Un prof per amico del cuore

LA VIRTUOSA MISSIONE DI B.NARDI

 

Il dott. Bernardo Nardi, direttore del Centro Adolescenti per la promozione dell’agio giovanile e dello Sportello-ufficio psicologico riservato agli iscritti dell’Università Politecnica delle Marche (Univpm) e di altri atenei marchigiani attivo presso l’ospedale Regionale di Torrette di Ancona.
Il dott. Bernardo Nardi, direttore del Centro Adolescenti per la promozione dell’agio giovanile e dello Sportello-ufficio psicologico riservato agli iscritti dell’Università Politecnica delle Marche (Univpm) e di altri atenei marchigiani attivo presso l’ospedale Regionale di Torrette di Ancona.

ANCONA – di Giampaolo Milzi – Dal disagio all’agio. Impresa difficile ma possibile. Che ad Ancona può partire in un’oasi di ascolto, consiglio e sostegno mirato, dove operano professionisti molto preparati. Quest’oasi protetta si chiama Centro Adolescenti per la promozione dell’agio giovanile. E dal 6 marzo scorso, presso la sua sede all’ospedale regionale Torrette, dell’AziendaOspedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti del capoluogo dorico, ha inaugurato uno sportello-ufficio psicologico riservato agli iscritti dell’Università Politecnica delle Marche (Univpm) e di altri atenei marchigiani. 

Un’impresa possibile, difficile – lo sottolineiamo – ma di successo. Un’impresa nata 30 anni fa, mirata allora ai ragazzi più in erba, grazie alla passione e alla vasta esperienza del prof. Bernardo Nardi, direttore del Centro Adolescenti e docente di Psicologia clinica all’Univpm dove presiede il corso di laurea per Educatori professionali. 

La sfida, l’impresa nasce nel 1988, quando il dott. Nardi crea una prima struttura, denominandola allora Centro di Adolescentogia, basata sul’opera di volontariato di un pool di psichiatri. Nel 1997 un primo salto di qualità, con Nardi che – approfittando della legge regionale propositiva di un progetto di salute mentale nazionale – istituisce, appunto il Centro Adoloscenti all’interno della Sanità pubblica, collocato logisticamente nella Clinica psichiatrica dell’ospedale di Torrette. “Un salto di qualità perché abbiamo accresciuto le nostre competenze integrandole anche con quelle di piscologi e quindi con la possibilità di un approccio globale alla figura dell’adolescente e alle sue problematiche, tenendo conto che l’adolescenza è la fase della vita in cui ci sono meno problemi fisici e più problemi psicologici e psichiatrci, è insomma una fase di ricostruzione dell’identità. Un approccio che poi, in caso di necessità, poteva trasformarsi anche in un iter di cure psico-psichiatrice. Purtroppo il nostro gruppo era costituito si da soggetti professionali, ma piuttosto precari, un gruppo che quindi, nel tempo si è sempre più assottigliato”. E allora? “Nel 2014 sono diventato direttore della Clinica psichiatrica e quando nel febbraio scorso ho lasciato quel ruolo ho avuto la chance di gestire il Centro Adolescenti, sempre collegato alla clinica, ma in modo stabile, con un organico fisso e standard e come struttura dipartimentale autonoma (il centro ha altri due ambulatori in collaborazione con l’Asur, ad Ancona nel rione Piano e a Falconara in via Rosselli). Perché il sottotitolo “per la promozione dell’agio”?” L’agio come situazione in cui risaltino le potenzialità e le risorse di cui è portatrice una persona analizzata non solo nel suo insieme, ma anche nella sua unicità. E i problemi che possono emergere in questa analisi sono segnali di qualcosa che non funziona a dovere”. “Spesso è proprio la storia personale della persona a rappresentare il vincolo più grande da superare per passare dal disagio all’agio. – continua il prof Nardi – Un limite perché il soggetto tende a relazionarsi alle proprie risorse solo in certi contesti condizionanti, come l’ambiente in cui vive e certe figure con cui si relaziona nella crescita. Le risorse personali invece vanno evidenziate e valorizzate in un contesto sociale più allargato. Partendo dai sintomi, che non sono il problema, ma vanno considerati un po’ come le spie sul cruscotto di una macchina, che ti dicono che quel soggetto ha una difficoltà che occorre mettere a fuoco, il problema che ha nell’assimilare la realtà nella sua rete relazionale più significativa per poterla vivere pienamente secondo le sue risorse e potenzialità”.

Questo approccio-percorso è naturalmente basato anche e soprattutto sulla prevenzione di potenziali, più o meno gravi problemi psicologici e psichiatrici. Insomma, “la missione è promuovere l’agio prima ancora di curarlo”.

Ma com’è avvenuto l’allargamento dell’attività di ascolto-aiuto dagli adolescenti agli studenti universitari?

In realtà fin dall’inizio ci siamo occupati non solo di adolescenti ma anche di giovani adulti. Anche perché via via la società ha in iniziato a dilatare, e continua a farlo, gli “spazi” dell’adolescenza, anche verso l’alto, inglobando quindi le dinamiche dei giovani universitari”. E i riscontri dell’esigenza di tale allargamento si erano manifestati da molto tempo. Nardi: 

Da quando insegno, mi capita spesso che a fine lezione c’è uno studente o una studentessa che mi viene a cercare, mi parla dei suoi problemi personali, con la ragazza, col ragazzo, coi genitori, con lo studio, per fare degli esempi. Oppure mi arrivano delle e-mail…”. Tipo? Caro prof, non ho avuto il coraggio di parlarle però se lei mi potesse ascoltare…”. E così inizia la fase di ascolto. Dove ci si apre al professionista. Come? “Un esempio classico. Metti che tutta la mia famiglia si aspetta che io mi laureo, e quindi mi carica di aspettative che io non reggo. Ho paura di non superare l’esame, non lo do, ma non lo dico ai miei”. E ancora: “E’ capitato che lo studente riesce a costruirsi un libretto di studi falso dove risulta che ha dato tutti gli esami e sta lavorando per la tesi, per tranquillizzare la famiglia, mentre invece di esame non ne ha dato neanche uno. In queste situazioni però ti crescono dentro angoscia, sensi di colpa. Proprio stamattina (il 27 marzo scorso, ndr.) mi ha ricontattato uno studente con queste problematiche. Cioè: mi devo laureare, ma da anni sono bloccato con questo esame che non riesco a superare”.

Angoscia, sensi di colpa, possono cronicizzarsi e trasformarsi in situazioni anche drammaticamente eclatanti, come un caso di ricovero in Psichiatria molti anni fa. “Nelle situazioni di cui ho accennato c’è un sempre un evidente disagio, che va gestito affinché non diventi pericoloso. Per questo, grazie alla grande sensibilità e collaborazione del rettore dell’Univpm, Sauro Longhi, e di Michele Caporossi, direttore dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, abbiamo deciso di istituzionalizzare lo sportello riservato agli studenti universitari”. 

(articolo tratto da Urlo-mensile di resistenza giovanile)

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