Parità tra i figli, via libera al decreto legge

 MAI PIU’ DISCRIMINAZIONI TRA FIGLI NATURALI, LEGITTIMI E ADOTTIVI: ORA AVRANNO PARI DIRITTI

 - di Alessia Rondelli  

FIGLI-LEGITTIMI-E-NATURALIRoma, 14 luglio 2013- Novità importante sul fronte social-giuridico: finalmente è stata cancellata l’annosa disparità, “figlia” di un’epoca ormai superata, che non aveva più senso di esistere, oggi, in una società come la nostra, fondata sul pieno rispetto dei più alti valori sociali. In realtà la disuguaglianza nella filiazione nacque in origine in maniera ancora più marcata, con riferimento alla contrapposizione tra figli legittimi, quelli nati dal vincolo del matrimonio, e quelli illegittimi, accezione puramente negativa per classificare appunto i figli nati fuori dal matrimonio. Si tratta quindi di una vera e propria rivoluzione, un atto di civiltà fondamentale, che rappresenta l’ultimo ufficiale tassello di un cambiamento già in atto da tempo, se non altro nella giurisprudenza di Corte di Cassazione e Corte Costituzionale. In sostanza si tratta di abolire le categorie fino ad oggi vigenti, lasciando solo la parola “figlio” e basta, con la modifica ovviamente dei codici e delle leggi speciali in materia, stabilendone così la totale equiparazione in tutti gli aspetti dell’esistenza. Fino ad oggi la maggior differenza si aveva nell’ambito ereditario perché i figli naturali erano considerati estranei alla famiglia del genitore, non si instaurava cioè un rapporto di parentela riconosciuto con i parenti dello stesso. Con la parificazione invece questo verrà meno creandosi così invece piena eguaglianza di diritti ereditari, ma ulteriore novità è la scomparsa del cd diritto di commutazione. Il codice prevede che “i figli legittimi possono soddisfare in denaro o in beni immobili ereditari la porzione spettante ai figli naturali che non vi si oppongano; nel caso di opposizione decide il giudice valutate le circostanze personali e patrimoniali”. Sicuramente questa ha rappresentato la più grande discriminazione esistente fino ad oggi perché non consentiva ai figli legittimi di condividere la proprietà dei beni ereditari, con tutte le ripercussioni conseguenti; anche se la riforma non tocca direttamente questi aspetti, la loro modifica è riflesso implicito dell’abolizione della categoria di riferimento. Altra grande novità è la sostituzione del termine “potestà genitoriale” con quella più ampia e adeguata di “responsabilità genitoriale”, oltre alla modifica delle disposizione di diritto internazionale privato in attuazione del nuovo principio di parità. Inoltre vengono introdotte e disciplinate le modalità di ascolto dei soggetti 12enni o anche di età inferiore, se capaci di discernimento, nei procedimenti che li riguardano, così sanando una lacuna più volte definita come violazione del contraddittorio e dei principi del giusto processo, salvo danni ai minori stessi. Questa legge delega (n.293/2012), già approvata dai due rami del Parlamento a novembre dello scorso anno, ha ricevuto ora il via libera del governo, al quale spettava il compito di preparare le relative norme di attuazione. Il testo del decreto legislativo, proposto dal presidente del Consiglio insieme con i ministri dell’Interno, della Giustizia, del Lavoro e delle Politiche sociali, d’accordo con il ministero dell’Economia, è stato varato dal Cdm e ora approda alle ultime fasi della procedura, la verifica delle commissioni di Camera e Senato, per la sua ufficiale entrata in vigore.

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