La Pazza Gioia, la recensione

di Alessandro Faralla (Responsabile Cultura e Spettacoli F&D)

 La Pazza gioia

C’è un cinema italiano commerciale capace di portare linfa, vitalità alle proprie storie, di questo cinema Paolo Virzì è una delle figure più valide.

Non è un difetto fare opere commerciali, anzi, dipende tutto dal modo in cui si narrano le vicende.
E la storia di Beatrice e Donatella rende partecipe, coinvolge lo spettatore senza ingannarlo, evitando di creare troppe situazioni ad effetto.

Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella (Micaela Ramazzotti) sono ospiti di una comunità terapeutica per donne con problemi mentali e differenti patologie.
La prima si atteggia a gran dama, sempre prodiga a dare consigli, a impicciarsi di tutto e tutti accompagnata da una parlantina inesauribile, Donatella è l’opposto, introversa, chiusa come un guscio, impaurita e spaesata.
È naturale e delicato il modo in cui Virzì osserva e fa muovere il corpo di queste donne sballate. Una naturalità, un’esigenza di purezza richiamata anche dal contesto che le vede agire, lontane da un’ordinarietà caotica e immerse nella campagna, a contatto con la terra.

Un giorno, dopo una mattinata di lavoro in una serra si allontanano e salgono su un autobus. Da lì inizierà un’avventura che condurrà queste due donne incomplete a trovare un punto d’intesa, a scoprirsi l’un l’altra in un viaggio che non è evasione ma l’inizio di una consapevolezza.
Si ride, ci si emoziona osservando il fiorire di un’insolita affinità, tra Beatrice che non la smette mai di parlare, altrimenti dovrebbe ascoltare il rumore amaro del mondo e Donatella che si esprime con gli occhi, con quello sguardo nascosto e malinconico.
Entrambe si doneranno reciprocamente l’affetto sempre inseguito e respinto da uomini egoisti e irresponsabili.

Virzì coordina la narrazione alle esigenze di sceneggiatura, non è precipitoso nel far emergere il passato burrascoso e misterioso delle due (specie di Donatella) consentendo allo spettatore di immergersi nel racconto, lasciandosi trascinare da una storia che mostra con intimità le esistenze ferite di due persone meravigliose nella loro pericolosità.

 

-La Pazza Gioia è stato presentato al Festival di Cannes 2016 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs-

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