Egitto: dopo il golpe si sfiora la guerra civile

L’ULTIMO TENTATIVO DI PACE DELL’UNIVERSITÀ DI AL-AZHAR

di Clarissa Maracci

IL CAIRO, 24 Agosto 2013 – L’Egitto è sul filo della guerra civile. Sono circa 300 le vittime causate dagli scontri delle ultime settimane, a partire dalla deposizione del Presidente Morsi.

Anche oggi il Cairo è stato teatro di scontri violenti tra i manifestanti pro-Morsi e gli oppositori ai Fratelli Musulmani. Un morto tra i sostenitori di Morsi, sembrerebbe rimasto vittima dei colpi sparati dalla polizia.

Il partito dei Fratelli Musulmani si è detto disposto a negoziare con le altre fazioni politiche per far uscire il paese dalla crisi politica-istituzionale, che potrebbe sfociare in una vera e propria guerra civile. Una guerra finora evitata, nonostante il massiccio intervento dell’esercito contro i sostenitori dei fratelli musulmani.

La trattativa è stata portata avanti dalla prestigiosa Università sunnita di Al-Azar che è riuscita ad attrarre il consenso del partito fondamentalista El-Nour.

Il fronte di liberazione aveva organizzato per ieri una manifestazione di piazza alla quale avrebbero dovuto aderire un milione di persone, cifra non raggiunta a causa dell’ultimatum dell’esercito.

Tuttavia, diverse migliaia di persone,si sono trovate attorno alla moschea Rabaa al-Adawiya e in piazza Al-Nahda e hanno provato a marciare dai due presidi sul Ministero dell’ Interno, incontrando però l’opposizione dei manifestanti laici e dei residenti del centro del Cairo.

Lo scontro tra i due cortei ha portato ad una guerriglia di strada: lancio di sassi e bottiglie dalle strade, dai balconi e dalle finestre delle case. La polizia è dovuta intervenire con lacrimogeni sui manifestanti. È durante questi scontri che uno dei manifestanti pro-Morsi è rimasto ucciso dalla Polizia.

Secondo i sostenitori di Morsi non si tratterebbe di un incidente: la polizia avrebbe diffuso degli agenti in borghese per sparare contro i manifestanti.

Ad ogni modo, in questa situazione di emergenza, l’ultima chance per una trattativa istituzionale è in mano all’Università di Al-Azhar, che ha elaborato una mediazione per ripristinare l’ordine istituzionale nel Paese.

Tuttavia, Gehad El-Haddad, leader dei Fratelli Musulmani, non sembra disposto a trattare con Al-Azhar, a causa del legame tra questa università e l’esercito egiziano.

Il suo movimento, ha dichiarato ieri, è disponibile a trattare, purché i negoziati si svolgano “nei giusti termini”, secondo regole condivise, e si basino sul “ripristino della legittimità costituzionale”.

Secondo i Fratelli Musulmani la Costituzione sarebbe stata violata, dalla deposizione e la detenzione (in luogo segreto) di Morsi, regolarmente eletto oltre un anno fa.

Una Costituzione approvata recentemente sotto la direzione del partito di Morsi, con forti dubbi sulla democraticità e legalità del testo da parte dei cittadini laici egiziani.

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