Smetto Quando Voglio – Masterclass, la recensione

smetto quando voglio 2

di Alessandro Faralla (Responsabile Cultura e Spettacoli F&D)

I Ricercatori “ricercati” sono tornati.

Meno organico del primo Smetto Quando Voglio – Masterclass è più spettacolare, audace e sorprendente

smetto quando voglio 2

Sydney Sibilia ha dichiarato che quando ha girato il primo film non aveva in mente un sequel, figuriamoci una trilogia.
Gli crediamo, eppure guardando questo Smetto Quando Voglio – Masterclass, la sensazione di una macchina ben oliata coscienziosa della strada da intraprendere è netta. Con lo sguardo alle migliori trilogie o saghe d’oltreoceano ogni attimo, ogni pezzo, trova la sua naturale collocazione come in un disegno chiaro eppure ancora da scoprire.

Se in Smetto Quando Voglio, fenomeno, sorpresa (fate voi) della stagione 2014, la banda dei ricercatori denigrati ed esiliati da una società arrivista e ipocrita, sfruttava i buchi del sistema per ottenere quel riconoscimento mai avuto, “fregando la legge” producendo e vendendo smart drugs e arricchendosi grazie ad esse, in Masterclass Pietro Zinni e la sua funambolica banda di ricercatori e super laureati saranno chiamati da quella stessa legge che avevano aggirato a rimettere su la banda per stanare e togliere dal mercato tutte le smart drugs ancora legali.

Il secondo capitolo riparte da dove si era concluso il primo, con Pietro Zinni ancora in carcere ad un anno e mezzo dalle avventure finite male per la sua banda di dotti . Come rendere appetibile una nuova storia? Riempiendone gli spazi temporali e così Sydney Sibilia in maniera sicura fa di quell’arco temporale lo scenario di Masterclass.
L’accordo ufficioso con la polizia è la possibilità per Pietro e i suoi compagni di essere di nuovo liberi, per compiere l’impresa la squadra ha bisogno di nuove figure: il reclutamento di altre eccellenze e cervelli in fuga è in stile Suicide Squad, dove il tono bizzarro lo fa da padrone.
La sfida stava proprio nel riuscire a raggiungere il giusto equilibrio tra attese, una storia più complessa, tantissimi personaggi in campo senza venir meno all’idea di base. E Sydney Sibillia ci riesce benissimo, guadagnandosi a pieno titolo la sua Masterclass. Senza paura di strafare, mantiene salda l’identità registica e stilistica, grazie alle inconfondibili tonalità acidule, giallastre con le quali dipinge ambientazioni e caratteri in campo, il regista romano è disinvolto nel fotografare i cambiamenti, le esasperazioni, le dinamiche alla Una Notte da Leoni, le conversazioni fuori luogo, gli eccessi.
Smetto Quando Voglio –  Masterclass ancor più del film che l’ha preceduto è un energico e “stupefacente” prodotto d’intrattenimento dove la questione sociale, pur presente, viene sfiorata intelligentemente per dare ampio spazio al frenetico cambio di passo di un racconto dove i protagonisti diventano in qualche modo oggetto, strumenti di quella realtà che già anni addietro gli faceva sentire di un universo sottosopra. Adesso sono quasi fantasmi, tant’è che il loro covo è rappresentato dai sotterranei della Metro C.

Probabilmente manca quella coesione che la banda trasmetteva in Smetto Quando Voglio, “giustificato” dal giusto spazio concesso ai nuovi personaggi, dosati per non bruciarli subito. L’armonia però è restituita dalla creatività con la quale Sibilia sa mescolare i generi risolvendo i passaggi cruciali e l’epilogo, ne è un esempio il villain interpretato da Luigi Lo Cascio, del quale non sappiamo nulla ma già in grado di affascinare lo spettatore.
Al puzzle manca un ultimo tassello, che le sequenze finali da Ritorno al Futuro ci fanno solo intravedere in maniera euforica e disordinata, appetibile come le droghe di un mondo dove i capri espiatori sono più di quanti crediamo.

Non si tratta solo di coraggio, mettere in pratica un franchise all’italiana è possibile se accompagnato da un buono spunto e da una visione personale sempre ancorata all’ambiente nel quale la storia si evolve e che non vediamo l’ora di goderci in Smetto quando voglio – Ad Honorem (titolo del terzo capitolo, già girato e in arrivo prossimamente).

fresi

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