Un po’ contessa e star “de noialtri”

 MARIA PIA, PERSONAGGIO “DA URLO”
 

1) Maria Pia Cafiero saluta i lettori di Urlo e di Fatto&Diritto
  ANCONA – di Lucia Principi – ll primo dettaglio che salta all’occhio è il ciuffo viola post punkettaro in cima alla testa, poi l’enorme giaccone che la avvolge, il ciondolo a forma di peperoncino rosso che spicca sul maglione giallo, e le unghie pitturate di azzurro. Non appena abbiamo visto Maria Pia Cafiero, abbiamo subito capito di avere di fronte un vero e proprio personaggio. L’abbiamo conosciuta in una piovosa mattina d’inizio autunno e abbiamo scambiato due chiacchiere nella Trattoria del Piano a piazza D’Armi: un Campari, una sigaretta, e la storia di una vita eccezionale.

Nasce ad Osimo il 31 gennaio 1948, quella che è oggi una figura sì un po’ da macchietta, ma popolarissima fra tanti anconetani, per via del suo modo estroso e stravagante di acconciarsi, della sua straripante e schietta simpatia, del suo stile naturale e coinvolgente nell’attaccare discorso con gli sconosciuti che le capitano a tiro. Ultima di tre fratelli (Giovanna, 71 anni, Armando 69, entrambi pensionati residenti ad Ancona), si trasferisce nel capoluogo marchigiano a 14 anni. Qui frequenta la scuola media e poi tre anni di avviamento commerciale. “Ero brava in francese e geografia, ma rimediavo un 6 scarso in matematica”, precisa. Si specializza in pittura. Il padre e la madre erano persone comuni, artista lui – “Un uomo da ridere”, ricorda la figlia – venditrice dei quadri del marito lei. Ma, stando alla ricostruzione di Maria Pia, nelle sue vene scorre sangue blu: “I miei avi, di origini napoletane, erano conti!”

E a lei, non a caso, è rimasto il soprannome “Contessa”.  

  Oggi Maria Pia abita in via Osimo, sempre ad Ancona (zona Piano San Lazzaro), in una casa popolare di 60 metri quadri “caldissima d’estate, freddissima d’inverno”, che divide con un convivente, Lamberto detto “Ponti il meticcio”, 64 anni. Il suo rapporto con lui? “Un amore platonico – spara lei, – facciamo a cagnara”, lasciandoci intendere che spesso si tratta di una di quelle relazioni definibili “cane e gatto”. La “Contessa” e il “suo inseparabile meticcio” si sono conosciuti 17 anni fa, durante una delle frequenti passeggiate di lei. Gironzolare per la città, è il principale passatempo della signora Maria Pia: si alza la mattina presto e resta adrenalinicamente in moto tutto il giorno – senza mai tralasciare tutte le incombenze domestiche – macinando km su km per le vie anconetane. Fa la spesa al punto vendita di “Acqua e Sapone” sotto casa, si concede il lusso di andare quotidianamente dalla parrucchiera di fiducia (Khetty, in via Cristoforo Colombo) che le fa un prezzo di favore, passa al Corner Caffè dove le offrono un orzo in tazza grande, passeggia tra bar e pasticcerie del quartiere, dove rimedia sempre consumazioni gratis. Alla gioielleria Sisti, in Corso Garibaldi, anche qualche spicciolo. Al Piano e in altre zone la conoscono bene, oramai, per qualcuno è “mitica”. Nonostante i pochi soldi in tasca, Maria Pia racconta spiega di essere altruista con chi è in difficoltà: “Offro sempre un pezzo di pane a chi ha fame, qualche monetina e (da ottima fumatrice. ndr.) una sigaretta”. Spesso va anche in centro alla Mensa del povero di Padre Guido, nella traversa di Corso Mazzini, dove aiuta ad apparecchiare. Soprattutto, si occupa degli animali: arriva fino al Passetto e in fondo alla scalinata lascia bocconcini che porta da casa per sfamare “cani, gabbiani e piccioni”. “Una volta il Comune mi dava una mano, ora sono rimasta da sola ad occuparmene”, sbuffa. Il mare è la sua più grande passione, ereditata dal nonno, ammiraglio della Flotta Achille Lauro. Ogni giorno, “da dicembre a dicembre”, Maria Pia fa tappa anche in spiaggia: guarda il panorama, le scogliere, le albe e i tramonti, scrive poesie, legge, dipinge ciò che vede, riflette, chiacchiera con le “facce congeniali” che incontra…e fa il bagno. Lo fa anche a Torrette.

 

Eccola mentre sta per cimentarsi in un bagno autunnale sulla spiaggia di Torrette di Ancona
  D’estate come d’inverno, la si può trovare a mollo in qualsiasi momento, con i costumi dalle fantasie più improbabili (le immagini del kamasutra, ad esempio). L’ultimo tuffo, prima della nostra chiacchierata, risale al 3 ottobre, proprio nelle basse acque di Torrette, in topless, con una ghirlanda di fiori al collo e mutande leopardate. “Ma quando ero giovane, il bagno lo facevo a Ostia e Fregene…”, precisa orgogliosa. Dal 1975 al 1983 infatti, Maria Pia ha vissuto a Roma. Nella capitale ha intrapreso una brillante carriera cinematografica: approdata a Cinecittà grazie alla sua bellezza, ha preso parte a film di un certo calibro, come “La città delle donne” di Fellini, “Giallo napoletano”, interpretato da Marcello Mastroianni, “La poliziotta della squadra del buon costume” di Tarantini, “Il cappotto di Astrakan” di Vicaria, “Il malato immaginario” con Alberto Sordi. Quindici anni di successi che ricorda con grande gioia e un pizzico di commozione. A Roma ha preso la patente: “Giravo con una Ford Granada marrone, avevo molti spasimanti, tra i tanti che mi facevano la corte, c’era anche il giornalista Massimo Valentini. Ma non ho avuto più di cinque o sei uomini. Ero selettiva, e mica era facile scegliere, i miei corteggiatori erano tutti figaccioni”. All’epoca Miss Cafiero abitava in una villa con piscina regalatale da un conte dei Parioli, con il quale ha intrattenuto per dieci anni una relazione “clandestina”. Quando lui è morto, però, è calato il sipario sul quel bel mondo. Tornata ad Ancona, ha subìto un grave stress e ha abbandonato la carriera di attrice. E a questo punto, davanti al Campari, ci scappa una lacrimuccia. Di quegli anni, resta una foto mozzafiato, che la ritrae 28enne, fatale, coi lunghi capelli biondi e l’immancabile pelliccia maculata. Già, la grande passione per il cinema, che fine ha fatto? “Ora per me il cinema è solo in Tv, guardo i film la sera, prima di andare a letto. Ma devo dire che preferisco i documentari, sopratutto quelli sulla natura e gli animali”.

Con la città in cui vive, l’ex divetta ha un rapporto di odio e amore: di Ancona apprezza la bellezza, ma critica la scarsa valorizzazione urbana: “La fontana di Piazza Roma è un incanto, con quel fiolo (bimbo, ndr.) che piscia allegramente, ma che figura ci facciamo con gli stranieri che spesso la trovano sporca?”. Non ha una buona opinione dell’Amministrazione comunale. “La Mancinelli è un macello – ruggisce – non ripara le buche e non dà sostegno alla gente: in città non ci sono posti per gli anziani”. Boccia anche il precedente sindaco, Fiorello Gramillano, mentre promuove Galeazzi e Sturani, in carica dal 1993 al 2001 il primo, dal 2001 al 2009 il secondo. Pure con gli anconetani, “gente chiusa”, il rapporto è altalenante. “Quando giro per Ancona incontro anche persone che mi sostengono e aiutano, nelle mie gite al mare conosco tante signore, con alcune va a finire che ci mettiamo a giocare a carte”. Molti, soprattutto gli uomini, la prendono in giro per il suo modo eccentrico di agghindarsi: pantaloni e maglie colorati, cappellini stravaganti, aspetto carnevalesco. Ma i giudizi in genere le fanno un baffo, non le interessano. Non ha bisogno di seguire le mode del momento: la sua storia e il suo stile di vita decisamente fuori dalle righe la rendono di per sé una star.

(tratto da Urlo-mensile di resistenza giovanile)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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