Maduro dichiara guerra ai parassiti borghesi della società Venezuelana

PIU’ DI CENTO ARRESTI E 1400 CONTROLLI DA PARTE DEGLI ISPETTORI GOVERNATIVI

Di Clarissa Maracci

maduroCARACAS, 16 Novembre 2013 – Pugno di ferro contro negozianti, imprenditori e dirigenti della borghesia venezuelana. E’ questa la strategia del Presidente Nicolas Maduro, per fronteggiare la devastante crisi economica che sta travolgendo il Venezuela.

Maduro, succeduto a Chavez lo scorso aprile, ha messo in atto delle importanti riforme economico-sociali nei primi sei mesi di Governo. Dopo aver inaugurato il suo mandato con una visita nella Repubblica Popolare Cinese, ha messo a punto una serie di leggi che cambieranno drasticamente la politica socio-economica venezuelana.

In primis, ha istituito un nuovo ministero “orwelliano” : il Ministero per la Suprema Felicità Sociale , ispirato, a detta del Presidente, dai due «comandanti eterni» della Rivoluzione Bolivariana, Chavez e Simon Bolivar. Il ministero ha il compito di «occuparsi dei vecchietti e delle vecchiette, dei bambini e delle bambine, che sono quanto vi è di più sublime e amabile per il popolo rivoluzionario».

Inoltre, ha ottenuto in settimana un voto preliminare dal Parlamento di Caracas per poter disporre di “poteri speciali” , che gli consentiranno di poter governare per decreto nei prossimi 12 mesi.

Terzo punto, ancora più grave, Maduro ha dichiarato guerra alla borghesia venezuelana ( in un video ora rimosso da youtube), ovvero ai “parassiti borghesi”, ai “delinquenti sabotatori”, “agli usurai, agli oligarchi della destra parassitaria” nonché ai “ladri”. Innanzitutto ha ordinato un centinaio di arresti e confische contro piccoli imprenditori e negozianti,  accusati di frodare il fisco e i clienti gonfiando i prezzi dei propri prodotti. Sono partiti controlli a tappeto su tutte le attività commerciali: gli ispettori governativi hanno già ispezionato più di 1.400 aziende. La prossima a cadere nel mirino del controllo governativo è la Goodyear, una multinazionale statunitense alla quale Maduro ha già lanciato un monito sulla necessità di abbassare i prezzi.

Il Venezuela è attualmente sull’orlo del tracollo economico: nei primi nove mesi dell’anno, il tasso di inflazione interannuale ha raggiunto il 38,7% e secondo gli analisti potrebbe arrivare al 50% entro la fine dell’anno.  Tuttavia, Maduro non si rassegna e tenta il tutto per tutto, anche in vista delle prossime amministrative ( 8 Dicembre). Il governo non ha nessuna responsabilità per la crisi, “se non fossimo sottoposti a una guerra nazionale ed internazionale, l’economia avrebbe vissuto un 2013 perfetto, con una inflazione al di sotto del 20”.

Le stime però riportano altri dati: si parla di due milioni di posti di lavoro a rischio; inoltre, secondo un rapporto diffuso dalla Banca Centrale il Venezuela si dovrà preparare a fronteggiare anche la mancanza di alimenti base come l’olio, lo zucchero, la farina che , nella sola Caracas hanno raggiunto una seria scarsità – circa l’80%.

Al momento vige un clima di incertezza sociale nel paese: i negozianti vengono da una parte sottoposti ai controlli dei funzionari statali che li costringono ad abbassare i prezzi, dall’altra vengono saccheggiati dal popolo istigato dallo stesso Presidente.  Non a caso, è stato istituita recentemente “la Forza Bolivarina Socialista dei Lavoratori contro la Guerra Economica e la Guerra dell’Imperialismo e l’Oligarchia”, nonché l’Organo Superiore per la Difesa Popolare dell’Economia – fondato il 1° ottobre.

 

 

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