L’hard rock roar del Centovent8

xFed foto Band 128PRIMO CD PER LA BAND DI ANCONA

– ANCONA – di Enrico Vianelli – Lavoro d’esordio per i Centovent8, band anconetana che dà i numeri, numeri che evocano la mitica auto della Fiat, quella che faceva sognare i giovani degli anni ’70. “Ma anche quella ottima per rapine e scorribande”, ci fa notare Raimondo Barrile, in arte e non solo Oskar, uno dei due chitarristi, nonché fondatore dei Rivolta Dell’Odio, fra i primissimi gruppi punk attivi nel capoluogo marchigiano nei primi anni ’80.

Rock strano, veloce, duro, che strizza parecchio l’occhio al blues pesante, che suona anche metal, quello dei Centovent8. Alla voce Rick Pest (Riccardo Honorati), al basso Ivo (Fabio Abeti), all’altra chitarra Zee (Marco Rosellini) e alla batteria Pier (Pierpaolo Cantori), insieme dal 2013, anche se il progetto originale risale almeno a un paio d’anni prima. Il Cd – il cui variopinto package spicca per l’estrosa grafica firmata da Laura Petri – è nato grazie a uno sforzo di autoproduzione presso lo spazio autogestito “La Cupa” (Posatora di Ancona), dove sono stati anche registrati i brani. Il primo, dal titolo omonimo della band, è un biglietto da visita: voce graffiante, dissonanze, stacchi sincopati; dal testo, non meno aggressivo, un’ulteriore chiave di interpretazione del numero 128, che se letto in inglese si trasforma in “Want to hate”. Si rimane piuttosto spiazzati dalla tempesta di suono che scaturisce da un mélange così inusuale, segnato dai diversi riferimenti e influenze legati ai membri del gruppo. La traccia “Bomba d’acqua” mostra quasi un divario fra le parole, molto critiche verso società e media, e uno stile sì energetico, ma non particolarmente e coerentemente incisivo, per struttura e stile ritimico. Uno stile che non segue un ordine fisso, prevedibile… è forse una scelta? Lo si avverte anche nel terzo pezzo, “Hell’s switch” e nel successivo “Jungle juice”, dove le parti di chitarra a volte strascicano, quasi zoppicano, altre sembrano inseguirsi rocambolescamente. Ed ecco “Raptus”: tenendo fede al titolo, il brano si sviluppa tra forti accelerazioni e altrettante fasi di distensione. Le parti “blueseggianti” amano fare capolino, ma giusto il tempo sufficiente per illudere l’ascoltatore, che viene repentinamente trascinato in un altro piano, più serrato. Ciò accade anche in “Reverse dot”. In “Katapult” ci si ritrova effettivamente catapultati in una dimensione più hardcore, grezza e psicotica. In “Metal gear” le cose non cambiano di molto, se non per una ritmica più lenta. La nona traccia, “Eurorapina”, straborda di note che potrebbero ricordarci lo speedrock di un certo tipo, quello che chiama in causa i Peterpunk Speedrock (per fare un esempio), ma il testo è decisamente nichilista “…Lost respect…for politicians…for all the humans…”. Poi è la volta di “Western”, che quanto a sound rievoca atmosfere popolate da cowboys, con parole che però svelano contenuti “non in linea”, critici verso un’Occidente che guarda ad Est con aggressività. Nelle tre bonus track le discordanze sonore sono più accentuate, non sembrano voler dare tregua all’ascoltatore, lo inseguono in ogni angolo della sua mente.

Nel complesso l’impressione che si ricava da questo lavoro è bizzarra. Si rimane spiazzati, perplessi. Forse l’intento dei Centovent8 è proprio questo. La misteriosa dicitura impressa sul cartoncino del Cd, “ONLY 432Hz TUNED”? E’ Oskar a svelarcelo: “Tutti i pezzi sono stati registrati ad una frequenza diversa da quella standard (che si attesta sui 440Hz,ndr.) e questo perché è una frequenza naturale, quella del battito del nostro cuore per intenderci”.

Sarà possibile assistere alla prossima performance live dei Centovent8 al Circolo Cacciatori di Ancona (via Circonvallazione 9) in occasione del “Festival della Cattiveria” il 26 dicembre. In quell’occasione saranno disponibili copie del Cd, che trovate in vendita anche al “Discolo” in corso Amendola 37, Ancona.

Per informazioni: su Facebook “128” – Tel. 392/4925391

(articolo tratto da Urlo – mensile di resistenza giovanile)

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