Lorenzo Farinelli, la sua malattia e la cura innovativa Car-T

FACCIAMO CHIAREZZA SUL LINFOMA NON HODGKIN E SULLA TERAPIA CUI AVREBBE DOVUTO SOTTOPORSI “LOLLO”

del dottor Giorgio Rossi (Oncologo)

unknownNei giorni scorsi l’Italia intera si è commossa per la triste vicenda del nostro concittadino,Lorenzo Farinelli, detto Lollo, medico e attore per hobby, scomparso a soli 34 anni per una malattia incurabile.

Dato il fallimento delle cure standard, aveva deciso di tentare con una cura molto innovativa, ma anche particolarmente costosa, che avrebbe dovuto eseguire negli Stati Uniti e per questo aveva chiesto aiuto al mondo del web per sostenere le ingenti spese.

Parte la raccolta fondi e, grazie ad una formidabile catena di solidarietà, nel giro di pochi giorni è stata raggiunta la quota di 604mila euro. Purtroppo non ha avuto il tempo di utilizzarla.

Il povero Lollo, 8 mesi fa, era stato colpito da un linfoma non Hodgkin a grandi cellule di tipo B.

Malattia tumorale che colpisce i linfociti, cellule di due tipi T e B, deputate alla difesa immunitaria, presenti nell’interstizio di ogni tessuto del nostro organismo, dalla cute, ai linfonodi, al midollo osseo, ma anche polmone, milza, fegato fino anche al cervello. E per questo definita malattia sistemica.

A differenza delle leucemie in cui la cellula tumorale origina esclusivamente nel midollo osseo ( la parte di osso che produce le varie cellule del sangue) per poi riversarsi nel sangue periferico, nei linfomi la cellula tumorale può originarsi in una qualsiasi delle sedi sopra indicate e a seconda del numero delle sedi colpite si distinguono vari stadi di malattia.

Un’alta percentuale di pazienti affetti da linfoma raggiungono la guarigione con la chemioterapia somministrata anche a dosi sovra massimali con successivo trapianto di midollo autologo.

Purtroppo una quota di pazienti si dimostra refrattario a questo tipo di trattamento o presenta recidive molto precoci.

Per questi pazienti si è recentemente presentata una nuova importante opportunità rappresentata dalla terapia Car-T, l’ultima frontiera dell’ingegneria genetica.

Ed era questa la terapia che stava per accingersi ad affrontare il povero Lollo.

La terapia Car-T (Chimeric Antigen Receptor -T cell) consiste in un complesso procedimento di modificazione genetica in cui i linfociti T, prelevati dal sangue periferico del paziente mediante leucaferesi, vengono ingegnerizzati in laboratorio in modo tale che possano esprimere sulla loro superficie un recettore chimerico, cosiddetto perché composto da diverse parti.

Le cellule T così “armate” diventano adatte a colpire un bersaglio specifico costituito dalla proteina CD19 comunemente presente sulla superficie delle cellule B cancerogene della leucemia linfoblastica acuta e dei linfomi che vanno poi in contro a morte.

Dopo opportuna replicazione, milioni di tali cellule T così ingegnerizzate vengono re-infuse nel paziente come una normale trasfusione di sangue.

Tutta la metodica è stata ideata e sviluppata negli Stati Uniti presso l’Università della Pensylvenia in collaborazione della Multinazionale Farmaceutica Novartis e, successivamente, anche di un’altra Multinazionale del Farmaco, la Gilead.

La collaborazione dell’industria privata è stata indispensabile sia per sostenere gli ingenti costi della ricerca ,ma anche per rendere poi possibile la ingegnerizzazione linfocitaria su larga scala.

Infatti i linfociti T prelevati dal paziente per essere geneticamente modificati, sono congelati e poi spediti negli Stati Uniti presso i laboratori delle due multinazionali ove nel giro di 4 o più settimane vengono elaborati nel modo sopra descritto fino a diventare farmaco, definito in questo caso “ farmaco vitale” e non medicinale, con un proprio nome commerciale :

  • Yescarta (axitabtagene ciloleucel) di Gilead per i linfomi a larghe cellule B e i linfomi del mediastino a larghe cellule B dell’adulto, refrattari alla chemioterapia o recidivanti;
  • Kymriah ( tisagenlecleucel) di Novartis per la leucemia linfoblastica acuta a celluleB del bambino e i linfomi a larghe cellule B dell’adulto refrattari alla chemioterapia o recidivanti;

 

Quindi con questi nomi i “farmaci vitali” ritornano al proprio paziente a cui vengono somministrati una sola volta.

La re-infusione del farmaco di per se semplice deve avvenire in particolari centri specializzati e internazionalmente accreditati ( negli Stati Uniti ne esistono 15) particolarmente attrezzati ad affrontare eventuali effetti collaterali che in alcuni casi possono anche essere severi.

Nell’agosto 2017 la FDA ( Food and Drug Administration) (l’ente governativo statunitense regolatore dei farmaci e alimenti) ha approvato l’utilizzo della terapia CAR-T dopo studi clinici registrativi che avevano evidenziato tassi di guarigione variabili dal 52% al 60% e durevoli più di due anni, con un profilo di sicurezza coerente.

Ovviamente una procedura terapeutica così complessa ha un costo particolarmente elevato : negli USA si aggira intorno ai 450 dollari. Il sistema assistenziale statunitense prevede la formula payment for results , ovvero le compagnie assicurative pagano solo se c’è il risultato.

A distanza di un anno, agosto2018, anche in Europa, l’EMA (European Medicines Agency) ha autorizzato la terapia CAR-T e vari Paesi europei si stanno impegnando per la formazione del personale sanitario nei centri qualificati per il trattamento e il completamento delle procedure nazionali di rimborso.

Anche in Italia l’AIFA ( Agenzia Italiana del Farmaco) ha avviato le procedure per l’approvazione; sono già stati individuati i primi centri accreditati per il trattamento : Istituto Nazionale Tumori di Milano, Ospedale San Gerardo di Monza, Ospedale Bambino Gesù di Roma.

Inoltre l’Italia sta collaborando attivamente a livello internazionale per lo sviluppo della terapia CAR-T mediante ricerche anche in altri tipi di tumori, come il mieloma multiplo e il neuroblastoma del bambino.

E’ quindi opinione condivisa che si sia di fronte ad un trattamento con grandi potenzialità, ma è ancora difficile determinare come e con quali tempi, questa strategia terapeutica potrà essere applicata a tutti i pazienti che ne avranno necessità.

 

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