Arresti e perquisizioni. Smantellata dalla polizia postale presunta organizzazione di hacker di Anonymous

ROMA, 17 MAGGIO ’13 – Quattro arresti e decine di perquisizioni in tutta Italia effettuate questa mattina dalla polizia postale che potrebbe aver smantellato una organizzazione a delinquere comporta da hacker di Anonymous. Secondo gli inquirenti gli arrestati, approfittando della notorietà del gruppo, avrebbero attaccato sistemi informatici di importanti aziende e siti istituzionali. Tra questi quello del Vaticano e quello del Parlamento. I provvedimenti di arresto sono ai domiciliari, secondo la polizia i quattro avrebbero sfruttato il logo di Anonymous anche per interessi personali. Le indagini sono coordinate dalla procura di Roma, l’operzione “Tago down” è del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche e della Polizia Postale.

ELEONORA DOTTORI

D: Che reati compiono gli hacker per il sistema italiano?

R: Le intrusioni informatiche configurano il reato di Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, previsto dall’art. 615-ter c.p. E’ sanzionata con la pena della reclusione fino a tre anni la condotta di chiunque abusivamente (dunque senza averne titolo) si introduca in un sistema informatico protetto da misure di sicurezza (per l’ultima giurisprudenza della Cassazione, non servono particolari misure di protezione e criptazione, ma una semplice password o addirittura misure anche organizzative legate all’utilizzo dei computer da parte di determinate persone). Sono previste diverse ipotesi aggravate, laddove i fatti riguardino sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico o alla sicurezza o sanità pubblica o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, la pena è di molto aumentata.

D: In Inghilterra esiste il Computer Misuse Act, un atto emesso nel 1990 dal Parlamento inglese contro i crimini informatici. Nel nostro paese esiste una cosa del genere?

R: Nel nostro ordinamento contestualmente all’evoluzione della tecnologia c’è stata anche la nascita e lo sviluppo di molte e nuove forme di reato e di aggressione criminosa talvolta commesse per mezzo di sistemi informatici e telematici, altre volte contro i medesimi, intesi non più come strumenti per compiere reati, ma come oggetti di questi ultimi. In nostro codice penale è stato quindi arricchito da nuove ipotesi delittuose, tra queste  ricordiamo il già visto l’art. 615 ter c.p. (accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico); l’art. 615 quater c.p. (detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici); art. 615 quinquies c.p. (diffusione di apparecchiature,, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico). Ed ancora danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635 bis c.p.), danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635 quater c.p.); frode informatica (art. 640 ter c.p.). Spesso si distingue tra reati commessi su internet e reati commessi mediante internet.

AVV.VALENTINA COPPARONI

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