e sono nervosi,

in nome di Dio a fanculo i mafiosi.

I ragazzi denunciano chi guida lo stato

per non essersi mai abbastanza impegnato,

a creare una via per chi vuole operare,

senza esser costretto per forza a rubare,

per creare una via per gli uomini onesti,

per dare ai bambini valori robusti

che non crollino appena si arriva ai 18,

accorgendosi che questo mondo è corrotto.

I ragazzi non credono ad una parola

di quello che oggi c’insegna la scuola.

I ragazzi diffidano di ogni proposta

non stanno cercando nessuna risposta,

ma fatti, giustizia, rigore morale

da parte di chi calza questo stivale.

I ragazzi hanno il tempo che li tiene in ostaggio,

ma da oggi han deciso di farsi coraggio

perchè non ci sia un’altra strage di maggio,

per uscire ci vuole cultura e coraggio

cultura di pace, coraggio di guerra,

il coraggio di vivere su questa terra

e di vincere qui questa nostra battaglia,

perché quando nel mondo si parli d’Italia

non si dica soltanto la mafia, i mafiosi,

perché oggi è per questo che siamo famosi,

ma l’Italia è anche un’altra,

la gente lo grida:

i ragazzi son pronti per vincere la sfida

“Pensa” di Fabrizio Moro

“Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine

Appunti di una vita dal valore inestimabile

Insostituibili perché hanno denunciato

il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato

Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra

di faide e di famiglie sparse come tante biglie

su un isola di sangue che fra tante meraviglie

fra limoni e fra conchiglie… massacra figli e figlie

di una generazione costretta a non guardare

a parlare a bassa voce a spegnere la luce

a commentare in pace ogni pallottola nell’aria

ogni cadavere in un fosso

Ci sono stati uomini che passo dopo passo

hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno

con dedizione contro un’istituzione organizzata

cosa nostra… cosa vostra… cos’è vostro?

è nostra… la libertà di dire

che gli occhi sono fatti per guardare

La bocca per parlare le orecchie ascoltano…

Non solo musica non solo musica

La testa si gira e aggiusta la mira ragiona

A volte condanna a volte perdona

Semplicemente

Pensa prima di sparare

Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare

Pensa che puoi decidere tu

Resta un attimo soltanto un attimo di più

Con la testa fra le mani

Ci sono stati uomini che sono morti giovani

Ma consapevoli che le loro idee

Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole

Intatte e reali come piccoli miracoli

Idee di uguaglianza idee di educazione

Contro ogni uomo che eserciti oppressione

Contro ogni suo simile contro chi è più debole

Contro chi sotterra la coscienza nel cemento

Pensa prima di sparare

Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare

Pensa che puoi decidere tu

Resta un attimo soltanto un attimo di più

Con la testa fra le mani

Ci sono stati uomini che hanno continuato

Nonostante intorno fosse [tutto bruciato

Perché in fondo questa vita non ha significato

Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato

Gli uomini passano e passa una canzone

Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione

Che la giustizia no… non è solo un’illusione

Pensa prima di sparare

Pensa prima dì dire e di giudicare prova a pensare

Pensa che puoi decidere tu

Resta un attimo soltanto un attimo di più

Con la testa fra le mani

Pensa”.

“Maudit” dei Litfiba

Maudit!

Di notte voglio entrare nei segreti tuoi

E voglio costruire una fortezza senza inganni

Sarò il corto circuito nella stanza dei bottoni

E scioglierò i veleni delle tue decisioni

Di notte voglio ballare nella televisione

Truccarmi da pallone e poi raccontarvi tutto

Tutto tutto sulla mafia

Tutto tutto sulla P2

E l’Europa che ci fa “Ciao”

Pizze pazze e corruzione

Euromafia da esportazione

Tutto tutto sul mio fegato

Tutto tutto, tutto e niente…

Je suis maudit maudit maudit

maudit, maudit, maudit

Je suis maudit, maudit, maudit

Maudit, maudit, Maudit

E via il guinzaglio

Di notte voglio entrare nei segreti tuoi

E li voglio raccontare alla gente che s’inganna

Di notte voglio ballare nella stanza dei bottoni

staccare tutti i fili delle tue decisioni

Staccare tutti i fili con la tua benedizione

Tutto sulla chiesa in Africa,

Tutto tutto sull’obiezione,

E le stragi senza nome,

Tutte passano da Roma

Pizze pazze e corruzione

Tuttotutto sul mio fegato

tutto tutto, tutto e niente…

Jo soi maudit, maudit, maudit

Maudit, maudit, maudit

Jo soi maudit, maudit, maudit

Maudit, maudit, maudit

E via il guinzaglio

Je suis maudit, maudit, maudit

Maudit, maudit, Maudit

Je suis maudit, maudit, maudit

Maudit, maudit, Maudit

E non è tutto!

Dirti

Tutto tutto sui veleni

E i segreti del Vaticano,

Tutto tutto sulle elezioni,

Tutto tutto su noi coglioni

Tutto tutto, tutto e niente…

Autoelogi e insabbiamenti,

Funerali, tutti presenti

I politici e la malavita, i politici e la bella vita

Tutto tutto, tutto e niente…

Je suis maudit,

Maudit, maudit

Je suis maudit,

Ma-ma-ma-maudit

Je suis maudit,

Ma-ma-ma-maudit

Maudit, maudit, Demodè

Dirti tutto tutto”

In terra calabra la “resistenza musicale” è nella voce e nelle parole dei KALAFRO, gruppo reggino che attraverso le rime  del  rap, il suono del raggae e del folk, ha deciso di combattere con musica e parole il fenomeno della ‘Ndrangheta. Una “Resistenza Sonora” come il titolo del loro album e omonimo singolo.

“Sogno: un colpo di Stato organizzato in strada,

insurrezione popolare armata, nuova intifada,

gente barricata, gioventù incazzata,

ogni frontiera bloccata dalla Sicilia alla Basilicata.

Dalle campagne, donne, un giorno qualunque

faranno i nomi degli infami e metteranno il fuoco dentro ai bunker;

la loro voce darà voce a chi ora tace

e l’ultimo boss sarà l’ultimo “uomo di pace”.

La libertà non si conquista

senza le armi in mano come Cuba con Batista,

dimmi, chi è il terrorista? Fottuto giornalista!

La mafia è nella casa del politico che paga la tua rivista.

Un solo grido e stavolta non è allo stadio,

il suono dei ribelli passa in radio,

racconta che un pentito vuole protezione,

ma chi protegge il mio popolo da ingiustizie ed oppressione: è un clima di tensione!

Gli occhi dei vecchi sanno chi ha mentito,

ma l’omertà, alle volte, è l’unica salvezza per chi ha sentito

e anche gli sbirri bruceranno la divisa

con la dignità uccisa.

Se non c’è più tempo per ripensamenti o rese,

niente politichese o finti pacifismi da democrazia borghese:

qui si libera ‘sta terra, qui si fa la storia,

ora, pugni in alto e Resistenza Sonora!

 

Non abbassare la tua testa, tu non farlo mai!

Non devi dargliela per vinta, no, non farlo mai!

Se senti vento di rivolta te ne accorgerai,

ora e sempre: Resistenza!

 

No, io no che non mi arrenderò,

col fucile io camminerò

sulla strada per la libertà

se sta terrà non s’ha da tuccà!

Perciò ogni giorno io combatterò,

questa è l’unica cosa che so,

sulla strada per la libertà

e col nemico nessuna pietà!

Mentre il Presidente mente al PM di Milano

ad Arcore è nascosto il vero Provenzano

e se dici che la mafia è un’invenzione di Saviano,

la camorra ricicla il denaro del Vaticano.

È chiaro, chi ha perso la voce non ha capito

che un leone non va a caccia prima di aver ruggito

e se la testa non ti basta per abbattere il nemico

spara ora, perché il tuo tempo non è finito.

E finché un latitante a Reggio è un cristo che impone arbitrio,

tu non affidarti al cielo se ‘sto inferno è già un suicidio;

mentre chi governa vende armi e vittime al cecchino,

l’antimafia dorme nella villa del padrino.

Ma se la rivolta piange negli occhi del tuo vicino,

sarà il fuoco di un brigante a illuminare il suo cammino;

se ogni giorno chi ha paura muore con il suo destino,

io morirò una volta sola come Borsellino.

 

È Resistenza Sonora in strada e sulla scena,

scrivo e controinformo contro il cloroformio del sistema.

Si combatte, il suono butta giù le maschere

e tre quarti del music market non ha carattere.

Nuovi guerriglieri, briganti come ieri,

non voglio boss, ma nemmeno sbirri e giustizieri:

battaglie in strada come a Santa Clara

e una maglietta di Guevara vale solo quanto l’hai sudata.

Passaparola come si passa la giolla,

dai una lezione di storia ai “boia chi molla”;

partono ancora i treni per Reggio Calabria

ed ogni strage che s’insabbia fa più aspra la nostra rabbia.

Dedicato alle radici dentro,

a chi sta al nord da trent’anni e non ha perso l’accento:

rivoluzione in ogni mia parola

e nella gente che la suona… Resistenza Sonora.

Non abbassare la tua testa, tu non farlo mai!

Non devi dargliela per vinta, no, non farlo mai!

Se senti vento di rivolta te ne accorgerai,

ora e sempre: Resistenza!”

In giorni come questi  la musica forse può sembrare uno strumento debole nella lotta alla criminalità ma tante parole sono state dette e a volte, forse troppe, del tutto fuori luogo.

Credo la Musica abbia lo straordinario potere di non essere mai fuori luogo per questo oggi, più di ogni altra volta,  l’ho voluta rendere protagonista perché NONOSTANTE TUTTO  possiamo e dobbiamo rimanere le gambe su cui continuano a camminare le idee ed i valori.

VALENTINA COPPARONI

 

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